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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





lunedì 20 dicembre 2010

Affettuosi Auguri di Buon Natale e Prospero Anno Nuovo a tutto il Mondo !




E' un Augurio speciale e Affettuoso questa MOSTRA ON LINE di Santini e Immagini devozionali celebranti il Santo Natale databili dal sec.XVI al sec.XXI, realizzata grazie al contributo entusiasta e generoso di Amici Collezionisti e Soci A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE, d'Italia, del Belgio, della Spagna e degli Stati Uniti d'America.

In tempi tutt'altro che semplici, di grave disagio sociale ed economico, di perdita dei più importanti e preziosi Valori Cristiani alla base della Famiglia e della Società, grazie a Voi cari Amici, rendiamo a tutti fruibile in rete il nostro Augurio sincero ed Affettuoso di Buon Natale affinchè tutti nel Mondo possano esserne raggiunti.

Possa Gesù che nasce illuminare ed inondare i Cuori di tutti di Pace, di Amore e di Speranza !

Si impegni ognuno di noi, pur nel suo piccolo, a celebrare la Nascita di Gesù Bambino con i Doni a Lui più graditi:la Solidarietà e la Carità Cristiana sincera e Affettuosa nei confronti di chi, vicino a noi, non potrà festeggiare il Natale con un albero sfavillante di luci colorate, regali, cibo in abbondanza e il calore prezioso di una Famiglia;

Gesù nasce povero in una povera stalla, riscaldato dal fiato amorevole del bue e dell'asinello- due miti e generose creature di Dio- e Giuseppe, suo Padre, fu un povero falegname:

chi accoglie con Amore un povero nella propria Vita accoglie Gesù in persona !

Siano dunque questi i nostri Doni offerti a Gesù per chi ha meno di noi:un sorriso sincero, un Abbraccio Affettuoso che nasce dal Cuore, un posto aggiunto alla nostra tavola con Amore per chi è solo.

Le mode passano veloci nella loro vacuità e frivolezza e presto si dimenticano, ma i Valori Cristiani reggono da sempre il Mondo donando ai suoi equilibri e a tutte le latitudini abbondanza di Pace, d'Amore e di Speranza per tutti.



BUON NATALE A TUTTI!



Paola Galanzi


Questo VIDEO è espressamente dedicato a tutti i bimbi ospiti degli Ospedali Pediatrici "BAMBINO GESU' " di Roma e MEYER di Firenze, con tanto, tanto Amore e l'Augurio di una prontissima guarigione e di un felicissimo rientro a casa.

Ringrazio caramente gli Amici Collezionisti e i Soci dell'A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE-grazie ai quali è stato possibile realizzare questo speciale VIDEO augurale del Santo Natale:

-Dott.Giancarlo Gualtieri- Collezionista e Segretario nazionale A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE NAZIONALE CULTORI IMMAGINETTE SACRE-

-Prof.Carluccio e Angela Frison- Collezionista, Probo Viro e Socio A.I.C.I.S.

-Lucio e Patrizia Grandi- Collezionisti

-Dr.Theo en Gerda Breugelmans- Collezionista-FIANDRE (Belgio)

-Ing.Ermanno e Serena Raio- Collezionisti

-HOLY CARD HEAVEN- gli Amici Collezionisti Victoria e Alan dagli Stati Uniti d'America

-Mik Bartolucci -Collezionista e Socia A.I.C.I.S.

-Domenico Vella-Collezionista e Socio A.I.C.I.S.

-Paola e Renato Galanzi-
LE MONDE RAVISSANT DES IMAGES PIEUSES-Socia A.I.C.I.S.

venerdì 3 dicembre 2010

Iconofilia e Cultura- La fama dei Remondini di Bassano partì un giorno lontano, a piedi, dalle Valli di Tesino e del Natisone




