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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





martedì 23 dicembre 2014

L'Uovetto del Santo Natale : un piccolo gioiello dell'incantevole perizia artistica delle Suorine nei Conventi del secolo XIX


L'Uovetto del Santo Bambino Gesù


    Dalla lingua Tedesca vengono designati come Klosterarbeiten.

    Sono gli incantevoli "lavori conventuali" realizzati dalle Suorine nel tempo libero dalla Preghiera, consacrato al lavoro manuale.

    Per la manifattura di essi, sin dal 1500, nella cultura frugale e misurata dei Conventi, si utilizzarono scampoli e rimanenze dei preziosi broccati destinati a paramenti e vesti religiose commissionate alle Comunità Monastiche dall'Alto Clero, piccoli ritagli di seta luminosa e delicati rasi.

    Piccoli Doni di Gratitudine che le parche Suorine usarono destinare sin dall'epoca suddetta a Benefattori così come ad alti prelati in visita nel Convento in occasione di importanti celebrazioni religiose.

    Questo delizioso esemplare- di provenienza Italiana (probabilmente Piemontese) e risalente intorno all'ultimo ventennio del 1800- rappresenta il Bambino Gesù, il Divino Salvatore, nel giorno del Santo Natale.

    Realizzato in cera, con gli occhietti e la boccuccia dipinti a mano, sorride benedicente il Mondo.

    Il suo abitino di bianca seta, impreziosita da piccoli lustrini cuciti a mano, splende, pur nella sua semplicità, annunziando
    la sua Nascita per la salvezza dell' Umanità intera.


    La sua culla è un piccolo uovo in carta pesta, foderato internamente di raso e reso ancor più prezioso da una bellissima fettuccia di raffinato merletto.

    L'uovo, antichissimo simbolo di fertilità e di Vita in molteplici Culture, diviene nel Cristianesimo il Simbolo per eccellenza della Resurrezione.

    La consuetudine delle Uova in cioccolato, consumate e regalate a familiari ed amici in occasione della Santa Pasqua, deriva da questa antica Tradizione.

    L'Uovetto del Santo Natale è esposto alla Mostra A.IC.I.S. "ET VERBUM CARO FACTUM EST" presso l'ex Refettorio della Comunità Domenicana di Santa Maria sopra Minerva, in Piazza della Minerva, 42 in Roma fino al giorno 6 Gennaio prossimo.

    Il prezioso manufatto appartiene alla Collezione privata della Socia A.I.C.I.S. Prof.ssa Laura Borello di Torino.

    Paola Galanzi



mercoledì 10 dicembre 2014

SANTO NATALE 2014- INVITO ALLA MOSTRA A.I.C.I.S. "...et Verbum caro factum est" a Roma dal 6 Dicembre al 6 Gennaio 2015


"...et Verbum caro factum est "


il Prodigio della Nascita di Gesu' riempie i Cuori di Amore e Speranza

Santino "a teatrino" datato al verso 1865

Editore: Bouasse Lebel, Francia

Collezione privata Galanzi



Un'Immagine devozionale- il Santino, così come genericamente è chiamato- nasce per la catechesi dei Popoli. 

E' una Catechesi capillare nella quale si impegna la Chiesa Cattolica Romana sin dal secolo XVI, in epoca controriformista, per raggiungere dalle città d'Europa, fin nelle campagne e nei più sperduti e piccoli villaggi, uomini e donne di ogni estrazione sociale e culturale e di ogni età.

L'iconografia sacra su carta è un mondo inizialmente semplice- pensiamo ai primi Santini della cosiddetta Imagerie populaire realizzati in xilografia e venduti dai Tesini per conto dei Remondini di Bassano-  un mondo ricco di colore, popolato da simbolismi religiosi e attributivi essenziali dei Santi tale da permetterne al devoto fruitore, anche analfabeta, il riconoscimento e l'identificazione immediata con il sacro.

Il Santino, da mezzo millennio, ispira la devozione e veicola la Preghiera.

Ogni singolo Santino, se ben letto dallo Studioso e dal Cultore, parla e garbatamente racconta la sua storia antica.

E' proprio per l'intrinseco, intenso vissuto, che io amo definire un'antica Immagine devota con un termine forse non direttamente pertinente allo specifico contesto dell'iconografia sacra tout court seppur perfettamente identificato in essa: un Santino antico è un perfetto terminus ad quem, crogiolo e confluenza di una progressione caleidoscopica ed armoniosa di dati di ordine religioso, storico, socio-antropologico, artistico e culturale.

