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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





domenica 18 dicembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

BUON NATALE, DI VERO CUORE, A TUTTO IL MONDO !


Canivet manufatto intagliato au canif su pergamena, con dettagli della splendida miniatura realizzati con l'impiego dell'oro zecchino.
Un'autentica,  chef d'oeuvre proveniente dagli SCRIPTORIA claustrali Francesi.
Un "PEZZO UNICO".

Francia, secc. XVII-XVIII

Collezione privata Galanzi
(IMMAGINE DEPOSITATA-TUTTI I DIRITTI DI COPYRIGHT RISERVATI)


In tempi tutt'altro che lieti come i nostri, credo che, in un'ottica positiva e costruttiva, probabilmente si potranno, in questo ormai prossimo Natale, maggiormente apprezzare gli autentici Valori alla base della nostra Tradizione Italica più antica, con pochi fronzoli e senza "paillettes" iridescenti, simboli desueti  e ricordi di tempi lontani: la Famiglia si riunirà la notte della Vigilia davanti a uno scoppiettante camino acceso, il Nonno racconterà le sue storie bellissime che tutti ascolteranno, rapiti, in silenzio.
La Gioia si condividerà davanti ad un piatto di profumata minestra fumante, fatta con il bollito e le verdure dell'orto-come si usava nei giorni di Festa-e la Speranza ispirerà i Sogni per un Domani più equo e Sereno per tutti nel Mondo.

A tutti gli Amici A.I.CI.S.-Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, ai Collezionisti e Lettori del mio Blog, ai casuali Internauti ed agli Esteti che apprezzano la raffinata Bellezza delle antiche Immagini devote, il mio Augurio, di Cuore, di un Natale di Pace, Serenità e di Speranza.

BUON NATALE !

Paola Galanzi
 

sabato 26 novembre 2011

Il curioso dettaglio del leone di San Gerolamo visibile da due prospettive su una bella Immagine devota Bavarese del sec.XVIII


San Gerolamo
Una bellissima Immagine devota semi-manufatta di provenienza conventuale, probabilmente Bavarese,"vestita" di preziosi broccati policromi intessuti di fili d'argento, databile della prima metà del secolo XVIII.
Un pezzo unico.

Collezione privata Galanzi 

Se si esula dalla copiosissima produzione di Santini di pizzo in siderografia trinati meccanicamente a punzone nella Francia del secolo XIX, magicamente tirati fuori a flusso continuo ed inarrestabile per pochi euro dal cilindro dei tanti improvvisati Houdini del web, restano invero assai poche le Immagini devote veramente degne di attenzione e di studio da parte dei seri, appassionati, Cultori della materia.


Insieme agli aristocratici Canivets manufatti di provenienza claustrale e ai pregiati bulini Fiamminghi dei secoli XVII e XVIII intagliati au canif o impressi sul nobile supporto pergamenaceo, ben pochi sono attualmente sul Mercato antiquario i pezzi sui generis, dotati di una qualche rara e curiosa caratteristica che possa elevarli ai gradi sommi dell'Empireo delle Immagini devote considerabili "pezzi unici".

L'Immagine protagonista e musa ispiratrice di questo articolo, con semplicità ed immediatezza disarmanti può con merito fregiarsi di tale ambito e distintivo riconoscimento.


Nata in ambito probabilmente conventuale Bavarese su base in suggestiva carta-straccia (al verso fuoriescono in più punti dalla struttura sfilacciature di fibre di lino), in essa si celebra con puntuale aderenza iconografica, deferente agli antichi attributi simbolici perpetrati dalla tradizione Cristiana, la titanica figura di San Gerolamo, Padre e Dottore della Chiesa, colto traduttore della Sacra Bibbia
dal greco e dall'ebraico al latino.

La centralità della sua raffigurazione ed il prezioso collage di ricchi e pregiati broccati policromi - quello di colore azzurro, addirittura intessuto di fili di autentico argento- che lo "veste", iconograficamente ammantandolo di aggiunto carisma e di un' aura quasi regale, completano l'abile bulino, base su cui stese il pennello i brillanti colori di origine naturale.

Ieratico, nell'impegnativa traduzione della Sacra Scrittura, retta ed esposta nella mano destra insieme alla penna, strumento indispensabile per portare a compimento l'alto compito a lui affidato -ode all'improvviso squilli di tromba che annunciano il Giudizio Universale, lacerando il silenzio raccolto della sua volontaria solitudine nel deserto di Calcide.
 

Immancabile accanto a lui il fedelissimo leone, docilmente accucciato alla sua destra, cui l'abile Incisore, con geniale artificio grafico, volutamente conferisce ruolo di saliente importanza rispetto agli altri simboli presenti nell'Immagine.
Si tratta, infatti, di un leone visibile straordinariamente da due prospettive distinte: dapprima volto a sinistra, apprezzabile per i suoi 3/4, e rivolto, quindi, di profilo, muso in alto, verso il Santo.
Lo scopo, o l'arcano significato, di tale curioso ed abile gioco grafico di prospettiva in cui si cimentò, sicuramente divertito e compiaciuto, l'estroso e simpatico Artista-Incisore anonimo autore della Sacra Immagine, è a noi posteri devoti ignoto.


La straordinaria duplice prospettiva in dettaglio del leone di San Gerolamo presente nell'Immagine.

E' tuttavia innegabile il fatto che tale assolutamente originale peculiarità rappresenta un unicum di grande valore iconografico e simbolico conferendo all'Immagine un indubbio ed indiscutibile pregio aggiunto.


Auguro a tutti i Lettori del Blog e agli Amici una Buona e serena Domenica.

Paola Galanzi


lunedì 21 novembre 2011

Il Mercato attuale dei famosi "SANTI DI PIZZO": dietro un'apparente (ma fasulla) "svalutazione", protagoniste- e vincenti- le abili manovre dei commercianti stranieri


"Santino- cosiddetto- di pizzo": siderografia acquarellata a mano, della celebre e fortunata produzione Francese firmata dall'Editore Bouasse-Lebel
Francia, secolo XIX


Sono sempre loro i più richiesti e ricercati dai Collezionisti italiani: i "Santi di pizzo", onore e vanto della vastissima produzione Francese che inondò letteralmente, per tutto il secolo XIX°, il redditizio Mercato cartaceo delle Immagini devote di una Francia romantica, impegnata allora nella non semplice attuazione di un nuovo, delicato assetto politico e religioso.

