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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





martedì 29 giugno 2010

Santi e Santini: un’ importante Opera tematica del Comm.Gennaro Angiolino, Fondatore A.I.C.I.S. e appassionato Collezionista Italiano


Si ha talvolta nel presentare l’Opera di un Autore scomparso la superficiale tendenza a ben poco soffermarsi sul suo Ideatore: oggi, nel presentare ai Cultori del Collezionismo dei Santini e Immagini devozionali, ai Lettori del nostro Blog ed in particolare ai Collezionisti neofiti l’importante Opera letteraria tematica sul Collezionismo dei Santini del Commendator Gennaro Angiolino, stimato e brillante Giornalista e Pubblicista nonchè illustre Padre e Fondatore dell’ A.I.C.I.S -ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- e, a sua volta, entusiasta Collezionista- ci soffermeremo con sincero piacere sulla sua insigne Figura.
Il Comm. Angiolino ha infatti il grande merito in Italia - tra gli altri tanti ed alti suoi meriti - di aver per primo individuato già moltissimi anni fa l’importanza enorme di promuovere nel nostro Paese lo studio e l’approfondimento dell’antica ed importantissima Cultura religiosa, storica ,artistica e di tradizione popolare intimamente connessa e inscindibile delle Immagini devozionali.
Santi e Santini- Iconografia popolare sacra europea dal sedicesimo al ventesimo secolo” è il titolo dell’Opera, associata alla Mostra organizzata con il contributo di vari Collezionisti e tenutasi a Roma dal 9 al 30 Aprile 1985, pubblicata nello stesso anno dalla Banca Popolare di Napoli.
Rari e preziosi Santini e Immagini devozionali presentati al Lettore con suggestive immagini a colori e in bianco e nero in ben 245 pagg. autorevolmente “incorniciate” da approfonditi excursus del Comm. Angiolino e di altri Studiosi ed Esperti sulla Storia del Santino (con incluso il Catalogo della Mostra summentovata) compongono il Libro che, avendo avuto all’epoca della pubblicazione un enorme successo è oggi dai Collezionisti Italiani ricercatissimo e raramente reperibile: chi tra Voi è interessato potrà ordinarne la copia presso Librerie Antiquarie della propria città o REMINDERS, o magari sperare di essere fortunato ed aggiudicarsi una delle rare copie cedute da qualche privato Collezionista e presenti talvolta sui noti siti di aste on line.
Potrà altresì avere esito favorevole digitarne semplicemente il titolo sul motore di ricerca GOOGLE-LIBRI, direttamente connesso alle più fornite ed importanti Librerie nazionali ed internazionali.
Nostro Ospite d’Onore è oggi il Vice-Presidente A.I.C.I.S. Renzo Manfè, caro e Stimato Amico, che in lunghi anni di Amicizia fraterna e collaborazione con il Comm.Gennaro Angiolino lo presenta a noi tutti con grande affetto ed ammirazione, riuscendo bene a farlo ancora sentire insieme a noi più che mai presente e di noi tutti prezioso Amico…
Un VIDEO con immagini di momenti importanti e felici che lo vedono protagonista (gentilmente fornite al Blog con autorizzazione alla pubblicazione dall’A.I.C.I.S. nella persona del Vice-Presidente Renzo Manfè) onorano gioiosamente il Ricordo della sua nobile Persona.

IMPORTANTE:

Per tutti i Collezionisti neofiti Italiani ed Internazionali che desiderano entrare a far parte dell’A.I.C.I.S.– ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- si possono rivolgere direttamente al Vice-Presidente Renzo Manfè scrivendo a: aicis_rm@yahoo.it o rivolgersi al Sito CARTANTICA di Patrizia Fontana:news@cartantica.it


IMPORTANT ADVICE, please read:

IF YOU WANT TO JOIN A.I.C.I.S.- ITALIAN ASSOCIATION OF THE HOLY CARDS’ COLLECTORS- please contact: aicis_rm@yahoo.it or news@cartantica.it

WHEREVER IN EUROPE AND ALL OVER THE WORLD YOU COME FROM YOU ARE WELCOME !

Paola Galanzi



Ricordando un Grande Uomo

Gennaro Angiolino è nato a Roma il 17 giugno 1928 da genitori sardi, ma di famiglia oriunda dalla Calabria. E’ vissuto sempre a Roma, salvo un anno in Sardegna sul finire della II Guerra Mondiale.
Cominciando fin dal periodo in cui era clandestino (nel periodo bellico), si è interessato di scoutismo, di educazione dei giovani, di problemi culturali, di filatelia, di Immaginette religiose e di hobbistica in genere. Dal 1955 è iscritto all’Albo dei giornalisti come pubblicista. Oltre a numerosi articoli, ha scritto e collaborato alla realizzazione di diversi libri, svolgendo anche attività editoriale. Il 6 luglio 1983, grazie all’appoggio di Padre Lucio Migliaccio dell’Ordine della Madre di Dio, Angiolino fonda l’Associazione A.I.C.I.S. in Piazza Campitelli 9, a Roma.
Perito filatelico e giurato filatelico nazionale, ha partecipato e organizzato molte manifestazioni e mostre, come attestano i numerosi riconoscimenti a lui assegnati nel corso di una vita intensa spesa con senso apostolico a favore di tutti.
Ricevo sempre telefonate di Soci che mi parlano di Angiolino, e ciò mi fa piacere perché all’AICIS ha dedicato gli anni della sua maturità ed esperienza.
Come suo segretario posso affermare che tutta l’Associazione lo ricorda come un uomo buono: bontà nel trattare, bontà nel giudicare, bontà nella vita; lo ricorda come uomo saggio: saggezza nei giudizi, saggezza nei pareri, saggezza che ha mostrato nelle decisioni che ha dovuto prendere; lo ricorda come uomo rispettoso.
Credo che nessuno di noi abbia avuto mai l’esperienza di non sentirsi da lui rispettato.
Questa è la memoria che l’AICIS ha di lui e che è, al contempo, l’eredità più bella.

Personalmente, poi, sono rimasto affascinato dalle sue qualità umane, dalla sua cultura, dalla sua spiritualità.
Ho tratto tanto insegnamento dalla ricchezza delle sue argomentazioni e ne ho fatto tesoro per la mia vita interiore e per i rapporti con gli altri.

Vi sono persone che si amano subito, ma ancor di più nel ricordo, per quello che lasciano; un ricordo che con il tempo si ingigantisce, via via che quelle conoscenze vengono da noi approfondite e verificate.

Le idee non muoiono e possono diventare perenni se esprimono l’essere spirituale che deve sorreggerci e guidarci ogni momento, accanto all’essere razionale e umano.

La sua memoria sarà sempre in benedizione, perché con la sua vita ha sempre benedetto il Signore.