Sono le arbitrarie parzialità della Storia a tramandare ai posteri gloria e onore tributati a Imperatori, Re e Principi, scordandosi completamente di quelle interminabili liste afone e tristemente anonime di schiavi, operai e povera gente del popolo che con il sacrificio del duro lavoro hanno nel lento dispiegarsi del Tempo edificato Mausolei e dato lustro eterno a Città e a Popoli, intessendo silenziosi, pietra su pietra e passo dopo passo, le fitte e immortali trame dell'inestimabile Patrimonio della Cultura e della Tradizione.
L'economia essenziale ed austera di un territorio alpino paesaggisticamente unico nella sua bellezza ma dal carattere aspro e severo, in tempi controversi di concessioni imperiali pagate a caro prezzo da chi, nato in quelle terre e lì radicato fin dalle sue origini più antiche, per vivere- si, semplicemente per vivere- e per garantire una vita migliore ai propri figli e alle Famiglie si vide costretto a partire “con la cassela in spalla”, a piedi, in giro per il Mondo.

Si intitola così: “Con la cassela in spalla: gli ambulanti di Tesino”, la splendida Opera edita da Priuli & Verlucca Editori in Scarmagno (Torino)-1987-2008, della Dott.ssa Elda Fietta Ielen, fiera nipote di uno degli ultimi Ambulanti della Valle di Tesino, innamorato del proprio mestiere e discendente da quegli ancor più famosi Tesini che, sin dalla prima metà del secolo XVII, insieme alle pietre focaie di qualità superiore, prodotte in abbondanza nel territorio, portarono sulle spalle le colorate, bellissime stampe Remondiniane- religiose e a carattere profano- e sfidando l’ignoto in territori inesplorati e talvolta ostili, esposti ad ogni intemperia riposandosi dalle lunghissime marce su miseri giacigli di fortuna, fecero conoscere al mondo, fin nei più lontani e sperduti villaggi, Santi e Madonne tradizionalmente venerati dalla consuetudine Cristiana e non – unica consolazione e Speranza dei poveri a un’esistenza fatta di sofferenza e dure privazioni.


Ma la missione incarnata dai Tesini per un arco di tempo lungo quasi tre secoli - quasi per una sorta di superiore predestinazione- non si limitò alla vendita al dettaglio di risme popolari, carte da gioco, giuochi dell’oca, Bibbie e stampe devote provenienti dalla celebre Stamperia Bassanese; essi furono pionieri e orgogliosi testimoni viventi della Tradizione e della Cultura del Trentino Alto Adige e della presenza Italiana nel mondo, portando ovunque la loro contagiosa simpatia e, come ho amato più volte dire- facendosi ovunque amare per la semplicità che li contraddistinse e per la loro rara e schietta umanità.


Alcuni di loro tristemente si persero tra le nebbie di Paesi lontani non facendo più ritorno a casa nella Valle, altri tentarono la fortuna meritoriamente trovandola a latitudini remote, ma la maggior parte di loro, partiti poco più che bambini, tornarono alle vecchie case di Pieve, Cinte e Castello Tesino, con i capelli bianchi e un piccolo gruzzolo di denari- il loro tesoro- sempre poveri dopo una vita di sacrifici sì, ma immensamente ricchi di una vita vissuta intensamente, fatta di un raro e profondo senso di appartenenza comunitario e di rapporti umani autentici e indissolubili instaurati con genti lontane che avevano da loro imparato persino l’antico dialetto risonante da secoli nella Valle.

Un libro meraviglioso, corredato di un ingente repertorio documentale, fotografico e di iconografia devozionale assolutamente unico, che non può mancare sotto l’Albero di Natale degli Studiosi delle Tradizioni, così come in quello del colto Collezionista di Santini e Immagini dell’antica devozione popolare.

L’Opera della D.ssa Elda Fietta Ielen è uno dei libri più belli e umanamente coinvolgenti che io abbia mai letto; una perla unica e preziosissima della Letteratura Italiana moderna in cui, attraverso la storia dei Tesini, basata sulla laboriosa ed entusiasta attività di ricerca dell’Autrice, ancora palpitanti di autentica gioia di vivere risuonano le voci di tutti i grandi Tesini che diedero nel mondo intero fama immortale al nome dei Remondini di Bassano del Grappa.