Superfluo citare i nomi dei celebri Editori Maison Basset e Bouasse-Lebel, quest'ultimo-come noto ai Cultori- astuto e lungimirante acquisitore delle raffinatissime siderografie su base in pizzo acquarellate a mano della sfortunata Maison di Rue Saint Jacques, attiva a Parigi sin dalla fine del secolo XVIII°.

Un repertorio, come detto, immenso: dai famosi "Souvenirs de Prémiére Communion", con eteree figure di Comunicande "vestite" di delicata carta velina abilmente plissettata, a tutto il ben vasto Empireo dei Santi della Cristianità, passando attraverso le coloratissime celebrazioni della Sacra Famiglia, esaltata da preziosi e scintillanti lustrini d'oro e paillettes policrome, fino ai più doverosamente austeri "luttini"; a distanza di un secolo e mezzo- mai avrebbero potuto i postumi acquisitori Bouasse-Lebel immaginarlo !- tali Santini avrebbero conosciuto un vero e proprio "ritorno di gloria".

Sempre più rari ed il più delle volte "malridotti" nelle offerte che di essi fa attualmente il Mercato cartaceo Italiano, soprattutto attivo nei grandi siti di vendita presenti nel web, vengono invece proposti a prezzi base d'asta incredibilmente allettanti- da 4 a 9 euro- da abili commercianti esteri, in particolar modo Francesi, che, grazie al brillante escamotage, detengono attualmente il primato indiscusso di vendite di questa collezionatissima tipologia di Immagine devota.

Attenzione però: non deve trarre in inganno tale magnifica presentazione ! I pochi euro posti a base d'asta, infatti, si traducono infine con aggiudicazioni MAI inferiori a 70- 100 euro, ed oltre, per ogni singolo Santino colorato a mano.

E a farne le spese, in tale specchio per le allodole intelligentemente messo a punto oltralpe, non solo è il Collezionista Italiano, fedele Cultore dei Santi trinati a punzone, ma, inevitabilmente, il primo ad esserne toccato è l'Antiquario italiano che tratta tali ricercatissime Immagini devote.

Ho parlato personalmente, di recente, con uno tra i più accreditati e noti venditori di Santini a livello nazionale e lo stesso si lamentava dell'impossibilità, ormai, di acquistare tali Immagini all'estero, con particolare riferimento alla Francia, date le sempre più esose richieste dei venditori locali.

Complice, poi, anche la grave crisi economica globale e, per quanto direttamente ci riguarda, l'importante recessione dall'esito finale ancora incerto ed assai preoccupante, e il gioco è fatto.

Ma, in finale, quanto sono dunque valutabili oggi i "Santi di pizzo" ?  Si può iniziare - e con non poca preoccupazione per i tanti affezionati e fedeli Cultori del genere- a parlare di una pericolosa svalutazione ?

La risposta è: assolutamente NO, in virtù di quanto finora detto ed attendibilmente verificato, soprattutto dai dati provenienti dalle innumerevoli transazioni portate a termine con successo dai venditori francofoni della Madrepatria.

Un Santino merlettato in siderografia, acquarellato a mano, vale dunque al momento attuale- sempre se in CONDIZIONI OTTIMALI di conservazione, naturalmente- dai 70 ai 90 euro.

A questa ufficiale ri-valutazione si aggiunga anche la componente straordinaria e-passatemi il termine- dogmatica, che, alla fine, è sempre il singolo Collezionista a dirigere l'andamento del Mercato: non è raro, infatti, pur nei nostri tempi di pesante crisi, assistere ad aste che si concludono, con somma soddisfazione del fortunato venditore, a cifre ben oltre la quotazione massima stabilita dalla media europea.

Discorso a parte meritano le ben più preziose-e RARE- tipologie di Santini merlettati sfavillanti di paillettes e lustrini d'oro e gli ancor più rari e preziosi-oltre che veramente belli- "Santini a teatrino", i cui costi si confermano attualmente, stabilmente dai 120- sino ad arrivare, talvolta- ai 250 euro per gli esemplari più rari e di raffinatezza assolutamente extra-ordinaria.

Paola Galanzi

giovedì 13 ottobre 2011

Iconofilia e Culto Mariano: la Madonna dello schiavo di Carloforte nell'Isola di San Pietro, in Sardegna tra storia e devozione popolare



Viaggiando in Sardegna mi sono fermato in Carloforte ed ho visitato la Chiesa nella quale viene venerata la Patrona di quella città.
Mi era stato detto che soggiornando da quelle parti era cosa meritoria far visita alla Madonna nera la cui devozione supera i confini del paese e dell'Isola, estendendosi alla città di Pegli in Liguria.

Ho visitato la Chiesa ed incuriosito ho cercato di documentarmi, interrogando pure anziani del luogo disposti a raccontarmi quanto sapevano.

Riferirono, con precisione di date e nomi, che tutto ha avuto inizio nella mattina tra il 2 e 3 settembre 1798, quando un'incursione armata di vascelli tunisini conquistò l'Isola di San Pietro.

I barbari, dopo aver depredato le modeste abitazioni e saccheggiato il posto, alzarono le vele deportando 823 abitanti di Carloforte ed imprigionandoli in Tunisi.

Tra questi vi era il giovane Nicola Moretto ed il pretino - cosi' chiamato perchè da poco ordinato sacerdote - don Nicolò Segni.

Quest'ultimo, di sua volontà, volle seguire i parrocchiani fatti schiavi.

Il Moretto ed il Segni durante la prigionia sostennero con abnegazione i concittadini assistendoli nelle avversità giornaliere, dovute sia alle disagevoli condizioni di vita sia ai maltrattamenti dei musulmani che avversavano la fede Cristiana.