Un'antica Immagine devozionale è assolutamente da considerare Bene culturale poiché risiede in essa, insieme ad un inestimabile patrimonio di tradizione cristiano-cattolica, una cospicua sezione di Storia dell'Umanità.

In particolare, il raffinato Santino "a teatrino"- in lingua Francese "à systéme"- che ho scelto a corredo di questo mio articolo in occasione del Santo Natale ormai alle porte, parla l'elegante lingua francese e, datato com'è al verso del 1865, grazie ad una breve dedica manoscritta in bella grafia antica in inchiostro blu, è testimone silenzioso eppur eloquentissimo di quasi un lungo secolo di Storia di Francia.

Quasi una datazione assoluta- il 1865 siglato al verso- che compendia, nel passaggio di consegne nella conduzione della Casa Editrice Parigina avvenuto proprio in quell'anno tra la raffinatissima Maison Basset- già attiva nell'ultimo ventennio del secolo XVIII-  e la subentrante e leziosa Bouasse Lebel, cento anni tra i più difficili e turbolenti: i dieci anni della Rivoluzione Francese- dal 1789 al 1799- l'ascesa nel 1804 sul trono di Francia con l'incoronazione nella splendida Reggia di Versailles a Imperatore dei Francesi del corso Napoleone Bonaparte fino alla sua caduta nel 1814, stesso anno della ricostituzione dell'Ordine della Compagnia di Gesù fondata nel 1534 da Sant'Ignazio da Loyola e da sempre impegnata nell'evangelizzazione delle missioni.




François Réné de Chateaubriand



L'Illuminismo di Jean Jacques Rousseau con il suo blando quanto improbabile Cristianesimo cui aveva risposto, di fatto ri-orientando le coscienze e le ispirazioni religiose di Francia e dell'Europa intera, nuovamente verso la luce dopo le tenebre delle teorie illuministe, il grande filosofo svizzero e fondatore del Romanticismo Francese, Cattolico ferventissimo, visconte François Réné de Chateubriand (1768- +1848) con l'Opera "Il Genio del Cristianesimo" pubblicata a Parigi nel 1802.

La più grande Studiosa e Cultrice di Santini Italiana, Dolores Sella, coniò ad hoc per prima il termine di Santini da viaggio assimilato ai "Teatrini " devozionali Francesi di epoca Romantica; data infatti la loro spettacolare "tridimensionalità" costruita intorno, quasi a cornice, alla bella siderografia centrale acquarellata a mano, permettevano confortevolmente il trasporto, da piegati, in tasca per poi, una volta giunti a destinazione, dispiegandoli nella loro magnifica bellezza, posarli su un supporto ed utilizzarli come preziosi altarini per la Preghiera privata.



L'invito che rivolgo in finale a tutti i Cultori dell'antica iconografia religiosa su carta è la sensibilizzazione ad indagarne l'identità profonda- religiosa e storica- che di certo non consiste nella superficiale vaghezza della ricerca del numero mancante nella tombola dei santini seriali degli anni'30 e '40 del secolo scorso, e men che meno nella raccolta indistinta e caotica di volgari riproduzioni moderne totalmente prive di un'identità culturale.



L'A.I.C.I.S.- Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, di cui mi pregio di far parte in qualità di Socia e Proboviro, Vi invita negli imminenti festeggiamenti in occasione del Santo Natale, a visitare la Mostra "...et Verbum caro factum est", allestita in Roma nella meravigliosa cornice romanico-rinascimentale del Convento di Santa Maria sopra Minerva, in Piazza della Minerva nr. 42.

La Mostra è stata allestita con ben 35 pannelli espositivi con centinaia di preziosi Santini dal secolo XVI al secolo XX, provenienti da 23 Collezioni private di Soci A.I.C.I.S. da ogni Regione d'Italia.




L'Onorevole Fausto Bertinotti, accolto e guidato dal nostro Presidente Giancarlo Gualtieri  ha di recente visitato la Mostra esternando autentico interesse ed ammirazione per i bellissimi Santini esposti.



La Mostra è aperta al pubblico dallo scorso 6 Dicembre fino al 6 Gennaio 2015.

ORARI:

MATTINO- dalle h.9,30 alle h.12,30
POMERIGGIO-dalle h.16,00 alle h.19,00
(FESTIVI COMPRESI)

Il giorno di Natale e Capodanno: unicamente APERTURA POMERIDIANA.

L'ingresso è LIBERO.


Buona Visita e Santo Natale a tutti.