RENZO MANFE’

mercoledì 23 giugno 2010

Nasce oggi sul Blog LA MOSTRA ON LINE inaugurata con la straordinaria Collezione privata dedicata a San Carlo Borromeo del Dr.Carluccio Frison

S.Carolus Borromaeus
Raffinatissimo Canivet
Manufatto di indubbia provenienza conventuale con splendida miniatura centrale ed elaborato cartiglio inferiore con coloritura a mano del sec.XVIII
Collezione privata Dr.Carluccio Frison

La MOSTRA on line è visitabile alla sezione omonima a dx. sotto la sezione TESTI CONSIGLIATI SUL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI

Problema comune oggigiorno alla maggior parte dei Collezionisti e Cultori dei Santini e delle Immagini devozionali è la mancanza cronica di tempo.
A causa dei ritmi tutt’altro che rilassanti che scandiscono l’arco delle nostre 24 h. e dei molteplici impegni di studio, professionali e familiari, poco è infatti, purtroppo, il tempo che rimane a disposizione per potersi dedicare a coltivare ed approfondire la propria passione ma ancor più, pur avendone il vivo desiderio, per riuscire magari ad organizzare con entusiasmo una Mostra dove poter esibire con orgoglio i “pezzi” più belli della propria Raccolta e amichevolmente condividerli con gli altri Collezionisti ed amici.
Oggi nasce sul Blog una nuova Pagina speciale: LA MOSTRA DI SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI ON LINE, dedicata ed espressamente a disposizione di tutti i Collezionisti del genere.
Il nostro secolo manifestamente rappresenta di fatto il consolidamento ed una sempre più larga diffusione dell’informatizzazione a tutti i livelli: chi tra Voi avrà piacere, senza doversi preoccupare di eleggere sede della Mostra, reperire e organizzare teche o espositori e promuovere stampe di Locandine o Manifesti per pubblicizzare l’evento potrà da oggi usufruire di questa Pagina speciale.
Altra caratteristica non secondaria che ha ispirato tale iniziativa è anche spesso l’oggettiva difficoltà di partecipazione alle Mostre che nasce da reali problemi di tipo logistico, dettati da notevoli distanze geografiche: non spesso sarà infatti realisticamente possibile a Collezionisti e Cultori del Nord Italia poter presenziare e visitare le belle ed interessanti Mostre organizzate dai Collezionisti che risiedono nel Sud dell’Italia e viceversa…
Naturalmente, come nelle Mostre canoniche e propriamente dette, per apprezzamento nei confronti del Collezionista che generosamente condivide con tutti noi le bellezze della propria Collezione, sarà cosa garbata ed apprezzata che i Visitatori virtuali, Collezionisti e/o casuali Lettori lascino su tale pagina un segno grato al Collezionista del loro “passaggio”, scrivendo un personale breve commento alla MOSTRA on line ammirata, proprio come si farebbe in un reale “Libro degli Ospiti”, notoriamente presente ed immancabile in qualunque sede che accolga una Mostra o comunque un pari evento.
Con Onore ospitiamo oggi sul Blog, ad inaugurazione di tale nuova Pagina, una Mostra straordinaria ed unica per la sua bellezza e completezza (i Collezionisti potranno infatti in essa ammirare tutte le tipologie di Santini e Immagini devozionali prodotte nei più importanti Paesi Cattolici d’Europa - Fiandre, Germania, Francia, Praga- dal secolo XVII al XIX, da anonimi Artisti claustrali così come firmate dai più noti e famosi Incisori ed Editori), resa possibile dalla generosa ed amichevole condivisione di Santini e Immagini devozionali tra i più belli e preziosi della privata Collezione del Dr.Carluccio Frison, Medievalista, caro e stimato Amico, Socio e Probo Viro A.I.C.I.S., (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre) devoto e appassionato Cultore di uno tra i Santi più noti ed amati nella nostra Italia e nel Mondo: San Carlo Borromeo, il suo Santo Protettore.
La Biografia del Santo è stata con squisita gentilezza e disponibilità, ad elegante e fondamentale completamento di tale eccezionale MOSTRA VIRTUALE, messa a disposizione del nostro Blog, nella persona del Dr.Francesco Marino, dalla Confraternita di San Carlo Borromeo, con sede a Sessa Aurunca (Caserta), tratta dal loro interessante e bellissimo Sito che vivamente consiglio a tutti i Collezionisti e Lettori di visitare, per potersi arricchire di un vasto e completo sapere espressamente inerente la vita e le mirabili Opere di San Carlo Borromeo.
A quanti tra Voi hanno poi la fortuna di vivere nell’antica e meravigliosa Terra di Campania consiglio senza indugio alcuno di eleggere a destinazione della prossima gita culturale l’antica città di Sessa Aurunca e l’importante Sede della Confraternita di San Carlo Borromeo con l’omonima, antichissima Chiesa, di cui troverete tutte le informazioni qui, sul Sito ad essa dedicato: http://www.sancarloborromeo.org/


Potrete sempre facilmente individuare e visitare qui sul Blog la nuova Pagina della MOSTRA ON LINE a destra, sotto la sezione TESTI CONSIGLIATI SUL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI.

A tutti Voi auguro una Buona Lettura e soprattutto: Buona Visione della straordinaria e in prima assoluta MOSTRA on line dedicata a San Carlo Borromeo !



Paola Galanzi





San Carlo Borromeo

San Carlo Borromeo è tra i più grandi Vescovi della storia della Chiesa: grande nella carità, grande nella dottrina, grande nell'apostolato, ma sopratutto grande nella pietà e e nella devozione.
"Le anime si conquistano con le ginocchia" disse il santo. Si conquistano cioè con la preghiera e preghiera umile. San Carlo fu uno dei maggiori conquistatori d'anime di tutti i tempi.


La sua giovinezza

Era nato nel 1538 ad Arona, sulla Rocca dei Borromeo, padroni del Lago Maggiore e delle terre rivierasche. Era il secondo figlio del conte Giberto e quindi, secondo l'uso di quei tempi fu tonsurato a 12 anni. Il giovane prese la cosa sul serio: studente a Pavia dette subito prova delle sue doti intellettuali. Chiamato a Roma, venne creato Cardinale a 22 anni. Gli onori e le prebende piovvero abbondanti sul suo capo, poichè il Papa Pio IV era suo zio. Amante dello studio, fondò un'accademia, secondo l'uso dei tempi, detta delle "Notti Vaticane". Inviato al Concilio di Trento, fu indispensabile la sua opera per attuare le direttive conciliari. Si rivelò un lavoratore formidabile, un vero forzato della carta e della penna.


La svolta nella sua vita

Nel 1562, morto il fratello maggiore, avrebbe potuto chiedere la secolarizzazione, per mettersi al capo della sua famiglia. Restò invece nello stato ecclesiastico, e fu consacrato Vescovo nel 1563, a soli 25 anni. Entrò trionfalmente a Milano, destinata ad essere il campo della sua attività apostolica. La sua arcidiocesi era vasta quanto un regno, stendendosi sulle terre in Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Svizzera. Il giovane Vescovo la visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e della condizione dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali ed ospizi. Profuse, inoltre, a piene mani, le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Nello stesso tempo difese i diritti della Chiesa contro i signorotti e i potenti.

Il rigore alla base del suo insegnamento

Riportò l'ordine e la disciplina nei conventi, con un tal rigore da buscarsi un colpo d'archibugio, sparato da un frate indegno, mentre stava pregando nella sua cappella. La palla non lo colpì, nonostante la sua mantella rimase forata all'altezza della spina dorsale. La cosa fu vista come il segno che Dio voleva che si realizzassero alcune opere del santo. Il foro fu la più bella decorazione dell'arcivescovo di Milano.


La peste a Milano

Durante la terribile peste del 1576, quella stessa mantella divenne coperta per i malati, assistiti personalmente dal cardinale Arcivescovo. La sua attività parve prodigiosa, come organizzatore e ispiratore di confraternite religiose, di opere pie, di istituti benefici. Milano, durante il suo episcopato, rifulse su tutte le altre città italiane. Da Roma, i Santi della riforma cattolica guardavano ammirati e consolati al Borromeo, modello di tutti i Vescovi. Ma per quanto robusta, la sua fibra era sottoposta a una fatica troppo grave. Bruciato dalla febbre, continuò le sue visite pastorali, senza mangiare, senza dormire, pregando e insegnando. Fino all'ultimo, continuò a seguire personalmente le sue fondazioni, contrassegnate da una sola parola: Humilitas.