I due giovani erano di aiuto a tutti assistendo anche gli infermi tunisini e, di nascosto, il prete officiava messa aiutato dall'altro elevando al cielo preghiere per ottenere aiuto.

Il 15 novembre 1800 Moretto trovavasi a circa 60 km da Tunisi e precisamente nei pressi del villaggio Nabeul ove, sulla spiaggia di questa deserta località, rinvenne un legno lavorato sul quale "vide" l'immagine della Madonna.

 Nel fare ritorno a Tunisi riusci' a portare con sè e con fatica il legno consegnandolo al prete e narrandogli l'accaduto.
Una sera si riunirono tutti i prigionieri, esaminarono il legno inciso ed all'unisono asserirono essere quella l'immagine della loro ideale Madonna che tanto pregavano.

Decisero di trovare un posto nascosto ad occhi indiscreti ove conservare il reperto.

Intanto causa i disagi, le privazioni ed i maltrattamenti, vi erano molti debilitati con febbre che morivano, ma in nessuno venne meno la fede tanto che nel 1803 ottennero la grazia.

Le autorità tunisine, anche per l'interessamento di vari capi di Stato e del Pontefice, liberarono gli schiavi consentendo il ritorno a casa.

Portarono con loro il miracoloso simulacro che denominarono LA MADONNA NERA.

Dopo il rientro, la narrazione degli accadimenti ed il fervore degli ex schiavi, spinse il popolo ad erigere una Chiesa per dare degno collocamento al manufatto e, terminata la costruzione, venne chiamata la chiesetta della MADONNA  dello  SCHIAVO.

Col passare degli anni la fede non si affievoli', la Chiesa venne abbellita con l'aggiunta di una campana, e, nel 1870, fu anche acquistato un organo ancora oggi esistente e funzionante.

Nel 1988 in occasione del 250° anniversario della nascita di Carloforte sono stati portati da Tabarca i resti mortali di un ignoto schiavo a rappresentare i 117 prigionieri carlofortini là deceduti successivamente tumulati sul lato sinistro della Chiesa, erigendo anche una lapide a ricordo degli accadimenti.

Tabarca, città della Tunisia, nel 1540 viene data in concessione alla famiglia genovese dei Lomellini i quali erano interessati alla raccolta del corallo e la colonizzarono con un gruppo di abitanti di Pegli.

 Nel 1738 causa l'esaurimento dei banchi corallini ed il deterioramento dei rapporti con gli arabi, i coloni si trasferirono in massa nell'isola di S. Pietro ove fondarono la città di Carloforte (forte di Re Carlo), cosi' chiamata in onore del re di Sardegna Carlo Emanuele III.

I rapporti divennero con gli anni sempre più tesi tanto che il bay di Tunisi Hammuda Ibn Ali' per rappresaglia invase Carloforte apportandovi distruzione e facendo prigionieri 823 abitanti validi, riducendoli a schiavi.


Il racconto, a più voci, ha evidenziato che molto sentita è nella gente del posto la devozione a questa Madonna.

 I vecchi, con trasporto e senza enfasi illustrano quanto sanno, dicendo pure che l'immagine altro non è che una polena ricavata da un tronco di tiglio, ma per tutti è la Madonna che ha aiutato i loro concittadini.

Non ho potuto approfondire l'esame del simulacro anche se, durante la visita, venne vicino un'anziana signora che mi aggiornò sui fatti e disse della cura che ha nel sostituire sull'altare i fiori appassiti e ad ogni visitatore forestiero fa omaggio di una Immaginetta che ella compra a sue spese in tipografia.

Ho desunto avere il legno, nel tempo, subito manipolazioni e restauri, forse migliorativi, non apparendo più il viso della Madonna di colore nero.
Da un'attenta osservazione si riscontra infatti una non omogeneità di tinta che lascia trapelare l'originario colore naturale del legno di tiglio, verosimilmente scuritosi nel tempo a causa dell'ossidazione dei pigmenti del colore utilizzato in prima mano, successivamente alla lunga e protratta esposizione al fumo delle candele votive.

La fede è forte ed esula tuttavia dalle supposizioni fatte per le altre statue di Madonne nere, con riferimento alla loro diffusione avvenuta al tempo delle crociate, quando i soldati portavano a casa icone orientali.

La statua della Madonna dello schiavo di Carloforte esula dalle altre icone di Madonne dal volto scuro che successivamente dettero l'avvio alla politica di diffusione promossa della religione cattolica,  protesa al culto e alla trasformazione in senso Cristiano di riti e credenze di culture di popoli lontani.

Non è culto inserito in tradizioni proprie di gruppi sociali  a caratterizzante valenza folcloristica, legato a credenze popolari che nel tempo si sono sviluppate e, non è neppure sovrapposizione a culti pseudo-pagani riservati a divinità femminili o legati a racconti e leggende tramandate dalla tradizione orale o documentale.

La polena contraddistigue luoghi ed avvenimenti storicamente e documentalmente accaduti; la fede e la devozione si sono radicati nel tempo nell'animo di uomini che tanto hanno sofferto in una comunità devastata dagli arabi.

Il manufatto portato dai marosi ad arenarsi sulla spiaggia, il successivo ritrovamento da parte di un giovane particolarmente sensibile; il racconto condiviso con altri, come lui costretti a vivere in luogo ostile, ha prodotto sensazione straordinaria divenuta subito corrente di fede autentica e profonda.

La MADRE di tutti, anche degli arabi aguzzini.

che continua, da oltre due secoli, ad ascoltare le preghiere dei suoi figli che in lei hanno fiducia e che da lei attendono grazie.

Da qualche anno è più sentita in Pegli la fede che, fuori dal significato strettamente religioso, sta diventando simbolo di lbertà e di forte unione solidale della comunità.


Nella modesta chiesa si radunano i fedeli e li' si celebrano matrimoni e riti a coronamento di particolari promesse.

Tanti ricordano anche gli aiuti avuti durante l'altro triste periodo dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Resta quindi attuale per loro la datata preghiera : 

 "Madonna bella, fin che conforto avrem nel lume degli occhi tuoi, sicuri e sani arriveremo in porto.
Prega per noi."