Paola Galanzi


sabato 29 novembre 2014

A ROMA, IL 6 DICEMBRE 2014 H.17,00 - A.I.C.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE INAUGURA LA MOSTRA "ET VERBUM CARO FACTUM EST"



A.I.C.I.S.
ASS.NE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE
Fondata nel 1983 a Roma da Gennaro Angiolino

Segreteria:   A.I.C.I.S. -  V. Merulana 137/A-10 – 00185 Roma RM


  Cell.388-6938.777  -   Tel: 06-7049.1619  -   E-mail: aicis_rm@yahoo.it




MOSTRA: ET VERBUM CARO FACTUM EST -
Il Natale nelle immagini devozionali e nei Presepi


     L’A.I.C.I.S. - Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, in collaborazione con la Comunità del Convento di Santa Maria sopra Minerva e dell’Associazione “Presepi d’Italia” di Massa Martana (PG), per questo Santo Natale 2014 propone la ‘III Mostra del santino’ sul tema: “Et Verbum caro factum est -Il Natale nelle immagini devozionali e nei Presepi ”.

     La manifestazione avrà luogo a Roma, nel Convento di Santa Maria sopra Minerva, con ingresso da Piazza della Minerva 42, dalle ore 17,00 del 6 dicembre 2014 (con la cerimonia di inaugurazione ed alcuni interventi) fino alle ore 19,00 del 6 gennaio 2015 ed osserverà il seguente orario 9,30 - 12,30 e 16,00 - 19,00, festivi compresi, e con sola apertura  pomeridiana a Natale e Capodanno.

     L’evento desidera mettere in risalto la celebrazione del Santo Natale di Gesù, Dio che entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.

     Il 6 dicembre 2014, alle ore 17.00, con la cerimonia di inaugurazione della Mostra “Et Verbum caro factum est”, sono previsti, oltre le parole di benvenuto da parte del Presidente AICIS Giancarlo Gualtieri, alcuni brevi interventi.
    Parlerà, pertanto, il Dr.Ennio Passero, Presidente dell’Associazione “Presepi d’Italia” di Massa Martana (PG), la Prof.ssa Laura Borello di Torino, la studiosa e cultrice di antiche immagini devote Paola Galanzi di Sassari e, infine, la Dr.ssa Giuseppina Licordari Gualtieri di Roma.

    La Mostra presenterà alcune centinaia di santini a stampa e manufatti, dal 1500 al 1900 di 23 espositori collezionisti AICIS di tutta Italia, e ripercorrerà i momenti più salienti della nascita del Divin Salvatore attraverso l’annuncio ai Pastori, l’adorazione degli Angeli, l’adorazione dei pastori, l’adorazione dei Magi, Gesù Bambino “Salvator Mundi”, le letterine e le cartoline di Natale e, quest’anno, per la prima volta, ci sarà una eccellente rappresentanza di Presepi di carta, grazie alla collaborazione dell’Associazione “Presepi d’Italia” di Massa Martana e del collezionista Don Pino Pellegrino di Torino.

    Un interessante mondo di carta, quindi, proveniente dal passato, celebrativo del Santo Natale, ambasciatore di pace e di speranza; un mondo di carta che ha la capacità, ancora oggi, di suscitare teneri sentimenti e forti emozioni a grandi e piccoli.  
IL PRESIDENTE
GIANCARLO GUALTIERI





mercoledì 26 novembre 2014

ICONOFILIA E CULTURA: PUSTET, EDITORE DI SANTINI CROMOLITOGRAFICI IN BAVIERA NEL 1800


S.Agnese Vergine e Martire Romana

Editore: PUSTET in Regensburg (Baviera)

Metà secolo XIX

Collezione privata Mario Tasca


Appartengono anche loro a quel Mondo di Devozione, puro e quasi fiabesco, popolato di colori meravigliosi e profumato di caramelle, cui fanno parte i bellissimi Santini cromolitografici stampati dalla Casa Editrice Santa Lega Eucaristica di Milano e da altri noti Stabilimenti Italiani, tra l'ultimo ventennio del 1800 e l'inizio del nuovo secolo.

Tuttavia, pur accomunati da una caratteristica leggiadrìa policromatica ai Santini delle Case suddette, le cromolitografie dell'Editore Friedrich Pustet rappresentano, invero, un unicum nella tipologia specifica richiamata, nell'iconografia così come negli stessi colori impiegati.


                                   S. Agnese Vergine e Martire

Santino cromolitografico della Santa Lega Eucaristica di Milano




E' ben più facile, infatti, immaginare un Santino raffigurante Santa Agnese Vergine e Martire stampato dalla Santa Lega Eucaristica di Milano nella mano o custodito tra gli ordinati quaderni della scuola di un bimbo o di una fanciulla appena adolescente piuttosto che un Santino celebrante la medesima Santa prodotto da Pustet a Regensburg (Ratisbona).