L'Opera è disponibile presso la Casa Editrice: http://www.priulieverlucca.it/
Paola Galanzi



martedì 30 novembre 2010

MOSTRA ON LINE nr.3:una selezione di 157 bellissimi Santini dalla Collezione di Rosina Llagarìa Vidal per donare a tutti un gradevole momento di relax

Dedicata a tutti gli Amici Collezionisti di Santini e Immagini devozionali, ai Lettori habituès, ormai di casa nel salotto del Blog, e ai casuali Internauti, magari provenienti da Paesi del Mondo lontanissimi dal nostro, che casualmente e forse per curiosità prendono discretamente posto insieme a noi per ammirare la delicata bellezza della MOSTRA ON LINE di una Collezione di Immagini devote, volando su tenui colori e delicati merletti, dolcemente accompagnati da una rilassante melodia....Ben 157 sono oggi i Santini e le bellissime Immagini devozionali manufatte, databili dal sec.XVIII alla prima metà del sec.XX -tra cui diversi preziosi esemplari di scapolari di epoca Romantica- che animano e danno colore a questa terza MOSTRA ON LINE, tratti dalla splendida e ricchissima privata Collezione della cara Amica Collezionista spagnola e Socia A.I.C.I.S.-Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre- Rosina Llagarìa Vidal cui, come ricorderete, ho già dedicato un articolo tempo fa qui sul Blog, peraltro corredato anch'esso da una straordinaria Galleria di Santini.


Ringraziando Rosina per la generosa, costante partecipazione e salutandola affettuosamente non mi resta che augurare a tutti Voi, cari Amici, una Buona visione e buon relax nel mondo incantevole abitato dalle antiche e preziose Immagini devozionali.....


Paola Galanzi

NOTA: Informo i Sigg.ri Collezionisti e i Lettori che, qualora dovessero comparire durante la visione del VIDEO della MOSTRA ON LINE messaggi pubblicitari, sono questi dipendenti non dal Blog bensì da Youtube.

Infatti, le musiche prive di copyright-audioswap-messe a disposizione degli Utenti dalla suddetta piattaforma per la realizzazione di Video, possono talvolta implicare la comparsa di tali messaggi pubblicitari.

Basterà che clicchiate sulla piccola "X" a destra, superiormente a tale messaggio pubblicitario, per chiudere la finestra;Vi ringrazio per la gentile comprensione.

lunedì 22 novembre 2010

Iconofilia e Cultura: l’Agnus Dei: un’antichissima tradizione Cristiana al passo con il mutar dei tempi a potente protezione dei devoti


-AGNUS DEI-
Splendido e museale esemplare manufatto su spessa carta vergellata con preziosi frammenti dei Ceri Pasquali dei Pontificati di Innocenzo XI, Benedetto XIII e Clemente XI, oltre a
insigni reliquie tra le quali un frammento del velo posato sulla statua della Madonna di Loreto, su pregevole collage di rari broccati d'epoca.
Magnifica la decorazione, tipicamente barocca, con Angeli e ricche composizioni floreali miniaturizzate colorate a tempera e lumeggiate in oro zecchino.
Provenienza conventuale Fiamminga, sec.XVII