Antonio D'Errico Ramirez

lunedì 3 ottobre 2011

La saliente importanza dell'integrità delle Immagini devote ospitate nelle Collezioni


SANTA CHIARA

Incisione a bulino su rame su carta vergellata.

Artista-Disegnatore: Luigi Agricola
Artista-Incisore: Pietro Fontana
Stampatore: Agapito Franzetti a Roma -Torsanguigna

Italia, fine secolo XVIII-primi inizi sec.XIX

Collezione privata Galanzi


Similmente all'Archeologia, meravigliosa Materia da me con autentico Amore studiata, anche l'Iconografia Sacra, palesata nelle antiche Immagini devote, necessita poter fornire allo Studioso ed al Cultore il maggior numero di elementi informativi circa le sue origini e molti altri elementi ad esse inerenti e di per sé assolutamente caratterizzanti; dell'Immagine in primis e, contemporaneamente, della stessa Devozione popolare, al cui contesto storico-culturale essa è ascrivibile.
Al di là, infatti, di elementi immediatamente apprezzabili, quali, ad esempio, la materia su cui la Sacra Immagine è stampata -carta, pergamena, seta, lino etc.- al fine di poter con attendibilità scientifica collocare il pezzo preso in esame in un contesto cronologico- e dunque, contestualmente storico-culturale- reale ed effettivamente probante, fondamentale sarà a tal uopo l'osservazione attenta di altri elementi d'informazione che la nostra Immagine sarà in grado di fornirci dopo il lungo suo iter devozionale attraverso i secoli, gli angoli del Mondo visitati e, talvolta e non di rado, i pii detentori che, tenendola stretta tra le mani, con essa hanno pregato.

Quali sono, dunque, queste importanti fonti di informazione con le quali lo Studioso ed il Cultore debbono rapportarsi ?
 
Ho citato per prima LA MATERIA.

Il primo elemento che possa infatti identificare, e rendere così classificabile la nostra Immagine devota è proprio il supporto materiale sul quale l'immagine nasce.
 
Similmente all'attendibilità informativa proveniente in Archeologia dal basilare concetto di STRATIFICAZIONE di un terreno oggetto di investigazione e sede di scavo, la struttura intima della carta alla base della nostra Immagine sarà in grado di fornirci risposta all'immediata nostra esigenza di collocarla temporalmente.

Dalla originaria, straordinaria carta ricavata dalla macerazione di cenci in fibra di lino e canapa sin dal secolo XIII prodotta ed ovunque esportata in Europa dall'operosa Fabriano, nelle Marche, mantenuta tale tecnica viva ed assai redditizia dagli stessi celebri Stampatori Remondini di Bassano del Grappa fino all'ultimo ventennio del secolo XVIII, giungiamo, alla fine del secolo suddetto, con l'inaugurazione dell'Era Industriale in Europa, all'abbandono graduale e definitivo di tale tecnica, che cede il posto alla ben più rapida ed economica procedura che contemplava per la prima volta l'utilizzo di pasta di legno ossia delle fibre vegetali provenienti dagli alberi, presenti abbondanti in natura.
 
Il non adeguamento al passo, con i tempi ormai mutati e, di conseguenza, le mutate e ben più esigenti richieste del mercato internazionale, furono motivo non secondario di chiusura e definitiva scomparsa di Stamperie di chiara fama e di lunga tradizione, tra cui, duole ricordarlo, la stessa Ditta Remondini, che chiuse definitivamente i battenti delle sue premiate officine, come ben ricorderanno gli Amici Cultori, nell'anno 1861.
Dunque, LA CARTA , come ben noto ai Collezionisti di Immagini devote, ci fornirà per prima un elemento fondamentale di identità dell'Immagine: la sua vera ETA'.

La presa in considerazione di tale primario elemento potrà contestualmente fornire in modo inequivocabile al Cultore il metro scientifico per chiaramente distinguere una Sacra Immagine incisa all'acquaforte dal grande Genio di Lorena Jacques Callot (Nancy, 1592 – Nancy, 1635) originale del secolo XVII da una ristampa postuma del secolo XVIII e, ancor più, da una volgare riproduzione contemporanea.

Altro dettaglio essenziale, al fine di un corretto completamento della "carta d'identità" della nostra Immagine , sarà poi rappresentato dalla presenza all'interno dell'area dell'incisione sul rame della firma dell'Artista-Incisore cui l'immagine è attribuita.

A tal proposito, è importante sottolineare l'assenza, pressochè costante, di tale inconfutabile elemento di attribuzione della paternità dell'incisione sul rame originario- in quasi tutte, o comunque nella grande maggioranza tra esse- delle ormai sempre più rare e ricercate incisioni Fiamminghe, stampate su carta o sulla più nobile pergamena.

La motivazione a tale oggettiva constatazione è da ricercarsi nell'uso consueto, consolidatosi sin dal secolo XVI presso le Stamperie Anversane dapprima, e, nei successivi secoli XVIII e XIX, nelle filiali delle stesse aperte dai titolari nelle celebri Vie degli Artisti- Rue Saint Jacques a Parigi, per citarne una-nei pressi dei Salotti culturali assai in voga nella Francia Romantica, di ri-utilizzare vecchi rami incisi in epoca antecedente, abilmente cancellandone dalla lastra l'originaria paternità, ed apponendovi, extra-bordo- generalmente sul margine inferiore destro della stampa- arbitrariamente il proprio nome.

Altro elemento fondamentale nella nostra ricerca dovrà altresì essere il nome dell'Artista Autore dell'originario disegno o dipinto da cui l'incisione sul rame trae origine ed ispirazione: tale nome è da ricercarsi inferiormente, al margine sx dell'Immagine; la formula ricorrente per indicare la Paternità dell'Opera originaria è espressa con il termine Latino INV (invenit o inventor), più raramente PINX (pinxit, ovvero DIPINSE) o DELIN (delineavit, cioè DISEGNO').