La morte

Il 3 novembre del 1584, il titanico Vescovo di Milano crollò sotto il peso della sua insostenibile stanchezza. Aveva 46 anni, e lasciava ai Milanesi il ricordo di una santità seconda soltanto a quella di un altro Vescovo Milanese, Sant'Ambrogio.



Tratto con gentile concessione dal Sito: http://www.sancarloborromeo.org/

giovedì 17 giugno 2010

Le corrette tecniche, gli strumenti e i parametri di conservazione ideali di una Collezione di Santini e Immagini devozionali

Hl. Anna
Particolare da Miniatura su pergamena di provenienza conventuale di area Bavarese del sec.XVIII, con evidenti segni di ossidazione dei pigmenti naturali utilizzati
nella coloritura dell' Immagine devozionale.
(Collezione privata, per gentile concessione)



I Collezionisti si saranno sicuramente e non senza stupore più volte domandati come siano potuti Santini e Immagini di devozione su base cartacea o su pergamena da uno spazio temporale di due, tre o addirittura cinque secoli addietro giungere al sec.XXI ancora in condizioni di conservazione quasi perfette, prive di segni visibili di visite di termiti o tarli indesiderati, con colori ancora “freschi” e- nel caso specifico delle Immagini realizzate su base in pergamena- senza deformazioni o alterazioni della stessa materia o- ipotesi ancor peggiore- senza tracce di muffe, sempre pericolosissime e altamente deleterie per la corretta preservazione nel tempo dei colori e del suddetto prezioso e nobile supporto alla base della loro realizzazione.
La risposta a tale quesito è facilmente deducibile dagli stessi siti di rinvenimento originario della quasi totalità dei Santini e Immagini devozionali manufatte di piccole e medie dimensioni, creati dalla mano dell’uomo -non a caso- della grandezza ideale per poterne garantire la custodia all’interno di Messali e piccoli Libri di Preghiere.
Diversi e molteplici sono i fattori individuabili come responsabili del deterioramento nel tempo di materie come la carta e la pergamena.
Procediamo però con ordine approfondendo subito la conoscenza di tali importanti materie prime: la carta e la pergamena.

La carta

La carta alla base dei Santini utilizzata originariamente sin dal sec.XIII abbiamo visto in un mio precedente articolo (vedi anche alla sezione VIDEO qui sul Blog) come fosse costituita in prevalenza dalle fibre di lino e canapa costituenti gli stracci- materia prima- trattate attraverso la nota procedura di selezione manuale, disinfezione e decolorazione con la calce viva in grandi vasche contenenti acqua, e successiva macerazione meccanica e riassemblamento attraverso la fase manuale del “pescaggio” cosiddetto, operato da figure specifiche a ciò preposte nelle antiche Cartiere, con l’ausilio del setaccio, realizzato in legno e fitte trame in metallo che- nel caso specifico a noi noto e sicuramente a livello Europeo più famoso della Cartiera di Fabriano, inaugurata nel lontano 1276- introdussero per la prima volta il segno distintivo e caratteristico della filigrana, un autentico, antesignano “COPYRIGHT” dell’epoca, che nella fase finale di spianatura ed essiccatura del foglio così realizzato, indelebilmente con la pressione del torchio imprimeva su esso la firma della Cartiera, inconfutabilmente attestandone l’originaria provenienza.
La collatura realizzata con gelatina animale atta a garantire l’integrità nel tempo e l’impermeabilizzazione dei fogli fu un altro geniale elemento innovativo scoperto dai Cartai Fabrianesi: già per sua natura intrinseca infatti la carta e’ una materia igroscopica, insitamente invero soggetta all’assorbimento di acqua e/o vapore acqueo. E fu proprio tale rivoluzionaria tecnica ad eliminare definitivamente il saliente, annoso problema della “dispersione” dei colori così come delle antiestetiche “sbavature”dell’inchiostro, entrambi sino a quel momento riscontrati nelle delicate fasi di decorazione delle Immagini e nella realizzazione delle didascalie dedicatorie ai Santi in esse celebrati.
Va anche detto che la carta, proprio per sua intrinseca costituzione, è un materiale altamente deperibile; non a caso infatti sin dal sec.XIII ad essa si preferì per la realizzazione dei documenti più importanti e con valenza di “ufficialità” sia da parte di Monaci amanuensi che di laici esecutori la più nobile e, soprattutto, ben più duratura pergamena.
A suggello di quanto appena affermato va infatti citata la lunga schiera di Atti pubblici e privati – testi Sacri, atti giuridici e notarili, (testamenti, cessioni, compravendite, matrimoni, battesimi etc.)- che documentatamente sin dall’ epoca citata ed ancor prima, ovvero sin dall’Alto Medioevo, vennero preferibilmente ed oculatamente realizzati e trascritti dall’uomo sulla pergamena.

Ma qual’è l’origine della pergamena ?


E’grazie all’autorevole testimonianza del grande Storico e Naturalista latino Plinio il Vecchio (Como, 23 d.C. ca.- Stabia, 79 d.C.) nella sua Opera “De Naturalis Historiae” -Capolavoro enciclopedico in 37 libri di approfonditi trattati di Scienze naturali, Scienze Antropologiche, Astronomia e Fisica, che veniamo a conoscenza di come nel sec.II a.C. conflitti e rivalità tra il sovrano della città di Pergamo in Asia Minore ed il Faraone Tolomeo V di Egitto, a seguito del blocco imposto da parte di quest’ultimo all’esportazione del papiro- fino a quel momento utilizzato per la realizzazione di documenti e la vergatura di importanti atti- portarono, come reazione appunto della città di Pergamo, all’ invenzione della Pergamena.
Sin da allora e fino al XIX secolo, sempre per i documenti più importanti (tra cui doverosamente qui ricordo gli stessi antichi Editti pontifici e le Bolle Papali) vennero utilizzate pelli animali: nello specifico, anche distintamente alle differenti località geografiche, pelli ovine, caprine e bovine.
Inizialmente ristretta e limitata ai Conventi e Monasteri, laboriosa ed estremamente accurata ed interessante fu la procedura dai Monaci messa in atto per la realizzazione negli Scriptoria conventuali dei “fogli in pergamena”, alla base dei preziosissimi Codici Miniati, autentici Capolavori di Arte miniaturistica e di pazienza degli Amanuensi.


