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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





martedì 9 febbraio 2016

L'ANTICHISSIMO SANTUARIO DI SAN RASSO IN BAVIERA CELEBRATO DALL'ARTISTA-INCISORE JOSEF GEIGER IN UN RARO SANTINO DELLA PRIMA META' DEL SECOLO XIX


"Dal Pellegrinaggio sono tornato e questo Santino per te ho portato"

Raro e meraviglioso Santino-Ricordo del Pellegrinaggio.
 
Artista-Incisore e Stampatore: Josef Geiger in Augsburg
Baviera, Germania, prima metà del secolo XIX

©Collezione privata Galanzi- E' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE



E' un Santino assolutamente rarissimo e speciale, carico di Storia, di Devozione profonda e di Tradizioni Cristiane e Cattoliche che affondano salde le proprie radici ed origini nell'Alto Medioevo.

Racchiuse entro i perfetti ovali, riccamente incorniciate da una sottile lamina in oro sbalzata in un tripudio raffinato di grandi margherite e foglie d'acanto armonicamente disposte su un sottilissimo reticolato ed esaltate, nell'elegante bellezza delle incisioni al tratto e al puntinato e nella sorprendente freschezza dei colori- con ammirevole cura del dettaglio dati a mano con pennelli dalla punta sottilissima- le Sacre Figure venerate nei quattro Santuari principali della cattolicissima Baviera, in Germania.

 
 
Gli ovali con le S.Effigi dell'Immacolata Concezione e della S.Vergine Maria con il S.Bambino Gesù-dettaglio del Santino

©Collezione privata GalanziE' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE


L'Immacolata Concezione, veneratissima in tutta la Regione ed in particolare, sin dal secolo XVIII nelle Città di Augsburg e Monaco, splendidamente inaugura in alto, alla sinistra del prezioso Santino, la serie dei quattro tondi celebrativi; segue la S.Vergine Maria con in grembo il S. Bambino Gesù, la Sacra Tunica -denominata in lingua Tedesca Der heilige Rock- preziosa Reliquia ritenuta essere la SacraTunica indossata dal Cristo Gesù prima della sua Crocifissione- conservata nell'antichissimo Duomo della Città di Treviri- città natale dello stesso Sant'Ambrogio, Patrono di Milano- ed infine, ultima sulla destra in basso, la suggestiva quanto rarissima Effigie di San Rasso di Andechs.
 

 
St. Raso di Andechs- dettaglio del Santino

©Collezione privata GalanziE' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE


Quest'ultima Effigie appare quasi come un particolare secondario nell'armonioso insieme del Santino ma, di fatto, per la sua antica e particolare Storia, non lo è.

Nell'immagine in dettaglio, secondo un'antica e assai rara iconografia, si può infatti chiaramente ammirare l'originario sarcofago in vetro che accolse le spoglie mortali del Santo.

La vita e le origini  del Conte Rasso, venerato come Santo- in lingua Tedesca anche chiamato Graffrat o Grafrath- si perdono, alquanto nebulose e talvolta contraddittorie, nell'Alto Medioevo, in Epoca Carolingia.

 
 
Carlo Magno, primo Imperatore del Sacro Romano Impero

La corona incernierata sul capo di Carlo magno è quella portata a partire dal secolo XI dagli imperatori del Sacro romano Impero. Questa corona identifica Carlo come imperatore tedesco. Ritratto idealizzato di Carlo Magno, bottega di Albrecht Dürer, 1514, olio su legno di tiglio.
Fonte: © Stiftung Deutsches Historisches Museum, Berlino.


Cavaliere e di nobile discendenza, secondo un'antica fonte tramandata oralmente ed oggi nella Regione, dopo annose dispute e controversie, infine accreditata anche grazie al rinvenimento di antiche iscrizioni relative al Monastero Benedettino attiguo alla Chiesa ove ancora oggi egli riposa, Rasso fu assai probabilmente soldato fedelissimo di Carlo Magno e da Roma e dalla Terra Santa portò - da conservare ed esporre alla devozione dei Fedeli nell'erigenda Chiesa - molte e preziosissime Reliquie della Cristianità, tra le quali le tre Sacre Ostie.


Il Sacro Monte di Andechs con la Chiesa ed il possente complesso monasteriale Benedettino in una dettagliata xylografia tedesca del secolo XVI- ex libris


Fu per suo volere che, insieme alla Chiesa, sul punto più alto - detto perciò il Sacro Monte- di Andechs, ridente villaggio sul Lago di Ammer, fu edificato l'imponente complesso monasteriale Benedettino nell'anno 854 d.C., esattamente quaranta anni dopo la morte di Carlo Magno, primo Imperatore del Sacro Romano Impero.