Alla luce di quanto sin qui esposto appare evidente l'importanza imprescindibile di un perfetto stato di conservazione della nostra Immagine devota.
Al di là, infatti, del -a tutti i Collezionisti noto- immediato deprezzamento di quotazione in ambito del Mercato Antiquario cartaceo internazionale e, volontariamente lungi, dunque, da un'ottica meramente di lucro che esula da fini di studio puramente culturali , di ricerca e tutela di questi preziosissimi Testimoni silenti dell'antica Devozione popolare, si ribadisce in questa sede, essenzialmente per una corretta classificazione del pezzo, l'enorme importanza della presenza di tutti gli elementi descrittivo-informativi fin qui citati.

Il verso
di una devota Immagine rappresenta, in finale, l'elemento biografico della stessa.
Brevi annotazioni autografe espresse con elegante grafia dei secoli passati, talvolta nomi e toccanti, deliziosi Pensieri testimoni della fugacità del Tempo e della Vita, Ricordi preziosi ad imperitura, affettuosa memoria di chi ha partecipato, seppur in punta di piedi, delicatamente, a scrivere l'antica e commuovente Storia della Devozione popolare.
Paola Galanzi


giovedì 29 settembre 2011

ICONOFILIA E CULTO MARIANO: LA BELLA ICONOGRAFIA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE E L'ORIGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA


LA MADONNA DELLE GRAZIE E LA MEDAGLIA MIRACOLOSA
Santino in cromolitografia siglato al verso S.L.E., destinato alla diffusione in territorio Francese.
Epoca: fine secolo XIX-inizi sec.XX

Collezione privata Galanzi



E' un'epoca travagliata quella che viviamo e tutti noi siamo, purtroppo, quotidianamente testimoni- diretti o indiretti- del grave disagio sociale diffuso nel Mondo, ma in modo particolare nel nostro amato Paese.
Credo che mai come ora vi sia il bisogno di ritornare agli antichi Valori- spirituali e morali- alla base della nostra tradizione Cristiana.

La bella Storia di Santa Caterina Labouré e delle Apparizioni di cui fu Testimone due secoli fà, saranno senz'altro "balsamo" alle nostre preoccupazioni quotidiane e "Luce" che illuminerà di Speranza il talvolta difficile proseguo del nostro Cammino lungo il viale della Vita.....


Paola Galanzi


Nell'anno 1806, nacque nella Borgogna (Francia), una bimba di nome Catherine Labouré, destinata a compiere una Missione provvidenziale di enorme importanza.


 A 23 anni, vincendo tutti i tentativi del padre di allontanarla dal Cammino che il Signore le tracciava, Catherine ottenne l'autorizzazione per entrare in Convento come postulante, nella Casa delle Figlie della Carità di Chatillon-sur-Seine.

 Il 21 Aprile 1830, varcò per la prima volta, la soglia del noviziato delle Figlie della Carità, in Rue du Bac a Parigi.

PRIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA

Dopo poco più di un mese, la notte tra il 18 ed il 19 Luglio del 1830, Caterina vide, per la prima volta, la Regina del Cielo e della Terra......

 "Fu il momento più dolce della mia Vita- afferma la Santa- è impossibile esprimere ciò che provavo. La Santissima Vergine mi disse:

" FIGLIA MIA, IL BUON DIO VUOLE AFFIDARTI UNA MISSIONE.
DOVRAI SOFFRIRE MOLTO, MA SUPERERAI OGNI SOFFERENZA PENSANDO CHE E' PER LA GLORIA DEL BUON DIO.
IL MONDO INTERO SARA' COLPITO DA OGNI TIPO DI MALE (Dicendo questo la Vergine aveva un'espressione molto triste).
PERO' VENITE AI PIEDI DI QUESTO ALTARE: QUI LE GRAZIE SARANNO DIFFUSE SU TUTTE LE PERSONE, GRANDI E PICCOLE, SPECIALMENTE SU COLORO CHE LE CHIEDONO"

SECONDA APPARIZIONE DELLA MADONNA
Quattro mesi dopo la prima Apparizione della Vergine:

Il 27 Novembre 1830...

 "Vidi la Madonna. Era di media statura, stava in piedi, indossava un abito di seta bianco aurora, con il velo bianco che le copriva la testa e scendeva ai lati fino ai piedi.
A questo punto non so esprimere ciò che ho visto e udito, la Bellezza ed il Fulgore, i Raggi di luce tanto belli...."

Riferendosi ad essi la Madonna disse:

 "E' IL SIMBOLO DELLE GRAZIE CHE SPARGO SULLE PERSONE CHE LE CHIEDONO"

"Mi faceva così comprendere quanto Ella sia generosa con le Persone che la pregano.

In quel momento si formò un quadro intorno alla Vergine Santa, un pò ovale, in alto erano scritte in lettere d'oro queste parole:

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE"

"Quindi udii una Voce che mi diceva: "FAI CONIARE UNA MEDAGLIA COME QUESTO MODELLO. TUTTE LE PERSONE CHE LA PORTERANNO AL COLLO RICEVERANNO GRANDI GRAZIE.
LE GRAZIE SARANNO ABBONDANTI PER LE PERSONE CHE LA USERANNO CON FIDUCIA"

(dalla piccola pubblicazione dell'Associazione Madonna di Fatima)



venerdì 23 settembre 2011

Le meraviglie e i tesori delle Basiliche Romane: l'A.I.C.I.S. -ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- promuove a Roma un importante saggio iconografico sul tema per diffondere la Cultura delle antiche Immagini devote



Nell’ambito nelle iniziative culturali dell’A.I.C.I.S.- ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- segnalo un'assai interessante iniziativa per diffondere la Cultura dei Santini e delle Immagini devozionali promossa dal nostro Segretario ed Amico Giancarlo Gualtieri.
Il CRAL dell’Ospedale Sant'Eugenio di Roma organizza ogni anno una Mostra fotografica visitata da numerose persone, tra cui, medici infermieri e pazienti.