Il motivo ? Strettamente legato alla storia dell'importante Editore Bavarese, come vedremo.

Le origini della dinastia Pustet affondano le loro radici nella Repubblica di Venezia e datano del 1600 circa.

Il cognome originario della Famiglia era infatti Pustetto, cognome assai diffuso nella citta' ancora ai nostri giorni.

Fu il nonno di Anton Pustet a trasferirsi, un secolo prima, da Venezia in Baviera.

Anton, modesto rilegatore di libri, vissuto nella città di Hals, vicino a Passau, nel secolo XVIII, si unì in matrimonio con Anna Scheuerocker, fervente cattolica: dalla loro unione nacque un unico figlio: Friedrich Pustet (1798- +1882) , fondatore della Pustet Verlag- la Casa Editrice Pustet.




Friedrich Pustet I  (1798- +1882)


Nel 1819 a Passau Friedrich rilevò una piccola legatoria e solo tre anni dopo, nel 1822, acquistò uno Stabilimento litografico.

Andando bene gli affari, nel 1826 poté trasferirsi a Ratisbona-(Regensburg in lingua Tedesca).

Stabilendo sin da subito dei proficui rapporti di lavoro con eminenti autori Cattolici e con alti prelati della Chiesa nella città, ampliò l'ambito delle sue pubblicazioni a tutte le branche della Letteratura, dedicandosi con nuovo e particolare riguardo nei confronti della Teologia.


S. Anna

Pustet Verlag in Regensburg

Collezione privata Mario Tasca



Fu però solo nell'anno 1833, proprio per poter far fronte alle numerosissime commesse che riceveva dai suoi clienti, che Friedrich Pustet I acquistò una delle sue prime macchine per stampa e, a poca distanza da Regensburg, nel 1836, aprì anche una Cartiera.

Nel 1845 iniziò così a stampare Opere liturgiche ed il successo fu talmente grande che appena l'anno successivo, nel 1846, ottenne  il monopolio a livello mondiale per la stampa del Missale Romanum, un Messale in lingua latina destinato al culto nelle Chiese cattoliche. 

Nel 1860 successe a Friedrich I il figlio primogenito Friedrich II il quale, tra il 1865 ed il 1898, fondò succursali della Casa Editrice a Colonia, Vienna, Roma, Cincinnati e New York, Valencia e San Paolo in Brasile.

Nelle due filiali di  Cincinnati e New York registrarono un successo enorme- insieme a pregevoli articoli religiosi importati direttamente dall'Italia come rosari, medagliette, etc.- proprio i bellissimi Santini, stampati in cromolitografia, dall'iconografia raffinata e dai brillanti colori su sfondo in oro ma pur sempre distintamente sobri per l'espressione ieratica dei Santi e delle Sante ivi raffigurati.

Sul Santino firmato Pustet, il contesto ove Santa Agnese Vergine e Martire Romana è rappresentata è un ambiente assolutamente probabile, reso ancor più reale dal campanile dell'antica Chiesa che si scorge alle sue spalle e dal Palazzo dall'architettura squisitamente ottocentesca che le fa da sfondo alla sua sinistra.

La Santa non è qui ritratta con gli occhi volti al Cielo e l'espressione quasi sognante, come nel Santino nr. 204 della Santa Lega Eucaristica, non è in mezzo a gigli dal lunghissimo stelo, non è coronata di rose.

Il suo aspetto, verecondo e serissimo, lo sguardo basso, nell'atto di leggere un libro, la incoronano naturalmente di una nobile aura di santità.

Friedrich II Pustet  sposò dunque l'adesione totale alla sobrietà del programma editoriale religioso-teologico e liturgico della Chiesa di Roma che gli garantì sempre una stretta collaborazione con la Santa Sede.

Proprio il suo prezioso e coerente contributo gli valse nel 1870 l'ambito titolo di Typographus S. R. Congregationis, ossia Tipografo Ufficiale della Santa Sede.

Ancora oggi, nel XXI secolo, la Casa Editrice Pustet è un importante Editore di Teologia liturgica e con dieci Librerie è presente in ben otto città della Baviera, contando circa 250 dipendenti.

Paola Galanzi

lunedì 24 novembre 2014

UN SANTINO, SILENTE TESTIMONE DI UNA TRISTE PAGINA DELLA STORIA D'ITALIA: LA RESISTENZA IN ISTRIA


Il Santino stampato in offset dalla Casa Editrice N B -Nino Basevi in Milano intorno agli anni'30 del 1900



Mi fu regalato, diversi anni fa, da un Antiquario dal quale avevo acquistato un prezioso Santino di pizzo del 1800 francese; lo stesso Antiquario, dopo averlo inserito nella busta con il mio acquisto, quasi con imbarazzo si scusò con me per la pochezza del suo omaggio, ma io ne fui da subito profondamente affascinata e lo ringraziai.