Il Pellegrinaggio alla Chiesa di S. Rasso in Andechs registrò, nel Medioevo così come in tempi più recenti, un grandissimo afflusso di Pellegrini.


 
Il Pellegrinaggio al Sacro Monte di Andechs e alla Chiesa di San Rasso
 
olio su tela del secolo XIX

Nei registri dell'Archivio dell'attiguo Monastero Benedettino dall'anno 1444 sino al 1728 sono fedelmente trascritti ben 12.131 Miracoli attribuiti all'intercessione del Santo.

Nell'anno 1688 le sue ossa, che sino ad allora avevano riposato in una cripta all'interno del Monastero dove Rasso trascorse da monaco gli ultimi anni della sua vita, vennero ricomposte ed esposte, vestite di preziosissimi abiti in oro tempestati di antiche pietre preziose di enorme valore, all'interno di una teca in vetro posta sotto l'altare maggiore.

Nell'anno 1719 i Frati Francescani sostituirono definitivamente i Benedettini nell'amministrazione e gestione dell'importante complesso.

 
 
Meravigliosa xylografia ex libris tratta da "La Leggenda di S.Graffrat" Opera scritta in Lingua Tedesca nel 1535 a Monaco di Baviera

Sebbene non ufficialmente beatificato ne canonizzato, l'autorizzazione ottenuta dalla Chiesa di Roma già dai Monaci Benedettini a traslare e ad esporre alla devozione popolare i suoi resti all'interno della teca posta sotto l'altare maggiore della Chiesa è conferma della legittimazione ecclesiastica alla sua designazione come Santo.

Questa dunque, tra realtà tramandate ed antiche leggende, l'antica Storia di questo nobile Santo, mentre, come sovente accade, poche e quanto mai frammentarie le notizie relative al brillante Artista-Incisore Bavarese che creò, stampò e diffuse questo bellissimo Santino-Ricordo di Pellegrinaggio in Augsburg intorno all'anno 1850.

 

"Dal Pellegrinaggio sono tornato e questo Santino per te ho portato"

Raro e meraviglioso Santino-Ricordo del Pellegrinaggio.
 
Artista-Incisore e Stampatore: Josef Geiger in Augsburg
Baviera, Germania, prima metà del secolo XIX

©Collezione privata GalanziE' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE


Calcando, quasi come in un infausto dejà vu, lo stesso difficile e già estremamente competitivo scenario degli Incisori e Stampatori di Santini e Immagini devozionali di circa un secolo prima in Augsburg -insieme ad Anversa, la Capitale Europea per eccellenza nella stampa e commercializzazione dei Santi di carta- Josef Geiger si trovò, suo malgrado, coinvolto in una penosa lite giudiziaria.

Tale processo, che durò dai primi del mese di Giugno fino alla fine di Settembre dell'anno 1836, vide protagonisti e, nella circostanza, contrapposti e acerrimi nemici, un fratello ed una sorella, figli del celebre Artista-Incisore Bavarese Georg FrehlingKatharina Frehling, moglie del non meno famoso Incisore Johann Georg Schon, ed il suo unico fratello maggiore Franz Xaver Frehling.


 

Il suggestivo particolare ingrandito della lamina in oro sbalzata con la meravigliosa decorazione floreale

Il casus belli, nel quale si trovò per disgrazia e senza colpa alcuna coinvolto l'Incisore Josef Geiger, fu determinato dalla copia non autorizzata di un'immagine devota -il cui rame inciso dal padre Georg era toccato in eredità a Franz Xaver- fattagli incidere apportando solo piccoli dettagli aggiuntivi di decorazione- nello specifico, una ghirlanda floreale elegantemente stilizzata a cornice del Santo raffigurato- e successivamente stampata e posta in commercio da Katharina Frehling Schon, sua datrice di lavoro, presso la cui Bottega il Geiger lavorò per diversi anni.

Citata in giudizio dal fratello Franz Xaver presso il Tribunale di Augsburg insieme al povero Josef Geiger, entrambi additati con il pesante epiteto di Traffikanten ossia fraudatori e spacciatori di falsi, Katharina, grazie anche alla stima e all'influenza di cui godeva il marito, venne infine assolta dall'infamante accusa insieme con l'Incisore.