Quest’anno, dato il  tema dedicato a Le Basiliche di Roma, verranno esposti due pannelli con i Santini delle Quattro Basiliche Patriarcali, tratti dalla privata Collezione Gualtieri

La data dell'evento: 15 Ottobre 2011 alle h. 11,30
Sede dell'evento: Sala Grilli dell'Ospedale Sant'Eugenio di Roma

Tutti i Soci A.I.C.I.S. di Roma e anche tutti coloro che in tale data si troveranno di passaggio a Roma sono dagli Organizzatori con piacere invitati a visitare la Mostra.

Paola Galanzi


domenica 18 settembre 2011

La preziosa "NUMERO UNO" delle nostre Collezioni: l'interessante iniziativa dell'A.I.C.I.S. invita i Soci a raccontare l'inizio della propria Collezione.


Il Santino dell'Immacolata Concezione, amorevolmente salvato nell'ormai "lontano" 1980 da Renzo Manfè, Vice Presidente dell'A.I.C.I.S.- ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- dallo scempio di un rogo in una discarica di Roma.

Collezione privata Manfè 



Pubblico qui sul Blog l'invito della nostra Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre- A.I.C.I.S.- a raccontare e condividere l "'inizio" della propria Collezione di Immagini devote: la storia interessante della preziosa "NUMERO UNO" delle nostre Collezioni....

I Soci A.I.C.I.S. così come tutti gli Amici Cultori e Collezionisti simpatizzanti sono invitati tutti a partecipare: l'esperienza personale di ognuno di noi verrà da me pubblicata qui sul Blog come COMMENTO o potrà direttamente essere postata sulla PAGINA A.I.C.I.S. di FACEBOOK dai Soci che già fanno parte del nostro bellissimo ed affiatato Gruppo.

Altri Soci o semplicemente Amici simpatizzanti che desiderano partecipare alla bella iniziativa e che ancora non hanno fatto richiesta di inserimento nel Gruppo suddetto su FB potranno farlo adesso rivolgendosi  alla Segreteria di Presidenza A.I.C.I.S. al seguente indirizzo e-mail: rmanfe@yahoo.it


Paola Galanzi


QUALI I SONO I SANTINI DA CUI E' PARTITA LA TUA COLLEZIONE?
PER I SOCI CHE VOGLIONO ADERIRE A QUESTA RUBRICA E DESCRIVERE GLI INIZI DELLA PROPRIA COLLEZIONE DI IMMAGINETTE SACRE.... 



 RENZO MANFE': 1980....

IL SANTINO DELL'IMMACOLATA...PROVENIENTE DA UNA DELLE DISCARICHE DI ROMA
Uno dei primi santini della mia collezione è questa cromolitografia rappresentante la Vergine Immacolata, del periodo Liberty, con bordi fustellati.
Il terzo inferiore destro risulta bruciato; la bruciatura attraversa il santino fino al bordo inferiore sinistro.

Il santino mi è stato regalato agli inizi dell'anno 1979, da Alberto, un carissimo amico deceduto qualche anno fa.
Egli ogni tanto faceva visita alle discariche periferiche e abusive di Roma ....proprio per cercare o buste per collezione filatelica o i vecchi santini, e strapparli dalla distruzione delle piogge o del fuoco delle discariche stesse.

Questo santino dell'Immacolata, infatti, è stato salvato dal fuoco da Alberto e me lo ha portato come esempio di tante immaginette che a migliaia venivano buttate, abbandonate dentro buste da lettera o scatole di scarpe in queste discariche... perché a causa della morte degli anziani di casa... gli italiani non sapevano cosa farsene.

Per me è stato un regalo e la partenza di una raccolta per dare più rilievo e importanza ai santini che avevo accantonato fin dall'infanzia e che erano relegati in uno dei cassetti di casa tra le tante cose ... che però rimanevano alquanto dimenticate.

Verso il marzo 1979 ne ho parlato con il Comm.Gennaro Angiolino. Egli era al corrente di questa situazione negativa che causava ormai da tempo la perdita totale di un patrimonio e di una testimonianza della pietà popolare.

Infatti, era a conoscenza che con la morte dei nostri anziani tantissimo materiale veniva abbandonato con tante altre cose ritenute senza importanza nelle discariche non solo della città di Roma, ma anche in quelle delle altre città italiane.
E proprio nei primi mesi del 1980 allestì in Roma, presso la Chiesa di Sant'Apollinare, vicino a Piazza Navona, una megamostra di oltre 3000 santini che ebbe un successo enorme... tanto che da pochi giorni di esposizione ... si è dovuta prorogare per molte settimane. Un successo enorme... e l'inizio di interventi in radio e televisione per sensibilizzare l'opinione pubblica a non distruggere questo patrimonio.

Inoltre da qui è maturata l'idea di un'associazione che il Comm. GENNARO ANGIOLINO ha concretizzato il 6 luglio 1983 in Roma, a Piazza Campitelli: l'A.I.C.I.S..... la nostra bellissima Associazione, della quale tutti noi facciamo parte.

Renzo Manfè-Vice Presidente A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE



lunedì 5 settembre 2011

Iconofilia e Società: piccoli Tesori della devozione popolare desiderosi di memoria fanno talvolta capolino tra i banchetti polverosi dei Mercatini....


S.Maria Stein (Santa Maria della Pietra)
Splendida miniatura di provenienza conventuale su preziosa carta straccia con coloritura a mano.
Area Svizzero-Tedesca, inizi- prima metà-secolo XVII