Le fasi di lavorazione della pergamena


La prima fase fu quella dell’ immersione in acqua e calce viva, che per naturale reazione chimica serviva a garantire la fondamentale detersione e disinfezione delle pelli.
A questa seguiva il passaggio in vasche contenenti semplice acqua, che, oltre ad assicurare il completamento della detersione intrapreso nella fase precedente, con tempi alquanto lunghi di permanenza ne garantiva l’ammorbidimento.
Successivamente le pelli, dai suddetti procedimenti “preparate, venivano dai Monaci -grazie ad un elaborato ed efficacissimo sistema che utilizzava sassolini e cordicelle sapientemente usate “a mò di ancoraggio” su telai a ciò preposti -stese e poste in tensione ad asciugare in grandi corti all’aria aperta.
La procedura successiva, detta “scarnicciatura” veniva posta in essere manualmente dai Monaci stessi, che con l’ausilio di pietre pomici e gesso di Volterra sapientemente ed uniformemente applicato alla pelle adagiata su un piano di lavoro orizzontale, provvedevano così alla fase fondamentale della chiusura dei pori e della definitiva eliminazione da essa di qualsivoglia asperità e/o impurità, atto preparatorio imprescindibile per l’accoglimento adeguato della fase finale e conclusiva dedicata alla realizzazione delle splendide miniature- create con colori rigorosamente naturali e “illuminate“ in prezioso oro zecchino- e del testo scritto.
Abbiamo ben visto nel mio articolo dedicato all’incisione a bulino su lastra di rame, come fu tale nobile materia prediletta dai più illustri Artisti-Incisori Europei- ed in particolar modo Fiamminghi- per la realizzazione delle loro più belle Immagini devozionali nel corso dei secc. XVII e XVIII, a giusto titolo definibili, pur nelle loro dimensioni difficilmente superanti i 6-9 cm. x 10-13 cm. (e, solo in ben più rari casi, come ad esempio i Santi fiamminghi incisi a bulino su spesse pergamene con elaborate e preziose cornici floreali di 14 x 18-20 cm. di dimensione) autentiche “Opere d’Arte in miniatura”.
Solo ora, che abbiamo per così dire familiarizzato con le materie-base dei Santini, possiamo procedere alla conoscenza ed approfondimento delle procedure “conservative”, ideali e consigliatamente da seguire per la corretta preservazione nel tempo degli stessi….


Polvere, luce, temperatura e umidità: se non controllate e nei “parametri ideali”, i primi veri NEMICI dei Santini


Non nasce certo dalla casualità la rigorosa protezione applicata e comune ai Musei di tutto il Mondo di Testi e documenti antichi cartacei e pergamenacei all’interno di spesse teche realizzate con speciali vetri anti-UV; la luce solare, e per meglio dire l’esposizione diretta ad essa, rappresenta infatti uno dei più importanti e temibili fattori-rischio di deterioramento ed alterazione e della materia – sia essa carta o pergamena, appunto- e degli stessi colori su essa presenti.
Nel caso anzidetto e specifico, già la custodia all’interno delle teche suddette, oltre a rappresentare una protezione palese a scopo deterrente per scongiurare eventuali pericoli di furto o danneggiamento volontario od involontario, oltre alla suddetta funzione di salvaguardia dai danni foto-espositivi, naturalmente rappresenta uno “scudo” protettivo fondamentale – in concomitanza certamente di condizioni barometriche escludenti percentuali non idonee di umidità- all’attacco di batteri e microrganismi vari.
Tralascio i nomi scientifici di tali tipologie di microrganismi, volutamente allertando però il Collezionista, informandolo che : cellulosa (alla base della carta ricavata dalle fibre degli alberi a a partire sin dalla prima metà del sec. XIX), cuoio, colle di origine vegetale ed animale, colori di origine naturale, tela, seta e pergamena, rappresentano il “banchetto di nozze” per tali temibili nemici dei Santini più antichi.
Non sono infatti “un caso” neanche i sofisticati impianti automatici di regolazione e monitoraggio costante della temperatura all’interno di Musei, Gallerie d’Arte ed Archivi destinati alla conservazione di documenti realizzati su base cartacea, lignea e in pergamena.
Oltre ai famigerati piccoli insetti e micro-organismi summentovati, un pericolo reale e minaccioso è altresì rappresentato da batteri che- sin dall’origine e per l’ intero arco temporale della loro esistenza- si nutrono e si riproducono favoriti dall’umidità dell’ambiente, creando e contestualmente sostentandosi di muffe, responsabili purtroppo di gravi e talvolta irreparabil danni ai materiali da essi infestati.
Fattore concomitante, e certo non secondario ne tantomeno trascurabile per la formazione di tale habitat ideale per batteri e funghi, è parimenti rappresentato da ambienti caratterizzati da temperature non adeguate, nel caso specifico “elevate”, che intervengono dannosamente oltre che sulla struttura molecolare stessa della materia (carta, ma ancor più pergamena) modificandola profondamente con risultati il più delle volte fatali ed irreversibili – esempio calzante e ad hoc è rappresentato dall’effetto “GONDOLATURA” detto anche in gergo filiconico “A GONDOLA” che subiscono i Santi fiamminghi su pergamena- anche sulla struttura e consistenza purtroppo degli stessi colori.
Ultimo e non ultimo, citiamo anche la polvere: una non adeguata e metodica, costante pulizia nell’ambiente- scatola in cartone (che personalmente sconsiglio vivamente) o raccoglitore che sia, all’interno di un mobile o libreria- ospitante l’amata Collezione di Santini, innescherà inevitabilmente i presupposti perché una o addirittura- nel caso più malaugurato- tutte le suddette condizioni pericolosamente si verifichino.


Come conservare al meglio i Santini


Concludendo, infine, il lungo excursus dedicato alla conoscenza di idonee modalità di conservazione e dunque alla prevenzione di indesiderati “danneggiamenti” alla Collezione, mi sento responsabilmente di consigliare ed orientare i Collezionisti alla messa in atto e al rispetto di tali punti fondamentali:

• A)

Proteggere DIRETTAMENTE ogni Santino SINGOLARMENTE riponendolo all’interno di un foglio di carta ripiegato “a libretto”: un foglio di quaderno –benissimo anche di carta velina della stessa grandezza di quest’ultimo- garantirà, per le sue dimensioni, la misura ideale adatta a quasi tutti i Santini; solo SUCCESSIVAMENTE a tale primaria e FONDAMENTALE azione cautelativa il Santino potrà essere ospitato- a scelta del Collezionista- all’ interno delle tasche in plastica dei classici ALBUM PORTAFOTO (sono facilmente reperibili ovunque nelle Cartolerie modelli a due o quattro TASCHE per foglio) o di ALBUM di carta di grandi dimensioni (quelli utilizzati dagli studenti per le ricerche, per intenderci), cui, nel caso specifico, dovranno personalmente dal Collezionista essere posti i quattro “bordini adesivi” per foto, che ospiteranno al loro interno, “incorniciandolo”, il Santino.
Cito anche questa opzione- molto utilizzata dai Collezionisti nei secc. XIX e XX- pur con buon senso limitandola unicamente alla conservazione di Santini in cromolitografia e/o comunque seriali e “moderni”: ne sconsiglio infatti vivamente la messa in pratica per Canivets, Incisioni fiamminghe, Manufatti, Semi-manufatti e Meccanici (“merlettati”o “di pizzo” altrimenti detti) del sec. XIX, che potrebbero infatti essere danneggiati sin dal tentativo di “inserimento” all’interno degli stessi “bordini”….
• B)
Verificare e controllare di sovente le condizioni di assenza di POLVERE all’ interno dell’album e dello stesso mobile e/o libreria ove questo viene riposto.
• C)
Anche se non si dispone di sofisticati impianti di regolazione della TEMPERATURA, basterà con il sussidio di un semplice ma attendibile e, soprattutto, ben funzionante TERMOMETRO posto all’interno del mobile, costantemente MONITORARE la TEMPERATURA e VIGILARE che si mantenga costante in loco a 15-18°C., indipendentemente dalla stagione in corso e dalla temperatura esterna.
• D)
Per monitorare il grado di umidità – che MAI E IN NESSUN CASO dovrà superare il 45/60% U.R. (di umidità relativa) presente in sede, sarà necessario ed indispensabile l’ausilio di un IGROMETRO.
In commercio, e con modica spesa, è reperibile anche on line con la comodità di un clic il BAROMETRO-TERMO-IGROMETRO PORTATILE che potrà da solo, proprio per la triplice funzione, monitorare la temperatura e la stessa umidità.
• E)
Aerando bene l’intero ambiente e SEGUENDO ATTENTAMENTE le indicazioni e le MODALITA’ d’ USO del foglietto allegato, a scopo di PREVENZIONE, periodicamente si potranno utilizzare nella stanza che ospita le Collezioni belle e preziose dei Collezionisti- beati loro !- più fortunati, degli SPRAY ANTIMUFFA, per i quali tuttavia, date alcune importanti CONTROINDICAZIONI, consiglio il Collezionista eventualmente fruitore ad assumere preventivamente tutte le INFORMAZIONI a riguardo: lo stesso Ferramenta o Colorificio sotto casa potrà consigliarci in tal senso guidandoci con competenza ad un acquisto utile e soprattutto sicuro.
• F)
Ricordo, anche se superfluo, ogni qualvolta si desideri “ammirare” i propri Santini, di aver cura di NON ESPORLI alla luce solare diretta (o anche luce elettrica particolarmente aggressiva) che potrebbe, come abbiamo visto, danneggiarne i colori e la stessa struttura.

