Un rarissimo Breverl autenticamente Italiano
Area Piemontese-Lucchese, secc. XVI-XVIII
© Collezione privata Galanzi-all rights reserved
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E'straordinariamente giunto sino a noi integro in ogni suo singolo,prezioso componente,attraverso un lungo, scomodo viaggio durato oltre quattro
secoli, silente testimone di Fede
popolare frammista a ignorante superstizione così come di una lunga scia di
sangue e carboni ancora oggi fumanti; un autentico reperto di
archeologia religiosa, come entusiasticamente lo definirebbe David Elkington,una stratificazione unica ed estremamente interessante con un terminus
ante quem decisamente databile del secolo XVIII che,a suo naturale,originario completamento,si inserisce,
assolutamente ed armonicamente integrandolo,su una base stampata decisamente
anteriore di due secoli e forse,nel testo,anche più.
Un reperto unico nel suo genere ancor più per la nota, agli addetti ai lavori,studiosi iconofili e Collezionisti, estrema rarità di questi documenti.
A sostegno e conferma della datazione anzidetta, relativa alla cosiddetta
base in mirabile, preziosa carta straccia, stampata con inchiostro nero
in lingua Latina con il Trigramma di San Bernardino-Un reperto unico nel suo genere ancor più per la nota, agli addetti ai lavori,studiosi iconofili e Collezionisti, estrema rarità di questi documenti.
Il recto del Talismano con i Trigrammi uniti di Gesù e di Maria Vergine
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divenuto, sin dal secolo XVI,il simbolo -
IESUS HABEMUS SOCIUM
-della Compagnia di Gesù o Ordine
dei Gesuiti- e quello di Maria Vergine,le intense formule scaramantiche
"CONTRA OMNES,TUM MALEFICORUM,TUM
DAEMONUM,INCURSUS"
-cioè
"CONTRO QUALSIVOGLIA MALEFICIO AD OPERA DEL DIAVOLO"-
con l'orazione,intervallata ritmicamente dal segno della Croce seguito dalla benedizione impartita dal Sacerdote-esorcista,sono innalzate a Dio mentre s'invoca l'intervento dell'invincibile spada e
del possente scudo dell'Arcangelo Michele,eccezionalmente compare, inferiormente,il nome completo dell'Inquisitore esercitante la funzione presso il Tribunale
Inquisitorio con sede nella città di Torino:
Fr.Bartholomeus Rocca de
Palermo.
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Estremamente frammentarie e lacunose le notizie biografiche a lui
riconducibili; si conosce parzialmente la data di nascita, limitatamente
all'anno -1540- e la città donde originariamente proveniva e in cui, quasi
sicuramente, nacque: Palermo.
La data di morte non è conosciuta.
Possediamo tuttavia il dato certo della sua appartenenza all'Ordo Praedicatorum,l'Ordine religioso mendicante dei Frati Predicatori fondato nel 1215 da San Domenico di Guzman e approvato da Papa Onorio III l'anno successivo, nel 1216,così come le date precise di inizio e di fine del suo mandato di Inquisitore presso la sede torinese del Santo Uffizio: 1588- 1598. (Per altra fonte, tuttavia incerta, fino al 1606).
La data di morte non è conosciuta.
Possediamo tuttavia il dato certo della sua appartenenza all'Ordo Praedicatorum,l'Ordine religioso mendicante dei Frati Predicatori fondato nel 1215 da San Domenico di Guzman e approvato da Papa Onorio III l'anno successivo, nel 1216,così come le date precise di inizio e di fine del suo mandato di Inquisitore presso la sede torinese del Santo Uffizio: 1588- 1598. (Per altra fonte, tuttavia incerta, fino al 1606).
San Domenico di Guzman Fondatore dell'Ordo Praedicatorum
Nondimeno, non fu che nel 1198, allorquando salì la Cattedra Pontificia Papa Innocenzo III, che comparvero i primi Commissari Inquisitori cosiddetti, nella persona di due frati Cistercensi.
Più tardi,quando l’eresia albigese iniziò sempre più a diffondersi,i Domenicani furono incaricati dell’Ufficio di Inquisitori,poiché il loro Fondatore,San Domenico appunto, si era grandemente ed efficacemente adoperato ad abbattere l’eresia con l’eloquenza e con l’esempio.