Questo, solo all'apparenza, banale e ordinario Santino dei primi anni'30 del 1900, stampato in offset dalla Casa Editrice NB -Nino Basevi- con sede in Milano, fu muto testimone di una triste pagina della Storia d'Italia del secolo scorso.

Fu fedele e inseparabile compagno di sventura e nel contempo solido sostegno spirituale nel momento estremo della vita di due giovani soldati Italiani -o forse semplici civili- che combatterono e sacrificarono la loro Vita per la liberazione di Pola e dell'Istria intera.

Rigido nella sua antica piega trasversale, questo Santino venne per lungo tempo conservato così, piegato in due, nella tasca dei pantaloni o della giacca, da uno dei due giovani eroi Italiani che morirono fucilati in una fredda e nebbiosa giornata d'autunno.



Un'immagine quasi bifasica, divisa in due scene principali, entrambi simboliche di importanti Valorisuperiormente il grande Crocifisso, allocato nello spazio sulla facciata della casa, per richiamare alla memoria del devoto detentore il culto e la Fede, inferiormente quattro piccoli bimbi, sorridenti e spensierati nello spazio sterrato dinanzi alle aiuole, curate e ridenti di fiori, mentre si dedicano, sereni e gioiosi, allo studio ed al gioco per ricordargli il focolare domestico e la Famiglia lontana.




Antitetiche e gelide al verso del Santino le parole, pesanti come macigni, dattiloscritte in nero inchiostro: Rinvenuta PER TERRA.



Un luogo e una data precisa- Pola 19 10 1937-


inferiormente, scritti a mano con tratto veloce, quasi con fretta, con chiaro inchiostro di colore blu i nomi di Alberto e Nicola, rispettivamente di Alessandria e di Andria, in provincia di Bari.

Completi i loro indirizzi di residenza, in Terra di Piemonte e di Puglia, quasi come a voler lasciare un ultimo, disperato messaggio alle Famiglie lontane, ai propri bambini ed ai posteri.

La splendida Terra d'Istria diventa per la prima volta Italiana nel mese di Ottobre dell'anno 1918.


L'Arco dei Sergi a Pola (oggi Croata)


Pola, antichissima città e capoluogo storico dell'Istria, già ai tempi di Strabone, insigne storico e geografo classico greco, nel  I secolo a.C., faceva parte del territorio italico.

Ad un censimento dell'anno 1921, durante il Regno d'Italia, era abitata da quasi 200,000 Italiani -il 67% dell'intera popolazione- contro il 23% di Croati.

Pola e la Terra d'Istria in generale, furono teatro nel tempo di innumerevoli e sanguinosi combattimenti per la difesa del territorio.

Forse, in un estremo tentativo di scampare ad una delle continue retate di volontari -messe proprio in quell'anno reiteratamente in atto dalla vicina Jugoslavia- da destinare alle famigerate Brigate internazionali comuniste, Nicola ed Alberto morirono fucilati. 

Stretto nella mano fino alla morte il Santino, simbolo di Fede e Amore per la Famiglia, cadde infine a terra nell'ora estrema.

Oggi, a distanza di settantasette anni da quel tristissimo giorno quel Santino può finalmente parlare e raccontarci, in qualità di supertestimone, che Alberto e Nicola sono esistiti e da Eroi hanno sacrificato le loro giovani Vite invocando il nome di Dio, per la Famiglia e per la salvezza della Patria.

Paola Galanzi

sabato 22 novembre 2014

PASTA D'OSTIA, MADREPERLA E PAILLETTES: MARIO TASCA VI ASPETTA A FOLLINA (TV) PER LA SUA PROSSIMA ,BELLISSIMA MOSTRA !



Immancabile l'appuntamento per noi Cultori delle antiche e belle Immagini devote con la splendida e preziosa Collezione privata dell'Amico Mario Tasca.

Organizzata anche quest'anno nell'elegante cornice dei signorili locali di via Pallade a Follina (Treviso) la Mostra, con il patrocinio di A.I.C.I.S.- Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre- saprà incantare ed entusiasmare Collezionisti e neofiti.

Delicata e romantica l'Esposizione di Santini in pasta d'ostia, madreperla e paillettes del 1800 francese attraverso la quale Mario, con la sua autentica Passione, saprà guidare i Visitatori tra Devozione e Romanticismo.