Sperando di esserVi stata utile e soprattutto di non averVi annoiato, concludo augurando di cuore a tutti: BUONA COLLEZIONE !

Paola Galanzi

domenica 13 giugno 2010

DIE KLOSTERARBEIT: per designare l’antica tradizione conventuale Europea sin dal XVI secolo: Elisabeth Klein una sua attuale, grande Interprete

Il termine tedesco Klosterarbeit - lett.:“lavoro claustrale”-riassume e racchiude nel suo significato la mirabile e straordinaria produzione di manufatti monasteriali documentatamente in uso sin dal sec.XVI, e, probabilmente ancor prima, presso Conventi e Monasteri presenti ovunque sul vasto territorio Europeo.
Vera e propria Arte, praticata in particolare dalle Monache, si affiancò verosimilmente sin dall’epoca tardo-medioevale alla realizzazione dei meravigliosi e assai preziosi Codici miniati e Immagini devozionali con straordinarie miniature di Santi su pergamena all’interno degli Scriptoria conventuali.
Alla luce di tali premesse appare evidente che siamo, anche in questo caso, davanti ad autentici MANUFATTI, realizzati con un eccezionale e caleidoscopico “mélange” di varie tecniche, spesso mirabilmente associate tra loro: il disegno e la pittura (la miniatura), il “collage” di materiali vari (tessili, cartacei, decorativi in carta o metallo e persino aurei), l’intaglio, il ritaglio) applicate su basi in carta, cartoncino, pergamena, rasi, velluti e/o preziosi broccati.
Doni di gratitudine offerti a generosi benefattori e alti Prelati in visita presso i Conventi, i KLOSTERARBEITEN rappresentarono di fatto nei secoli anzidetti i piccoli Capolavori manufatti realizzati dalle Suore nello spazio temporale specificamente designato a tali straordinarie attività artistiche e manuali nelle lunghe giornate claustrali scandite da rigidi ritmi di sveglie antelucane e preghiere.
Anche nel nostro Paese tali “lavori conventuali” restarono tradizionalmente in uso fin nella prima metà del secolo scorso, per poi andare, man mano, tristemente scemando.
Le Mamme di molti tra noi ben ricordano ancora oggi le Suorine sin negli Asili dell’Infanzia, ma ancor più nella Scuola Elementare, che con pazienza ed Amore insegnavano e tramandavano ai bimbi l’Arte conventuale antica della puntinatura con ago su carta e del collage.
In Italia, e in Toscana in particolare, Conventi e Monasteri claustrali con grande e rara dedizione si votarono nello specifico alla realizzazione di splendide Immagini devozionali su carta e pergamena “colorate”, per così dire, da artistici collages di carte policrome, piccoli dettagli in carta acquerellati a mano e preziosi lustrini di ogni forma e cromia: a Lucca, sin dal sec.XVIII e per tutto il successivo famose e di bellezza unica nel loro pregio di MANUFATTI furono le Immagini devozionali create ed espressamente dedicate dalle Suorine ai temi più cari ed antichi della devozione Cristiana: il Sacro Cuore di Gesù, la SS. Vergine Maria e le Vite dei Santi tradizionalmente più amati.
Rari e preziosi esemplari di tali anzidette Immagini devozionali di Scuola Lucchese entrarono a far parte della già splendida Collezione della grande Collezionista e Studiosa Veneta -nonché stimata Incisore- Dolores Sella (1918-2006), il cui Capolavoro letterario “SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI IN EUROPA DAL SECOLO XVI AL SECOLO XX”, 1997, Lucca-Pacini -Fazzi Editore, ne offre al Lettore-Collezionista un saggio particolarmente rappresentativo e di suggestiva bellezza.
Oggi, nell’antica ed affascinante Terra d’Alsazia, il più importante e celebre Museo della Regione, il “Musée de l’Image Populaire- Musée de France” con sede nella città di Pfaffenhoffen, ospita quest’anno dal 24 Aprile al giorno 20 c.m., un’importante Mostra di Immagini devozionali e Manufatti conventuali, facenti parte della ricca e preziosa Collezione privata dell’Artista e Collezionista Tedesca Elisabeth Klein.
CANIVETS- termine in lingua Francese ben noto ed amato dai Collezionisti che trova in senso lato il suo corrispondente in Tedesco in “KLOSTERARBEITEN”, in quest’ultima lingua sinonimo anche di “SPITZENBILDER” e “SCHNITTBILDER”- è il nome dato alla Mostra e in essa l’Artista ha voluto contribuire con alcune Immagini devozionali del sec. XIX tratte dalla sua privata Collezione, ma ancor più con sue straordinarie ed uniche Opere (per lo più rientranti nella tipologia dei KLOSTERARBEITEN) originali Creazioni realizzate -secondo l’osservanza fedele delle antiche tecniche claustrali (l’
Artista utilizza per alcune di esse autentico filo in oro)– e celebrative dell’Iconografia e dei simbolismi Sacri Cristiani.
Alcuni dei Santini e Immagini devozionali che potrete ammirare nel VIDEO corredato in esclusiva a questo articolo sono riproduzioni Artistiche (esposte accanto agli originali d’epoca) firmate da Elisabeth Klein; nel caso specifico di alcune Immagini devozionali, il Santo rappresentato in ovale è stato dall’Artista realizzato con un disegno esclusivo ed inedito con la tecnica della MINIATURA con colori ad olio.
Segnalo infine le originalissime Uova di anatra ricamate a mano- antica tradizione claustrale di area Austro-Tedesca- che potrete anche ammirare sul Sito personale dell’Artista: http://www.kunst-am-ei.info/

Per chi non parla la lingua Tedesca consiglio l’utilizzo del traduttore offerto da GOOGLE.
Ho avuto modo di sentire di recente Elisabeth che mi ha espresso la più grande soddisfazione per gli unanimi consensi ed il vivo apprezzamento ricevuti dai tantissimi Visitatori, tra cui molti Collezionisti, Estimatori e Studiosi provenienti da molte città francesi e dalla vicina Germania.
Anche per noi Collezionisti in Italia e per tutti i Collezionisti d'Europa e del Mondo, geograficamente distanti dalla Francia, Elisabeth gentilmente ci offre, con questo interessante VIDEO, un “virtuale” biglietto gratuito per vedere alcune delle sue straordinarie Opere esposte in questi giorni al Musée de l’Image Populaire-Musèe de France di Pfaffenhoffen, che come abbiamo detto, le ospiterà fino al giorno 20 di questo mese.
Naturalmente tutte le Creazioni dell’Artista (sia le Immagini devozionali con miniatura che i Klosterarbeiten) sono in vendita: chi di Voi è interessato può contattare direttamente Elisabeth Klein a: kunst-am-ei@gmx.de

Prendete pure posto comodamente nel Salotto del nostro Blog: auguro a tutti una Buona Visione della straordinaria MOSTRA di Elisabeth Klein, cui auguro di Cuore, ringraziandola per la sua Amicizia, un meritato e grandissimo Successo !