Collezione privata Professor Carluccio Frison


Nel salutare affettuosamente con un sincero "Bentrovati" tutti gli Amici Cultori delle antiche Immagini devote, i Soci A.I.C.I.S., gli Studiosi e i casuali Visitatori, desidero oggi, con il prezioso e gentilissimo contributo del caro e Stimato Amico Medievalista Professor Carluccio Frison, Socio e Probo Viro A.I.C.I.S. e appassionato Cultore della titanica Figura di San Carlo Borromeo nell'Iconografia dell'antica devozione popolare, parlare dell'opportunità- rara, ma non impossibile- di "scovare" talvolta, tra scatole sovraffollate stipate alla rinfusa su banchetti polverosi di Mercatini di Antiquariato cartaceo, veri e propri Tesori manufatti dell'antica tradizione devozionale popolare.
L'informazione, rincuorante- anche dato il continuo crescendo arbitrario ed incontrollato dei prezzi applicati da Antiquari e commercianti (badate bene, ho scritto "il prezzo" e non la reale quotazione !) e utilissima ci giunge dal Modenese, pittoresca Terra di residenza dell'illustre Amico Professor Carluccio Frison, da decenni sede di molteplici e periodici Mercatini, stabili ed itineranti, dedicati al Collezionismo e all'Antiquariato cartaceo.
E' proprio durante una rilassante passeggiata domenicale con la sua Famiglia nell'area che ospitava uno di questi ridenti Mercatini che lo sguardo attento del Professor Frison è stato all'improvviso "rapito" dalla splendida e preziosa Immagine devota, protagonista dell'odierno articolo, che desiderosa di memoria, ha fatto capolino tra un mucchio eterogeneo di polverose,antiche carte del Passato....
Bellissima miniatura di indubbia fattura claustrale su splendida "carta-straccia", realizzata secondo l'antica tradizione medioevale di macerazione di veri e propri stracci,celebra la delicata Figura della Madonna della Pietra (iconograficamente raffigurata con Bambino), venerata nell'antico Santuario di Maria Stein in Svizzera , nel suggestivo Complesso dell'Abbazia Benedettina omonima, la cui costruzione data del sec.XII.
La denominazione "Maria Stein" ,letteralmente in Lingua Tedesca: Maria (della) Pietra, trae le sue origini da un miracolo attribuitole nel tardo Medioevo, allorquando-si narra- che un bimbo caduto giù da un dirupo nei pressi dell'Abbazia rovinò giù da un'altezza notevole rimanendo illeso per intervento della Madonna.
I colori della miniatura sono naturali, come tradizionalmente abitualmente in uso presso gli Scriptoria conventuali e ciò attesta ancor più il pregio della Sacra Immagine, sebbene visibilmente alterata nell'originale coloritura. Epoca: inizi- prima metà secolo XVII.
Commuovente e anch'essa sicuramente depositaria di un'antica, affascinante Storia di devozione......
Paola Galanzi

lunedì 1 agosto 2011

A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE unisce nella Piazza virtuale di Facebook tutti i Collezionisti di Santini e Immagini devozionali !


Il bel logo dell'A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE


Carissimi Amici Cultori  e Collezionisti delle belle Immagini devote, con sincero piacere Vi informo che A.I.C.I.S. ha già da tempo messo a disposizione dei Soci una bellissima "Piazza virtuale" su Facebook, dove, in un clima di cordiale Amicizia e sereno relax tutti i Soci, quotidianamente, "virtualmente"  si incontrano per condividere esperienze, iniziative culturali, interessanti informazioni sul vasto ed affascinante mondo delle Immagini devote e dei Santi della tradizione Cattolica e...perchè no, anche curiosità e qualche amena battuta in Amicizia..

Per fare parte del Gruppo A.I.C.I.S. su FB è sufficiente aprire un account personale sul social network e comunicare la propria richiesta di adesione alla Presidenza A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- al seguente indirizzo e-mail: aicis_rm@yahoo.it


Vi attendiamo numerosi !

Paola Galanzi



CHE COSA È L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati collezionisti, studiosi e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folcloristico, culturale, artistico, religioso.

PERCHÈ FAR PARTE DELL'AICIS?


Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare bimestrale di collegamento, di quanto interessa il settore, e poter effettuare lo scambio di santini fra i soci.
Per conoscere le date delle mostre, o per parteciparvi, per ascoltare conferenze; per essere informati delle pubblicazioni specialistiche, per avere nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere notizie su santini, Santi e santuari.

PERCHÈ L'AICIS SU FACEBOOK?


Perchè dietro lo scambio, dietro lo studio delle tecniche di stampa, delle vite, dell'iconografia, degli aspetti storici e geografici...ci sono delle Persone, legate da una comune passione.
Per trovarsi, per conoscersi, per scambiare informazioni..."oltre il ce l'ho, ce l'ho, mi manca".

DESIDERI ANCHE TU INTERAGIRE CON IL NOSTRO GRUPPO ?

Chi desidera interagire con i membri del Gruppo su questa "Piazza virtuale"- riservata ai Soci A.I.C.I.S.- deve rivolgersi alla Presidenza AICIS indirizzando una mail a: aicis_rm@yahoo.it .

La Segreteria sarà ben lieta di fornire tutte le informazioni sull'Associazione, i moduli per l'iscrizione e una copia omaggio della nostra bella Rivista "SANTINI E SANTITA' ".


mercoledì 29 giugno 2011

AUGURI DI SERENE E MERITATE VACANZE A TUTTI !


STELLA MARIS
Delicatissimo Santino con siderografia centrale acquarellata a mano e l'aggiunta à collage di polvere di vetrini iridescenti e preziose paillettes dorate.
Prodotto nel primo ventennio del secolo XIX dal raffinatissimo Editore Maison Basset a Parigi.

Collezione privata Galanzi


Carissimi Amici Cultori della nostra bella, comune Passione dedicata alle antiche Immagini divote, anche quest'anno è infine giunto il momento di salutarci ed Augurare, con la delicata Immagine di Maria-STELLA MARIS-che correda questo post, e con le fresche, spumeggianti onde del mare in essa ricoperte da iridescenti, piccolissimi vetrini, una Serena, Buonissima Estate a tutti.


Salgono le temperature ovunque nel nostro amato Paese e in tutti è comune il desiderio di relax, pace e serenità.


Alcuni tra noi trascorreranno questo periodo di vacanza nell'impagabile tranquillità della propria casa da veri e propri Re, altri opteranno per la quiete bucolica -la mia preferita- altri si rinfrescheranno dalla calura estiva con rigeneranti nuotate al mare....


I più fortunati forse opteranno per una vacanza all'Estero: non dimenticate di visitare i pittoreschi MERCATINI dell'Antiquariato cartaceo, ovunque deciderete di andare !