L'atmosfera incantevole che sapranno nel Visitatore creare i pallidi riflessi delle madreperle, i tenui colori pastello sulle paste d'ostia e i raffinati luccichii delle paillettes sarà ancor più ingentilita anche quest'anno il giorno Lunedì 8 Dicembre 2014 alle h.18 con le dolci note dell'Armonioso Trio- Cristiana Tasca al flauto, Monica Giust al clarinetto e Federica Basso alla chitarra-

L'appuntamento dunque a Follina (Treviso) in via Pallade nr.7, nei giorni 6-7-8 Dicembre 2014 e, anticipatamente l'Augurio di un grande e meritato successo all'amico Mario !

Paola Galanzi





mercoledì 19 novembre 2014

UN SANTINO CROMOLITOGRAFICO DI FINE 1800 CI RACCONTA LA STORIA BELLA DEL MIRACOLOSO PANE DI SANT'ANTONIO DA PADOVA


"O gran S. Antonio provvedeteci il Pane di Vita Eterna "



Nell'iconografia ricorrente dei bellissimi Santini cromolitografici di fine secolo XIX che raffigurano e celebrano l'eccelsa Figura di Sant'Antonio da Padova- il Santo dei Miracoli per eccellenza- il pane, per l'uomo alimento fondamentale insieme all'acqua, è contenuto abbondante, e quasi infinito nella sua quantità, in grandi ceste intrecciate a mano; talvolta, in alcune Immagini, il pane compare racchiuso nella stessa mano del Santo ritratto in procinto di donarlo ai Poveri, numerosi accanto a lui.

La storia bellissima del Pane di Sant'Antonio trae origine da un evento miracoloso attribuito al Santo poco dopo la sua morte, avvenuta a Padova nel 1231.

Si tramanda che un bimbo di poco più di un anno di nome Tommasino venne incautamente lasciato solo in casa dalla sua mamma che si era recata a pregare nella vicina Chiesina di Santa Maria Mater Domini in Padova.

Al suo rientro a casa aveva trovato Tommasino annegato dentro la grande pentola che, ricolma d'acqua, ella aveva posto a bollire sul fuoco del camino.

Disperata e affranta si era con Fede rivolta a Sant'Antonio affinché per sua intercessione Tommasino avesse salva la Vita promettendo come offerta tanto pane per i Poveri quanto era il peso del bambino.

Il Santo accolse le sue accorate suppliche e si narra che, dopo la mezzanotte dello stesso giorno del grave incidente, il bimbo si risvegliò.
        

I Miracoli di Sant'Antonio da Padova: la Resurrezione di Tommasino

Affresco del Pittore Padovano Girolamo Tessari (1524)

Sala Priorale della Basilica del Santo in Padova

A memoria imperitura ai posteri il Miracolo della Resurrezione di Tommasino venne mirabilmente affrescato dal Pittore Padovano Girolamo Tessari intorno all'anno 1524 e si può ancora oggi ammirare nel suo raro realismo pittorico e nella pregevole bellezza nella Sala Priorale della Basilica del Santo in Padova.

Il Miracolo avvenuto a Padova per intercessione di Sant'Antonio fece presto il giro dell'Europa intera e, ad iniziare dalle nazioni vicine, ad opera e per iniziativa dell'Ordine minoritico, si iniziò ad impastare e a cuocere dei pani benedetti da distribuire a tutti i Poveri, ai quali Sant'Antonio- così come Francesco d'Assisi- aveva con Amore dedicato l'intera sua Vita.



Il Pane, alimento semplice, che nasce con l'acqua e il grano macinato, diventa così un potente veicolo di evangelizzazione e trasmissione dei Valori Cristiani del Dono e della Condivisione, temi questi sì cari a Sant'Antonio e a Francesco d'Assisi.

Una bellissima testimonianza a tal proposito ci viene anche da Padre Annibale Maria di Francia (1851- +1927), oggi Santo, fondatore delle Congregazioni dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle figlie del Divino Zelo, che racconta come nell'anno 1887, appena terminata una terribile epidemia di colera, una pia donna devota al Santo di Padova gli fece un'offerta di 60 lire affinché lo stesso denaro venisse trasformato in pane per il sollievo dei Poveri e per i bimbi orfani da lui per l'intera sua esistenza amorevolmente assistiti e curati.



Seguendo l'antichissima tradizione ancora oggi, l'Arciconfraternita di Sant'Antonio trasforma le offerte dei devoti in Pane benedetto per i Poveri che provvede a distribuire ogni prima domenica del mese così come in occasione della Festa di Sant'Antonio, il 13 di Giugno.