Paola Galanzi

martedì 8 giugno 2010

Iconofilia e Cultura: Suor Isabella Piccini, una valente Artista-Incisore e una grande Donna nel Veneto del sec.XVII

La Beata Vergine Maria
Splendida incisione a bulino su rame realizzata e firmata dalla straordinaria Artista-Incisore Veneziana Suor Isabella Piccini
Stampa ex-libris -Italia, sec.XVIII
(Collezione privata Ermanno e Serena Raio)


La Storia di Suor Isabella-al secolo Elisabetta- Piccini (1644-1734) è una Storia appassionante che induce il Lettore a un’inevitabile, profonda compartecipazione e commozione per il suo realismo.
"Figlia d’Arte", con il padre già stimato Incisore, alla morte di questi, prematuramente sopraggiunta quando lei è poco più che adolescente, a lei, quale figlia maggiore, toccano in eredità la Bottega paterna e le onerose responsabilità del mantenimento della Famiglia.
La Storia della sua vita, fatta di grandi e pesanti sacrifici ,offerti a Maria Vergine con Fede semplice, e di autentico Amore e genetica predisposizione per l’Arte, ci viene oggi presentata con viva e meravigliosa testimonianza, dalla Dott.ssa Laura Di Fazio, stimata Incisore a sua volta - alcuni suoi Lavori sono presenti presso la Civica Raccolta di Stampe Bertarelli di Milano- e profonda conoscitrice delle Discipline Artistiche.
Brillante Ideatrice della esclusiva Enciclopedia delle Donne, con passione unica ed encomiabile ne ha personalmente curato la realizzazione dedicando tutto lo spazio a Donne importanti che, con intelligente e rara Maestrìa, si sono con Onore nei secoli conquistate un posto ed una considerazione speciale nella Storia dell’ Arte.
L’immagine di Suor Isabella, Artista e Donna, che emerge dalle bellissime testimonianze documentali raccolte dalla Dott.ssa Laura Di Fazio è un appuntamento imperdibile e di rara emozione: dopo aver letto il suo bellissimo articolo, provate a chiudere gli occhi: non Vi sarà difficile sentire Suor Isabella ancora viva e presente insieme a tutti noi, con il suo elegante e simpatico accento Veneziano e con le mani macchiate d’inchiostro per le sue incantevoli incisioni a bulino su rame….
Paola Galanzi


Elisabetta Piccini
detta suor Isabella
Venezia 1644 - Venezia 1734

Elisabetta Piccini, o meglio suor Isabella Piccini, è una delle rare e assai poco conosciute donne incisore.
Nasce nel 1644 a Venezia da una famiglia di incisori veneziani. Suo padre Jacopo Piccini (attivo fino al 1669) e suo zio Guglielmo riproducono su rame i quadri di Tiziano e di Rubens, ma lavorano anche come illustratori per tipografi ed editori.
Dunque sin da piccola Elisabetta vede lastre di rame e bulini, inchiostri e libri illustrati. Il padre la educa alla pratica del disegno e del bulino, che richiede una certa forza. Elisabetta impara ad incidere in maniera profonda la lastra, cosa che consente ai tipografi di “tirare” un numero significativo di stampe; per questo motivo, e per il compenso davvero modesto, le sue incisioni sono molto richieste.
E’ un’adolescente quando il padre viene a mancare. Ma ha un “mestiere”, tanto che il 20 novembre 1663, a soli 19 anni, è già imprenditrice di sé stessa: Elisabetta presenta al Doge la domanda per l’autorizzazione in esclusiva alla stampa di alcuni soggetti da lei incisi dopo la morte del padre ed il Senato le accorda tale Privilegio.
Ma per una fanciulla, seppur forte della sua competenza ma certamente non abbiente, la scelta del convento è più o meno obbligata. Così nel 1666, poco più che ventenne, entra nel convento francescano di Santa Croce in Venezia e cambia il suo nome in suor Isabella.
Entrare in convento significa per Isabella poter esercitare la sua arte in tutta tranquillità e in un ambiente, per così dire, protetto. La sua attività, che l’accompagnerà per tutta la vita, è intensa, feconda, vitale: suor Isabella fornisce opere ai più conosciuti editori veneziani. Riesce a stento a far fronte alle commissioni dei tipografi liturgici e dei librai – per citarne qualcuno: a Venezia Bartoli, a Padova la Tipografia del Seminario, a Brescia Gromi e a Bassano i Remondini, con i quali avrà una relazione d’affari di oltre quarant’anni ed un intenso epistolario.
Sono talmente tante le richieste che riceve, che «potea darne dugento annui ducati al monastero per andarne esente da ogni officio» (Moschini 1924, p. 50). Con il ricavato di incisore, dunque, Isabella, contribuisce al mantenimento del monastero, tanto da poter essere esentata dalle consuete incombenze che sarebbero spettate ad una suora. Aiuta anche sua sorella Francesca con una dote di 300 ducati e ne sostiene le spese per la vestizione, perché anche Franceschina, nel 1673, entra nello stesso convento e prende i voti, che però scioglierà undici anni dopo per sposarsi. Quando, a seguito di una malattia, Franceschina muore, nel 1709, nomina Isabella erede di tutti i suoi beni.
Suor Isabella ha 74 anni quando viene nominata Vicaria del Convento; lo è per 6 anni, dal 1718 al 1724 ma non apprezza la responsabilità, come scrive in una lettera a uno dei Remondini «…la Vicaria in sino sto Ottobre e poi viva Gesù … sei anni che sono in catena co tanti pesi addosso. Presto sarò libera.» E ancora «…Sono molto contenta a essere fuori dè 6: anni de vicariato Le me uolleua tornar a far, ma io, li, hò, detto sul sodo che gellassero il confesso, cioè li dusento ducati al lano nò li darò più, che si spente tanto nel uicariado e spicera è morta tutto in anni sei, che no so come sono stata salda, con tutti sti pensieri e spiese. Solo M.V. mi ha assistito. Quindo che, le à sentito che lasserò la il confessor; Le, a, messo le piue spiese in saco, è de più le me uolleua far Badessa…»Ma cosa incide suor Isabella? La sua produzione è legata soprattutto alla illustrazione di testi sacri, messali, libri di preghiere, breviari, biografie di Santi, ma anche ritratti, stampe divulgative di genere profano, soggetti allegorici ed illustrazioni di manuali. I suoi lavori sono apprezzati dagli editori e molto richiesti dal pubblico, che ama quelle rappresentazioni religiose dal sapore semplice e sincero.
E come lavora? i Remondini, ormai diventati i suoi editori preferiti, le forniscono le lastre di rame e a volte anche il disegno da riprodurre, Isabella manda la lastra dal calderer (o l’uomo del rame) il quale la prepara e dopo qualche giorno è di nuovo da Isabella per essere incisa a bulino.
In circa sessantotto anni, questo il tempo passato in convento, senza una allieva o un aiuto, suor Isabella realizza da sola tutte le sue incisioni; in una delle tante lettere scritte ai Remondini si legge «…Vostra sig.ria si assicuri che non alleva niuna, ò insegnato a q. creature, e tutte quando che ano studiato si stuffa e no volle star chiuse, come sono stata io…».
Da questo ricco epistolario con i Remondini, divenuti nel tempo anche suoi confidenti e amici, conosciamo la suor Isabella imprenditrice: a 76 anni sa vendere e gestire le proprie opere anche quando pervengono contemporaneamente da editori diversi; si fa rispettare soprattutto quando non sono puntuali nei pagamenti.
Ma la fatica, con l’età e la salute precaria, si fa sentire e Isabella contesta lastre di rame troppo grandi «...sotto il torcollo che sempre, i, me sé adosso (…) quanto poi à il Santo che lei mi mandò, è molto grade, è stento a lauorar rami cusì gradi».
Suor Isabella muore in povertà la sera del 29 aprile 1734, a 90 anni.
Dr.Laura Di Fazio