Di Josef- su taluni testi iconofili indicato come JosephGeiger, pur essendo stato il valente Autore di pregevolissimi Santini a incisione ancora oggi conservati ed esposti nei più importanti Musei di Arte Sacra e Tradizioni popolari delle maggiori Capitali d'Europa ed avendo contribuito, insieme agli altri grandi Incisori Bavaresi del suo tempo, ad aver scritto un'importante Pagina per la Storia dell'Iconofilia, non si conoscono né la data di nascita né quella di morte.
 
©Paola Galanzi



venerdì 5 febbraio 2016

SANT' EMIDIO VESCOVO E MARTIRE INVOCATO A PROTEZIONE DAL TERREMOTO IN FIRENZE ALL'ALBA DEL SECOLO XX


La Benedizione di Sant'Emidio Vescovo e Martire, sommo Protettore contro il Terremoto

Grande Immagine devozionale in litografia evidentemente destinata ad essere affissa all'interno del focolare domestico, così come recita la didascalia "a protezione della casa e di ogni suo abitante dal flagello del Terremoto".
 
Proveniente da Bottega antiquaria in Buenos Aires- Argentina
1850-60 ca.
 
©Collezione privata Galanzi- E'VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE



Dopo un lungo sonno durato secoli, le antiche Immagini devozionali capita che si risveglino infine, desiderose di raccontarci le belle, antiche Storie di cui furono testimoni, discrete e silenti, e talvolta addirittura muse ispiratrici e indiscusse protagoniste.

La mia Bisnonna Etrusca, dalle fattezze delicate e nobili e dagli occhi a mandorla azzurri come il Cielo, aveva vissuto, così come tutti i Fiorentini e gli stessi abitanti dei centri a Firenze limitrofi, la grande paura per il fortissimo terremoto che pesantemente colpì la Città il 18 di Maggio dell'anno 1895.
 



La prima pagina del Giornale fiorentino Fieramosca, edizione del giorno 20 Maggio 1895
(fonte: Cioppi E. (1995). 18 maggio 1895: Storia di un terremoto fiorentino. Osservatorio Ximeniano, Firenze 1995) 



Ricordo che da bambina sovente mi raccontava, non poco commuovendosi, del brutto sisma di Firenze, di quando, quella sera, all'ora della cena, lei e il Nonno, alla prima, fortissima scossa, quasi caddero a terra.

La Casa, così come qualsiasi pubblico edificio ed ogni altra privata abitazione, in Città come nei centri prossimi ad essa dove il terremoto si abbattè violento, divenne già dall'indomani sede di accurate perizie di una squadra di instancabili Vigili del Fuoco per rilevare eventuali lesioni e porvi con esemplare solerzia tosto rimedio.

Il Conte Venturini, scapolo impenitente e fraterno amico di Famiglia da vecchia data nonché dirimpettaio dei Nonni, come spesso accadeva, si recò anche quel giorno- era il 19 di Maggio dell'anno 1895- da loro per il desinare e fu in quell'occasione che fece dono alla Nonna della bellissima Immagine devota in litografia celebrante Sant'Emidio Vescovo e Martire, immagine resa ancor più preziosa dal fatto che il Conte, eruditissimo ed amante di tutte le carte antiche, l'aveva portata seco insieme ad alcuni antichi libri del secolo XVIII rilegati in pergamena e ad un imprecisato numero di pregiate e rare monete d'oro addirittura dal suo viaggio a Buenos Aires, in Argentina.

Dunque, dalle lontane Americhe, così come la Nonna mi raccontava, navigando attraverso l'immenso Oceano, Sant'Emidio era giunto infine a Firenze.

Inciso sulla pietra litografica e stampato - non vi sono purtroppo dati utili per risalire alla Tipografia argentina che produsse e diffuse la bella immagine- sulla forte carta ottocentesca, Sant'Emidio tornava alfine in Patria.

 

 
La Benedizione di Sant'Emidio V.e M. Protettore contro il Terremoto- dettaglio
 
©Collezione privata Galanzi- E' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE


Rara l'iconografia di questa Sacra Immagine che raffigura il Santo Patrono di Ascoli Piceno e co-patrono, insieme a San Gennaro, anche della Città di Napoli,
qui rappresentato magnificamente con indosso il piviale, la mitria e nella mano sinistra il bastone pastorale mentre con la destra, quasi inginocchiato, da una nuvola del Cielo benedice la Città sottostante mentre è in atto un potente terremoto cui è, nell'evidenza della scena, contestuale uno spaventosissimo maremoto.
 