Un Pane benedetto di Sant'Antonio non solo da sollievo alla fame dei Poveri ma invita essi alla Preghiera e dona loro il rassicurante calore della Speranza.

Paola Galanzi

venerdì 24 ottobre 2014

I RIFLESSI DELL'ANTI-CLERICALISMO FRANCESE RIVOLUZIONARIO E NAPOLEONICO SULL'ICONOGRAFIA NELLE IMMAGINI DEVOTE IN PIZZO FRANCESI DEL SECOLO XIX


La S.Vergine Maria in un celebre Santino in pizzo "a sorpresa" stampato e diffuso dalla Maison Basset in piena Epoca napoleonica, intorno al 1814-1815 ca.

E' impressionante, in questo preciso periodo della Storia di Francia, la "snaturalizzazione" del Sacro ed il voluto distacco dall'iconografia Mariana classica universalmente riconosciuta ed adottata dalla Chiesa Cattolica ed il chiaro richiamo, invece, alle fattezze di Paolina Bonaparte, sorella prediletta dell'Imperatore, quasi "divinizzata" nelle stesse Immagini religiose.

(vedi ritratto sotto)



E' un sentimento profondamente ostile, atavico e geneticamente trasmesso, antico di oltre duemila anni, che affonda e, a distanza di secoli, ancora nutre le proprie radici nella memoria della terra violata della città di Alesia, teatro dell'ultimo storico scontro tra Cesare e l'Esercito Romano e le truppe di Vercingetorige, biondo e nobile Principe di Gallia.

Un'avversione istintiva e umanamente comprensibile nei confronti dell'invasore. 
 
E Roma - invasore nonché irriducibile, storico antagonista- fu da sempre intesa in Francia quale sinonimo equipollente di Chiesa Romana Cattolica.

E se da un lato tale mai sopita malevolenza culminò con la Rivoluzione Francese in persecuzioni  contro il Clero e tutti gli Ordini religiosi- ricordo la soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773- e vere e proprie barbarie perpetrate contro la Chiesa Cattolica di Francia nella spoliazione incontrollata di antichi e pregiati arredi, statue e Opere d'Arte d'inestimabile valore, delittuosamente confiscati per porre, per così dire, "rimedio" alla gravissima crisi finanziaria francese, con la rottura dell'antico Concordato stipulato tra la Chiesa di Francia e la Chiesa di Roma nel 1516, conseguente alla proclamazione della nuova Costituzione, il Clero Francese e l'intera nazione si divide tra preti giurati, fedeli cioè alla Costituzione Rivoluzionaria, e preti refrattari, ad essa cioè sfavorevoli.



 Ritratto di Paolina Bonaparte

secolo XIX

Si noti l'incredibile rassomiglianza e la quasi specularità nel Santino della Maison Basset


In un clima di terrore e confusione, contrassegnato da vere e proprie persecuzioni ed esecuzioni sommarie di religiosi e religiose refrattari di ogni Ordine, che culminerà nel mese di Marzo del 1791 con la condanna da parte di Papa Pio VI dei Princìpi stessi della Rivoluzione Francese e con l'inevitabile, conseguente scisma, la produzione delle Immagini devote passa quasi automaticamente ed inevitabilmente dagli Scriptoria Conventuali che fino ad allora ne avevano curato la diffusione - basti pensare ai preziosi Canivets intagliati pazientemente au canif su carta o sulla nobile pergamena, la cui produzione si interrompe improvvisamente, e non casualmente, proprio in questo periodo- è la stessa iconografia religiosa riprodotta su carta con la nuova tecnica dell'incisione su lastra in acciaio- o siderografia- a subire non lievi ma talvolta anche sostanziali modifiche.

In questo contesto sarà fondamentale testimonianza la comparazione tra la produzione di Santini di due tra le più grandi ed importanti Maisons Francesi dell'epoca: Maison Basset  et Letaille: la prima "giurata" e fedele all'ideale rivoluzionario e la seconda "refrattaria" e profondamente legata e coerente con i Princìpi più tradizionalisti della Chiesa Cattolica.



S.Paolina

Santino in siderografia stampata su mica in oro con cornice di pizzo

Editore ignoto

Francia, 1815 ca.


Non stupisca che proprio in questo periodo storico del secolo XIX ingente e di particolare successo fu la produzione- per lo più di Editore ignoto- in oro su mica di Santi e Sante- ad esempio S.Paolina- insistentemente richiamanti i nomi di familiari diretti o, talvolta, quelli di semplici membri dell'entourage di Napoleone Bonaparte.