Fonti, risorse bibliografiche, siti
Luisa Di Vaio, Suor Isabella Piccini in «Grafica d'Arte», Anno XIV, Gennaio-Marzo 2003, Numero 53

Si ringrazia l’Autrice del suddetto Articolo,tratto da http://enciclopediadelledonne.org/index.php?azione=pagina&id=55
per la squisita disponibilità e la gentile concessione al Blog

LETTURE CONSIGLIATE SULL’ARGOMENTO
Suggerisco agli Amici Collezionisti e ai Lettori del Blog per un ulteriore approfondimento della Biografia di Suor Isabella Piccini questa interessantissima e valida Pubblicazione: Isabella Piccini -VENEZIA 1648-1734 a cura di Vittoria Gosen- Editrice Eidos, corredata da splendide immagini di incisioni firmate dall’Artista e con l’esclusiva presentazione di lettere autografe tratte dal fitto e costante scambio epistolare intrattenuto in un lungo arco temporale di circa quaranta anni dalla stessa con i celebri Stampatori REMONDINI di Bassano del Grappa.
L’Opera è acquistabile on line per la modica cifra di Euro10 direttamente sul Sito della Casa Editrice EIDOS: http://www.editrice-eidos.com/index_i.html


sabato 5 giugno 2010

Iconofilia e Immagini devozionali in Europa: Welkom bij Flanders !



Prosegue il nostro entusiasmante viaggio virtuale intorno al mondo alla scoperta delle Immagini devozionali più belle e preziose delle Collezioni, gentilmente e generosamente messe a disposizione di tutti i Collezionisti e Lettori del nostro Blog.
Oggi voliamo nell’incantevole ed antica Terra delle Fiandre, che ha dato nei secoli i natali, oltre che a Pittori di fama mondiale quali nel XV secolo Jan van Eyck, Rogier van der Weyden, Giusto di Gand, attivo e preferito alla Corte urbinate di Federico da Montefeltro, Pieter Paul Rubens - giusto per citarne alcuni nella ricca schiera- agli Incisori più illustri- ormai più che noti e familiari a tutti i Collezionisti- che firmarono le Immagini devozionali tra le più belle e preziose mai realizzate.
Molti tra loro nacquero e trascorsero interamente la loro vita ad Anversa –Antwerpen in Fiammingo- sin dal sec.XIV e fino alla prima metà del XVII, grazie alla privilegiata posizione del suo porto, indiscusso snodo nevralgico di fiorenti traffici commerciali.
E proprio da questa città, cattolica, operosa e assai prospera, nei successivi secc.XVI, XVII e XVIII le belle Immagini devozionali così magistralmente incise a bulino su carta e pergamena si diffusero, con unanime apprezzamento, in tutto il territorio Europeo e ben oltre i confini di esso.
A breve distanza da Anversa, anche se ancor più vicino al confine con l’Olanda c’è Retie un piccolo ma ridente paese, dove, nell’orgogliosa tradizione nazionale del vivo ricordo degli Artisti che fecero conoscere nel Mondo la bellissima Terra delle Fiandre è nato il caro Amico e Collezionista Dr.Theo Breugelmans.
Theo ha sin da bambino sentito dai “grandi” ed imparato i nomi dei Wierckx, Collaert, van Merlen, Galle, de Boudt ed insieme all’orgoglio spontaneo della “consanguineità” genetica che a tutti loro profondamente lo accomuna, sin da piccolo è rimasto particolarmente affascinato da San Martino, un Cavaliere romano, un Santo, dalla vita e dalla storia particolare ed unica..
Sono belli i ricordi dell’infanzia di Theo nel piccolo paese di Retie e bellissima ed interessante la Storia della sua Collezione.
Theo è un Docente ed oggi, da adulto, insegna lui con amore e passione ai suoi alunni l’importante Storia delle Fiandre e dei suoi grandi Incisori…
Ha creato anche lui con molto entusiasmo un Blog, molto bello ed interessante,- ne troverete il LINK alla sezione SITI E BLOG AMICI qui sul Blog- ricco di interessanti contenuti ed Immagini devozionali rare e bellissime tratte dalla sua splendida Collezione e firmate dagli Artisti fiamminghi più famosi dei secc.XVI-XVII e XVIII, di cui oggi con amichevole generosità ci offre un bellissimo saggio nella esclusiva GALLERIA corredata, come di consueto, all’articolo.
Ma la testimonianza più bella dell’invisibile eppur vivo “trait d’union” (filo conduttore) che unisce tutti i Collezionisti è il bel ricordo di cui Theo con grande sensibilità ci rende partecipi, dei suoi occhi di bambino affascinati dalla Storia di San Martino raccontata dai “grandi” ai vivi bagliori del grande falò scoppiettante sotto le stelle organizzato per la Festa in suo onore, proprio quando nella nostra Italia, in un paese profumato di biancospino e roselline selvatiche gli occhi del caro Amico Lucio, bambino, si rischiaravano felici al volo di tante piccole lucciole….
Vi lascio ora in sua compagnia….
Hartelijk dank Theo ! Tot binnenkort ! (Tr.: Grazie di cuore e a presto !)
Paola Galanzi
The Story of my Holy Cards’ Collection about St.Martin
Why am I collecting St. Martin -alias Sint Martinus, Sint Maarten, SINTEMETTEN- You are maybe wondering?
Well, he is first of all the Patron-Saint of Retie.
In this little village, in the north of Flanders, I was born during the second world war, in 1943. It was there that I lived a happy childhood and youth and every year again on the 11th of November I renewed enjoying celebrating Saint Martin. Sweet memories of when as very little we all together joyfully collaborated to make some heavy faggots to get a very large fire in honour of St. Martin. I remember that when still a young boy my throat was hurting from singing too loud in this joyful Feast' Day ! One whole day, all together singing out loud that same old St. Martin’s song. We had no purse but people used to give us a little money or some sweets inside a glove on that very special day. Saint Martin on his white high beautiful horse, in this occasion mostly played by our Mayor, kept me awake for several nights, playing live and fascinating roles in my young boy’s dreams: he was actually my Hero ! How many different books I read about the famous Martin and the beggar….. As a child I knew mostly everything about this noble Roman Knight who so generously spent his whole life just helping the poor.
Luckily, even now, being an old man, there’s always that little child in me that could never let my “SINTEMETTEN”go.
Living in Flanders with its rich History and famous Artists, it was easy to start a Collection of the old copper-engravings from the 16th,17th and 18th century. Antwerp was in those days the centre of the charming Religious Art. Artists like Wierckx and Galle were by that time known all over the world. Where can one nowadays still find these little “pieces of Art”? Here in Flanders for sure, just in the surroundings of Antwerp. That is where I still search with passion for all these beautiful and old engravings, coloured or not, both on paper and on parchment.
They are all precious witnesses from Flanders, my Motherland’s rich and ancient past: still living examples from our splendid Flemish Folk Art.
With my best Greetings from Flanders to all the Italian Holy Cards’Collectors and Paola’s Blog Readers,
Theo Breugelmans

Traduzione: La Storia della mia Collezione di Immagini devozionali dedicate a San Martino.