Anche il Blog inizia a fare la valigia per partire in vacanza.


Un caro, affettuoso Saluto a tutti Voi e........ Arrivederci a Settembre !



Paola Galanzi

martedì 21 giugno 2011

ICONOFILIA E CULTURA: gli INVULPRENTJES, ovvero il voto della preghiera costante nel tempo e per l'intera Vita nelle Fiandre del secolo XVIII


INVULPRENTJES- ossia Le Immagini da riempire
Ex voto della Religiosità Popolare delle Fiandre del secolo XVIII

Collezione privata Dr.Theo Breugelmans


Realizzate con incisione a bulino su rame e stampate su pergamena, così come su bella carta vergellata,tipica del sec.XVIII, gli INVULPRENTJES -o Immagini devote da completare (con i dati del Fedele e l'ora ed il giorno specificamente consacrati per voto alla Preghiera)- rientrano a tutti gli effetti nella categoria delle Immagini devote, e come tali considerate, rappresentano oggi una rarità principalmente vanto dei pannelli espositivi di Musei espressamente ospitanti permanentemente pregevoli Collezioni di antiche Immagini devote del Belgio e delle Fiandre in particolare.



Ex voto suscepto
, ossia "per voto fatto": tale antica e suggestiva locuzione della Lingua Latina racchiude in sè e traduce, di fatto, l'atteggiamento primordiale ed il profondo, intimo bisogno istintivo dell'Uomo di rivolgersi a Dio per ottenere protezione, grazie, per sè o per i propri cari, guarigioni per familiari ed armenti, esiti felici, insomma, in una qualsiasi problematica esistenziale vissuta con pathos, colma di devota attesa, sincera Speranza e totale Fiducia nella Divina Provvidenza.


Espressione ancestrale dell'umana consapevolezza dell'imperfezione e dei limiti della propria mortale natura, gli ex voto- dagli arcaici amuleti zoomorfi ed antropomorfi delle antiche Civiltà Gallica, Etrusca e Romana (solo per citarne alcune tra le infinite moltitudini caratterizzanti ogni latitudine comunitaria della Terra) gettati con rituali e preghiere specifiche in fiumi, laghi ed antichi corsi d'acqua di aree particolari, ritenute esser abitate da primigenie divinità pagane, nel corso dei secoli e con essi, dei millenni, hanno anch'essi, al passo col mutar dei tempi, assunto ora l'anima lignea delle tavolette votive - già esistenti peraltro ed esposte in epoca imperiale Romana presso pubbliche Aediculae o Larari privati P.G.R., cioè PER GRAZIA RICEVUTA, spesso per scampati ed allora frequentissimi naufragi in mari lontani- per assumere, infine, probabilmente sin dall'alto Medioevo, le attuali, conosciute sembianze di documento cartaceo o pergamenaceo.

L'ex voto cartaceo -similmente a quello redatto su pergamena- mostra subito allo Studioso il suo duplice, intrigante aspetto di voto in attesa di essere da Dio esaudito e di voto, grato, per grazia ricevuta.

In un eventualità o nell'altra, il Devoto o la Devota si legano ad esso nell'alto impegno di promessa solenne di preghiera costante a Dio.

Denominati, come anzidetto, INVULPRENTJES in Lingua Fiamminga, ci è possibile oggi ammirarne due rari esemplari su pergamena, appartenenti alla museale e a tutti gli Amici Collezionisti Italiani ben nota Collezione privata del Dr.Theo Breugelmans, Fiammingo D.O.C. ed attento Studioso e Cultore delle antiche tradizioni della Religiosità Popolare della sua splendida Terra.

Identici tra loro- e ciò non lascia dubbi sulla ipotesi da me formulata di recente anche circa i RICORDI DI BATTESIMO-potete leggere l'articolo all'argomento da me dedicato qui: http://ilcollezionismodeisantini.blogspot.com/2011/04/il-rito-cristiano-del-battesimo-tra.html -

caratterizza entrambi un'incisione a bulino eseguita al tratto e al puntinato celebrante il Santissimo Sacramento contornato da Angeli adoranti.


La fisionomia dell'incisione è semplice ed ispirata all'essenzialità di un documento stampato in elevato numero,che non reca colori ne attribuzione all'Incisore.


E' proprio quest'ultimo dettaglio che ci fa ipotizzare che, molto probabilmente, tali documenti- vere e proprie TESSERE NOMINATIVE E PERSONALI- venivano all'epoca stampate in seno a Conventi o alle stesse Parrocchie di appartenenza dei Fedeli cui venivano poi capillarmente distribuiti.


Recita la scritta in Lingua Fiamminga:

"Geloft zy altijd het Allerheilighste
Sacrament des Autaers Amen.
Mijne Ure voor de Gedurige Aanbidding
is den .... van de Maend ......
van ... Ure tot ... ... middagh"



che tradotto in Lingua Italiana risulta essere:


Il Santissimo Sacramento dell'Altare sempre sia lodato. Amen.
La mia ora di continua Preghiera è la ---- del Mese di ------
Dalle h.---------alle h.---------


Segue, come detto, il nome e cognome del Devoto offerente.
 
Un esemplare Italiano di INVULPRENTJE, estremamente interessante per l'articolata formula propiziatoria in esso presente è rappresentato dalla seconda Immagine che correda questo articolo: il voto di Preghiera, fissato per l'intera durata della Vita, il giorno 7 del Mese di Dicembre di ogni anno, di una Nobildonna di Recanati, Margherita Santacroce.









Ex voto cartaceo della N.D.Margherita Santacroce di Recanati-Italia, seconda metà sec.XVIII

Collezione privata Galanzi

Distribuito ai Fedeli della Confraternita della Madonna del Fulmine, consacrata all'Immacolata Concezione dai Padri Minori Conventuali di San Francesco del Convento di Recanati, nelle Marche, è inequivocabilmente accomunato ai due precedenti Fiamminghi dall'impegno nella Preghiera e nella devozione al Santissimo Sacramento e dall'epoca cui è databile: il secolo XVIII.

Paola Galanzi