Dodici anni dopo la sua morte,Papa Gregorio IX confermava in Tolosa il primo Tribunale dell’Inquisizione ed encomiava il nuovo Ordine di frati per la loro scienza e per il raro zelo dimostrato.
I Francescani furono successivamente aggiunti ai Domenicani nel disimpegno degli affari del Sant’Uffizio e più tardi anche i Chierici regolari furono chiamati a farne parte, mentre un gruppo scelto di Sacerdoti d’ogni Ordine ne costituiva la Consulta e ne moderava le sentenze.
Il processo per eresia a Galileo Galilei presso il Sant'Uffizio di Roma
(Dipinto del secolo XIX)
Nel 1233 s’istituiva formalmente il Sant’Uffizio per
Il progredire ed il diffondersi delle eresie rese necessaria per la Chiesa l’istituzione di questo Tribunale in quasi tutti gli Stati dell’epoca,cosicchè, meno di un secolo dopo dai fatti sovraccennati,in molte Città Italiane e d’Oltralpe ne furono in numero notevole impiantati.
“liberare i
Credenti dalle false dottrine degli apostati ed eretici, in quella stessa guisa
che un saggio monarca pone a salvaguardia del suo Popolo valido presidio”.
Il progredire ed il diffondersi delle eresie rese necessaria per la Chiesa l’istituzione di questo Tribunale in quasi tutti gli Stati dell’epoca,cosicchè, meno di un secolo dopo dai fatti sovraccennati,in molte Città Italiane e d’Oltralpe ne furono in numero notevole impiantati.
Il Piemonte,ultima delleTerre d’Italia e posta sul confine dell’antica Gallia,accolse anch’esso quest’Ufficio,perché già prima aveva accolto gli apostati figli della Chiesa.
Frà Bartholomeus Rocca da Palermo,Inquisitore o Vicario Generale del Sant’Uffizio,fu di diritto il Presidente del Tribunale ed ebbe, per tutti i dieci anni del suo mandato, un pro-vicario, anch’egli Domenicano, che lo aiutava nel disimpegno delle sue funzioni.
Inoltre, vi era un avvocato fiscale,un avvocato cosiddetto “dei rei”, un consultore (consulente)- assistente,che era pure Domenicano,un consulente facente funzione di avvocato fiscale, un notaio e un protonotaro, entrambi dell’Ordine dei Predicatori, oltre ad ulteriori trentasei consulenti eletti indistintamente tra tutti gli Ordini religiosi esistenti nella Città e scelti tra gli uomini più stimati ed in vista del clero secolare; vi era,infine,un cursore o moderatore.
Così era costituito il Sant’Uffizio nel 1781,ma precedentemente il numero dei consulenti fu assai esiguo,e questo per ragioni del Sacro Ministero dei Padri che non potevano lasciarsi influenzare nei loro giudizi ora dai delegati di un Comune, ora dai Senatori di qualche microscopica Repubblica,ora dai Giudici di qualche signorotto,i quali,e non infrequentemente, consumavano le personali, bieche loro vendette dietro lo scudo della Giustizia e della Religione.
Fu tuttavia difficile che non presenziassero al processo gli Ufficiali del Principe del territorio ove avveniva la causa, e negli Archivi di Stato, almeno fino alla fine del 1800, esisteva la trascrizione di un processo originale dell’Inquisizione di Lombardia- la Sede era in Milano- celebrato in data del 16 Ottobre del 1451 contro l’eretico Filippo Regis della Valle di San Martino, presieduto con l’assistenza degli Ufficiali di Giustizia del Duca Ludovico di Savoia.
Il Talismano stampato e diffuso dal Sant'Uffizio in Torino nel secolo XVI
Il recto con l'"ORATIO CONTRA OMNES, TUM MALEFICORUM, TUM DAEMONUM, INCURSUS "
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Tornando al nostro protagonista odierno, il Domenicano Frà Bartholomeus
Rocca de Palermo, nato in piena epoca controriformistica,passato alla Storia
per il ruolo autorevole che rivestì per un pieno decennio in seno
all’Istituzione ecclesiastica suddetta- e oggi da noi ricordato grazie a questo
raro ed eccezionale Documento che ne conserva in calce il nome completo e
perfettamente ancora leggibile- proprio relativamente al suo nome, o meglio
alla parte finale del suo nome, quella che, com’era anticamente costume
Italico, ne indica l’oriunda provenienza geografica,è assai curioso notare che
la forma originaria- decisamente quella valida sul nostro Talismano- forse per lapsus calami o fors’anche intenzionalmente- viene altrove
erroneamente citata quale "Frà Bartholomeus da Pralormo",località quest'ultima prossima alla
Capitale Sabauda.