Vi starete probabilmente chiedendo come mai io abbia scelto di collezionare Immagini devozionali proprio di San Martino- Sint Martinus, Sint Maarten, SINTEMETTEN, come qui viene anche chiamato-
….bene, il primo motivo è perché San Martino è il Santo Patrono di Retie…
In questo piccolo villaggio, nel nord delle Fiandre, io sono nato durante la seconda guerra mondiale, precisamente nel 1943.
Ed è proprio in questo paese che io ho trascorso una infanzia serena ed una giovinezza gioiosa e spensierata, rinnovando ogni anno, il giorno 11 di Novembre, la grande emozione di celebrare San Martino.
Dolci e bei ricordi di quando appena bambini in quel giorno collaboravamo entusiasti con i “grandi” per preparare pesanti fascine di legna per il grande fuoco acceso in onore di San Martino…..ricordo bene quando da ragazzino mi faceva addirittura male la gola per quanto avevo a squarciagola cantato tutto il giorno l’antica canzone a lui dedicata !
All’epoca non possedevamo neanche un borsellino, ma la gente, in quel giorno così “speciale” ci regalava qualche soldino e dei dolcetti e caramelle che raccoglievamo dentro un piccolo guanto.
San Martino, sul suo bellissimo cavallo bianco -che veniva in quell’ occasione quasi sempre impersonato dal Sindaco del paese- mi teneva sveglio per notti e notti intere, ricoprendo nel mio immaginario di fanciullo il ruolo indiscusso dell’ Eroe dei miei sogni !
Quanti libri ho letto del famoso Martino e del povero ! Sin da bambino già sapevo tutto di questo nobile Cavaliere romano che aveva con tanta generosità speso la sua vita per aiutare i poveri…
E fortunatamente, anche ora che sono un adulto, non ho mai perso quel lato bambino che c’ è sempre in me e che mai lascerebbe andare il mio San Martino !
Vivere qui nelle Fiandre è stata per me una fortuna, nel senso che qui è facile poter iniziare una Collezione di belle Immagini devozionali dei secc.XVI-XVII e XVIII, essendo stata a quei tempi Anversa l’ autentico “cuore” Europeo dell’ Arte Religiosa, e Artisti-Incisori Fiamminghi come Wierckx e Galle già allora, conosciuti e stimati in tutto il Mondo.
Ma dove ancora oggi si possono trovare questi autentici, piccoli “Capolavori” della devozione popolare ? Qui nelle Fiandre sicuramente, nei dintorni di Anversa, dove io stesso, ancora con incredibile, grande passione cerco quelle meravigliose incisioni a bulino su carta e su pergamena, colorate o in bianco e nero; sono testimonianze preziose della mia Patria, le Fiandre, dall’antico e ricco passato, esempi nobili e ancora “vivi” dell’affascinante Arte tradizionale popolare Fiamminga, la “nostra” Arte..
I miei più cordiali saluti a tutti i Collezionisti Italiani di Santini e Immagini devozionali e a tutti i Lettori del Blog di Paola,


Theo Breugelmans

martedì 1 giugno 2010

L’ANGOLO DEL COLLEZIONISTA: “ HO UN SANTINO DA CEDERE DALLA MIA COLLEZIONE, FORSE PUO’ INTERESSARTI ? ”


Inauguriamo oggi con entusiasmo sul nostro Blog una PAGINA SPECIALE, pensata, dedicata e RISERVATA ESCLUSIVAMENTE ai Collezionisti (è evidentemente sottinteso”di Santini e Immagini devozionali”), ergo, annunci di Venditori professionali e/o Collezionisti dediti abitualmente alla vendita di Santini sui propri Siti non saranno qui ammessi, con nessuna eccezione.
Il nome con il quale questo importante spazio riservato ai Collezionisti di Santini nasce è semplice ma di buon auspicio per favorire la stessa conoscenza e l’inizio di nuove amicizie e collaborazioni tra tutti i cultori di questa bellissima passione: IL MERCATINO DEI SANTINI, dove, proprio come in un ridente Mercatino all’ aperto, i Collezionisti potranno virtualmente incontrarsi e rapportarsi in merito alle loro preferenze di Collezione.
L’idea di questa pagina nasce dalla comune situazione che unisce tutti i Collezionisti: a chi tra noi, infatti, periodicamente non capita, sfogliando le belle Immagini della nostra Collezione di individuare “doppioni” o anche alcune Immagini, acquisite all’ inizio della Collezione, di una particolare tipologia che ora non ci attira più come allora (e che magari, senza che noi lo sappiamo, è invece la tipologia preferita da un altro Collezionista….!), o ancora, di renderci conto che i bei Santini meccanici del secolo XIX (aliasmerlettati”o “di pizzo”, altrimenti detti) hanno raggiunto ormai un elevato numero nei nostri Album che si rende ora indispensabile ridurre ?....
E ancora, magari per un gesto di cortesia e disponibilità, sapendo che un amico Collezionista (concedetemi una importante precisazione: i SAN CARLO BORROMEO sono- ovviamente - tutti per il nostro comune e stimato Amico Dr. Carluccio Frison !) cerca solo una determinata tematica o un Santo preciso, mettere a disposizione con piacere ciò che abbiamo in merito, certi di trovare presso un altro Collezionista quello che invece noi ricerchiamo…
Questa PAGINA SPECIALE, offrirà dunque ai Collezionisti la possibilità di inviare al Blog un breve testo corredato da un massimo di 10 immagini per annuncio, con precisa indicazione RISERVATA al webmaster del nome completo (che in assenza di specifica autorizzazione alla pubblicazione rimarrà tuttavia protetto dalla normativa vigente sulla privacy) e indirizzo e-mail per il contatto, e di poter in questo modo DIRETTAMENTE e personalmente interagire con altri Collezionisti, eventualmente interessati a quelle Immagini.
Parimenti, se un Collezionista CERCA un Santino o una tipologia in particolare, potrà ugualmente pubblicare sulla suddetta PAGINA-BACHECA il suo annuncio con relativo contatto e-mail.
Appare evidente e inequivocabile che il presente Blog si limita con tale pagina solo ed UNICAMENTE a mettere a disposizione una BACHECA virtuale sulla quale poter pubblicare e dare visibilità ai brevi annunci e alle immagini dei Santini ad essi corredate e che il rapporto sarà gestito privatamente UNICAMENTE tra i Collezionisti che decideranno di mettersi in contatto tra loro.
IMPORTANTE: Al fine di ottimizzare la visibilità dei Santini, consiglio di effettuare scansioni degli stessi NON inferiori a 400 dpi.
Le immagini ed il breve testo, unitamente al vostro nome e cognome completo (che, ripeto, resterà RISERVATO se NON se ne autorizzerà il Blog alla pubblicazione) e indirizzo e-mail per il contatto potrete inviarle a:
liberantico@gmail.com

Troverete facilmente la pagina-bacheca de
"IL MERCATINO DEI SANTINI" a dx. sotto i SITI E BLOG AMICI. Attendiamo i vostri annunci e le immagini dei vostri Santini !
Bene, non mi resta che augurare a tutti gli Amici Collezionisti e a chi si avvicina ora per la prima volta a questo incantevole mondo popolato dai nostri Santi più amati “ Buone cose” a "IL MERCATINO DEI SANTINI"!

Paola Galanzi