La Maison Basset, - la più antica delle due- raffinatissima Casa Editrice con sede al civico 64 di Rue Saint Jacques a Parigi, nei pressi dell'omonima Chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore, fu fondata verso la fine del secolo XVIII e rimase attiva fino al 1865, anno della cessione dell'Azienda a Bouasse- Lebel.

La sua produzione di eleganti Santini in pizzo richiama nell'iconografia un mondo decisamente fiabesco e irreale.

Le tinte pastello sapientemente date a pennello a mano, le paillettes policrome, la polvere di vetro iridescente, gli spettacolari effetti "a sorpresa" - in lingua Francese "à systéme"- e visi pretesi di Madonne o di Santi, sono infatti in essi così lontani dall'iconografia ufficiale comune a icone e statue venerate nelle Chiese, e testimoniano e confermano la laicità della rappresentazione, atta a suscitare nel fruitore più che una reale devozione un incantato laico stupore misto a meraviglia.

Diversa e quasi antitetica rispetto a questa fu la produzione di Santini firmati dall'Editore Charles Letaille.

Realizzati in siderografia per lo più rigorosamente in bianco e nero, scevri da frivole basi in pizzo sostituite da essenziali e severe cornici con spartana e quasi marginale decorazione a pressa, celebranti temi salienti e Princìpi fondamentali sì cari al Vangelo e alla Chiesa di Roma, meritevolmente valsero all'Editore il grande privilegio del titolo di Editore Pontificio.



Il FIAT del Sacro Cuore di Gesù

Charles Letaille, Editeur Pontifical à Paris



Charles Letaille, Cattolico fervente, nacque a Parigi nel 1815.

Fu un Incisore di talento e autore egli stesso delle essenziali ma pur curate siderografie che stampò sui Santini prodotti dalla sua premiata Casa Editrice con sede in Parigi al nr. 15 di Rue Garanciére

Segnato da tristi vicissitudini della vita- perse prematuramente per ben due volte le giovani mogli- votato ad un Cattolicesimo sincero e partecipato in reazione agli eccessi esasperati della Rivoluzione, si dedico' instancabilmente al lavoro e personalmente curò la compilazione del Catalogo completo dell'intera produzione di Immagini devote della sua Casa, sino alla veneranda età di 91 anni, appena due anni prima di morire, nel 1908.

Toccato profondamente, dopo la scomparsa precoce delle due mogli anche dalla morte improvvisa e per lui dolorosissima di tre dei suoi quattro figli, votò alla Santissima Vergine Maria l'unico tra essi sopravissuto, rimasto orfano di madre alla tenera età di appena sei anni: Joseph.

Joseph,unico erede della grande Maison Letaille, venne affidato nell'educazione ad un Precettore cattolico ed entrò giovanissimo in Seminario.

Con grande delusione paterna non lo affiancò mai nel lavoro di incisione e stampa delle belle Immagini religiose nell'Azienda di Famiglia, diventando tuttavia un Archeologo di fama.

Già nel 1876 la premiata Maison fu affidata da Charles a Eugéne Boumard, marito della figlia primogenita di Joseph, così come conferma la stessa Dolores Sella nel suo Libro SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI IN EUROPA DAL SECOLO XVI AL SECOLO XX.

Charles Letaille oltre ad essere un valente Incisore e Litografo fu anche un abile Scultore: una pregevole statua della Santa Vergine Maria, per la quale Charles ebbe sempre un culto particolare ed una profonda e sentita devozione, da lui personalmente realizzata, fu offerta in dono al suo caro e fraterno amico l'Abate Roussel con il quale aveva contribuito nel 1866 alla Fondazione dell'Orfanatrofio d'Auteuil  affinché venisse esposta alla venerazione all'interno della Cappella dell'Istituto.

Charles Letaille, fu un Cristiano Cattolico esemplare fino all'ultimo giorno della sua lunga vita e, a testimonianza di ciò, fu anche il suo rifiuto- nonostante le importanti somme in denaro offertegli qualora le avesse realizzate- ad incidere opere di genere profano.

Sostanziale la differenza con la Maison Basset e con i successori Bouasse Lebel, la cui produzione spaziò indistintamente e senza alcuna remora dal genere religioso a quello cosiddetto profano, stampando insieme ai famosi Santini in pizzo anche atlanti geografici, ritratti, scene di caccia e numerosi testi scientifici ed in particolare di Medicina. 

Charles Letaille fu l'Autore di circa 700 incisioni (su acciaio) ed un numero altrettanto rilevante di litografie.

Il Catalogo completo delle sue Opere, nell'ambito della produzione iconografica religiosa su carta, è conservato presso il Gabinetto della Biblioteca Nazionale a Parigi.

Paola Galanzi