La Benedizione di Sant'Emidio- L'inquietante, realistico dettaglio del devastante Terremoto- Maremoto in atto

©Collezione privata Galanzi- E' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE


Oscillano, sussultano e forsennatamente ondeggiano come fuscelli le case, la Chiesa e l'attiguo Convento; il Mare, come in un respiro affannoso e convulso, comanda alle onde di salire e poi di riscendere, mentre l'imbarcazione a vela rischia, sospinta dal furore indomabile delle acque, di sfracellarsi contro le rocce. 

Nonostante la scena terrificante e quasi apocalittica, dal Cielo, il giovane Emidio di Treviri, con espressione ieratica e serena, attorniato da nove piccoli Angeli- uno alla sua sinistra è in procinto di porgergli la Corona del Martirio mentre un altro, alla sua destra, mostra la Palma dei Martiri- sovrasta e pare all'improvviso acquietare tale flagello.

Particolarmente interessante dal punto di vista specificamente iconofilo la bellissima didascalia in Lingua Spagnola, ritmicamente scandita dall'iconcina della SS.Croce che, incredibilmente, pedissequamente ricalca, lettera dopo lettera- nelle prime tre righe- la meravigliosa Benedizione che San Francesco d'Assisi scrisse di suo pugno per l'amato confratello Frà Leone.

 

La Benedizione autografa di San Francesco d'Assisi a Frà Leone, la preziosissima chartula scritta nel settembre dell'anno 1224, una tra le Reliquie più preziose custodite all'interno della Basilica di S Francesco in Assisi

Dal lato destro della terza riga della didascalia prosegue l'invocazione a Sant'Emidio affinché interceda presso il Signore per dare la Benedizione "a questa casa e a tutti i suoi abitanti e affinché li liberi dall'impeto funesto dei terremoti per il dolcissimo nome e Virtù di Gesù ".

Netti ed ancora ben definiti i margini alla battuta della grande pietra litografica che impresse, verosimilmente almeno un trentennio prima, la bella e rara Immagine del Santo Martire cefaloforo, nel vasto Empireo dei Santi Cattolici, per antonomasia il Protettore esimio contro il flagello del Terremoto.

Quanto finora qui detto sulle origini e provenienza della bella Immagine devota fu in buona sostanza quanto da bambina mi venne raccontato, con grande coinvolgimento, dalla mia amatissima Bisnonna- all'epoca quasi centenaria- donna pia e timorata di Dio, ferventissima Cattolica praticante e, per l'intera sua vita, forte e salda nella sua incrollabile Fede.

A distanza di oltre quarant'anni da quel giorno e dalla storia narrata del terribile Terremoto di Firenze dell'anno 1895, nel riesumare alcuni giorni fà dalla soffitta di casa l'antica, bellissima credenza toscana di fine 1800 ereditata dalla mia Nonna, per caso, liberandola dalla polvere e dall'oblìo che il Tempo reca con sè, mi sono accorta, estraendo un cassetto, di un grande scomparto segreto presente inferiormente, dove, con mia immensa sorpresa e gioia, ho trovato l'antica litografia di Sant'Emidio di cui da piccola mi parlò la mia Bisnonna, proprio quella che il caro Conte Venturini le portò in dono dall'Argentina.

E insieme ad essa- entrambi erano avvolti in carta oleata di un bel colore verde oliva, dal tempo solo leggermente offeso- ho anche trovato il prezioso libretto con il Triduo in onore di S.Emidio Vescovo e Martire, Protettore nel terribil flagello del Terremoto, stampato con approvazione ecclesiastica e diffuso in Firenze al costo di Centesimi 5 dalla Calcolitografia Luigi Tassini nell'anno 1899, appena quattro anni dopo lo spaventoso terremoto.


 
 
Il Libretto del Triduo in Onore di S.Emidio Vescovo e Martire, Protettore nel terribil flagello del Terremoto - Firenze, anno 1899
 
©Collezione privata Galanzi- ALL RIGHTS RESERVED


Il ciclo della Preghiera e della speciale invocazione a Sant'Emidio incominciò in Firenze il giorno 7 di Agosto di quell'anno- 1899- e si concluse appunto il terzo giorno dal suo inizio, ossia il 9 di Agosto, giorno della celebrazione della Festa dedicata al Santo



 
S.EMIDIO V.e M. Protettore contro il Terremoto
 
Bella litografia presente all'interno del Libretto del Triduo di Preghiere al Santo
 
©Collezione privata Galanzi- E' VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE



Al termine della celebrazione vennero concessi 300 giorni d'indulgenza a tutti i devoti celebranti.

Particolarmente bello l'Inno in Lingua Latina associato al primo giorno del Triduo di Preghiera al grande Santo.

©Paola Galanzi- ALL RIGHTS RESERVED