Santa Teresa d'Avila- bellissimo dettaglio che evidenzia la preziosità delle stoffe e degli antichi broccati impiegati dalle Suorine Lucchesi nella realizzazione dei loro bellissimi Santini e Immagini devote manufatte tutte caratterizzate da uno stile unico ed inconfondibile
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Studiato e destinato principalmente e fondamentalmente a fruitori analfabeti e di modesta e modestissima estrazione rurale e contadina-saliente ed interessantissimo è a questo specifico proposito il passo ove si invoca la protezione super agros- sui campi coltivati- contro siccità e scarsità del raccolto, questo straordinario Amuleto- a metà strada tra fede e devozione e superstiziosa scaramanzia- per sua intima ideazione ed essenza fu ad hoc progettato contemplando in se il binomio d’interazione di due entità distinte e socialmente e culturalmente assai lontane: da un lato,il Sacerdote-esorcista benedicente che leggeva,o recitava a memoria, in Latino, le lunghissime formule rituali e le orazioni, e dall’altro il devoto contadino,analfabeta e superstizioso, che si sottoponeva al rito ricambiando,grato e soddisfatto, con due galline ruspanti,uova fresche di giornata o con frutti ed ortaggi del suo piccolo appezzamento di terra.
Il Talismano del Sant'Uffizio- dettagli del verso
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Ideato,come anzidetto,in piena epoca post-tridentina e
controriformistica,il Talismano fu difesa ma ancor più controffensiva
autorevole al Protestantesimo dilagante nonché strumento potentissimo ed
efficacissimo di controllo e gestione socio-culturale delle masse in mano alla
Chiesa di Roma.
Nel nostro caso specifico,entrambe parti integranti del Documento,convivono,seppur riferentesi ognuna ad epoche storiche ben distinte- la base cosiddetta,ossia la parte specificamente rituale stampata R/V su carta certamente del secolo XVI- e quello che è definito e conosciuto come il cuore,il centro cioè autentico del Talismano, incastonato sulla base testuale in un collage di piccoli fiori manufatti in raso e ben undici,differenti Reliquie ascrivibili a Martiri,Santi e Papi; campeggia al centro di esso la preziosa quanto rara Reliquia ex Sepulchrus di San Giovanni Nepomuceno,Sacerdote e Martire.
Al centro, il "cuore" del Talismano con le preziose Reliquie
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Quasi a voler proteggere le importanti Reliquie-altra parte splendidamente manufatta di indubbia provenienza conventuale e databile invece dell’inizio del secolo XVIII- sono quattro differenti "antine” in carta vergellata,decorata manualmente R/V da ben otto differenti Sante Figure magistralmente habillées- vestite- di preziosi broccati intessuti di sottilissimi fili in autentico oro ed argento:la SS.Trinità,la Sacra Famiglia,i Santi Tre Re Magi,Santa Teresa d’Avila, San Francesco Saverio e Sant’Antonio da Padova.
Il Talismano del Sant'Uffizio- triplice,splendido dettaglio
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Nato, dunque, originariamente nel secolo XVI, nella semplice forma di testo stampato su carta ad uso esclusivo del Sacerdote-esorcista, fu successivamente, agli inizi del secolo XVIII,integrato ed impreziosito dal cuore,lo scrigno applicato à collage centralmente al testo,contenente le preziose Reliquie destinate alla devozione popolare.
Proprio relativamente a questa aggiunta postuma, a buona ragione io ritengo che,dato l’evidente richiamo all’originario nonché originalissimo loro inconfondibile Stile nella creazione delle famose e splendide Immagini devozionali manufatte, la sua esecuzione, nei primi del 1700, sia stata personalmente curata dalle Suorine dell’area lucchese e successivamente da esse stesse destinato quale prezioso dono ad alto prelato o altro notabile laico.
Concludo in bellezza la disamina sull’antico Talismano, citando una frase profonda e molto significativa del grande Sant’Atanasio:
“Il proprio
d’una Religione d’Amore è persuadere, non costringere”.
© Paola Galanzi