Collezione privata Dr.Theo Breugelmans

Rientra tra gli esemplari ospitati nelle più complete ed importanti Collezioni museali e private di Immagini devote uno straordinario manufatto assolutamente sui generis e di provenienza rigorosamente conventuale che documentatamente conobbe l’epoca aurea della sua diffusione sin dal secolo XV in Italia e nei maggiori Paesi europei di antica e forte tradizione Cristiana.
Originariamente e tradizionalmente nato nel secolo V nel giorno dell’Ascensione dalla frammentazione del Cero Pasquale distribuito ai devoti nelle Chiese al termine della celebrazione Eucaristica, l’Agnus Dei o Agnello di Dio, simbolo preziosissimo per i Cristiani di Gesù Cristo Figlio unigenito di Dio immolatosi sull’ Altare per la salvezza dell’uomo, accompagna da quel tempo remoto i Cristiani nel ricordo della Resurrezione di Nostro Signore proteggendoli dal male e da ogni qualsivoglia calamità.
Come anticipato nel titolo di questo articolo, tale antichissima tradizione non mancò versatilmente di adattarsi ai tempi e finanche alle mode, abilmente plasmato dalle delicate mani delle Suorine nella definitiva e a tuttoggi mantenuta e più ricorrente forma ovale con il simbolo dell’agnello impresso in rilievo al recto in concomitanza con il nome ed il simbolo dell’Autorità suprema del Pontefice e le Sacre Immagini di Gesù e di Maria o dei Santi al verso.
Applicato, nell'amena atmosfera di pace e profonda spiritualità delle mura claustrali, su base in carta o sulla nobile pergamena, amorevolmente e devotamente racchiuso da ricche e bellissime cornici floreali miniaturizzate a mano con splendidi colori per lo più ricavati da fiori, frutti e piante e preziose reliquie dei Santi più venerati dalla tradizione Cristiana, non mancò di tramutarsi anch’esso in prezioso presente di ossequiente devozione ad alti Prelati e di gratitudine a munifici benefattori, divenendo talvolta pregiato gioiello patrizio contornato di rare e magnifiche pietre preziose e oro al collo di pie donne appartenenti alle più nobili famiglie Italiane ed Europee nel Medioevo e in epoca Rinascimentale, fino e per tutto il secolo Romantico.
Reliquia preziosa del Cero Pasquale da sempre ritenuto dalla tradizione devota popolare in grado di preservare e proteggere il devoto detentore e la sua famiglia da eventi nefasti quali il contagio dalla peste, rovinosi incendi, naufragi e la stessa temutissima morte subitanea ed improvvisa, esposto con Fede profonda nella sala del focolare ove tutta la famiglia soleva riunirsi o, come detto avanti, ancora più intimamente indossato quale prezioso pendente, l’Agnus Dei rappresentò simbolicamente per secoli la somma protezione Divina, ancora riecheggiante delle parole proclamate da San Giovanni Battista Ecce Agnus Dei qui tollit peccatum mundi”, così come Giovanni fedelmente ci riporta e preziosamente tramanda nel suo Vangelo (Gio.1,29).
Papa Innocenzo XI-nato Benedetto Odescalchi-(1611-1689) fu il più celebre Collezionista del Barocco Italiano di tali preziosi manufatti; a questo proposito, per ulteriore approfondimento sul tema invito tutti gli Amici Collezionisti ed i Lettori a visituare virtualmente lo splendido Museo dei Cappuccini di Reggio Emilia, amorevole custode tra gli altri importantissimi Beni culturali dell’antica devozione popolare Cristiana, di un’importante Collezione di Agnus Dei e preziose medaglie devozionali: http://www.museocappuccini.it/reggio-emilia/museo/collezioni/medaglie-devozionali-e-agnus-dei.html,
oltre a una splendida Pinacoteca e ad un ragguardevole quantitativo di spettacolari lastre in rame incise a bulino con rare e preziose Immagini di Madonne e Santi, rare e preziose testimoni dell’Arte calcografica dal secolo XVI alla prima metà del XIX: http://www.museocappuccini.it/reggio-emilia/museo/collezioni/lastre-di-rame-incise.html

Sconosciuti e quantomeno poco considerati pur nel loro immenso valore storico-culturale dalla stragrande maggioranza dei Collezionisti di Immagini devote del nostro Paese, gli Agnus Dei sono invece ricercatissimi e assai collezionati da colti Collezionisti del Belgio, Paesi Bassi e Germania; battuti presso le più antiche ed illustri Case d’Asta Antiquarie dei suddetti Paesi e delle tradizionali e più famose Maisons di Antiquariato di Parigi e della Francia, gli Agnus Dei, siano essi racchiusi tra gli eleganti fregi dorati di lignee cornici barocche, mirabilmente incastonati in preziose cornici auree a foggia di raffinati pendenti o-come nel caso specifico dello splendido esemplare che correda questo articolo, appartenente alla museale privata Collezione dell’Amico Dr.Theo Breugelmans- mirabilmente creati con un paziente e meticoloso lavoro di collage su pregiati broccati su base in spessa carta, stabilmente occupano in ambito del Mercato Antiquario internazionale notevoli quotazioni che attualmente vanno da un minimo di Euro 350-400 fino a raggiungere diverse migliaia di Euro per gli esemplari più elaborati e di più lontana datazione nel tempo.



Paola Galanzi

venerdì 19 novembre 2010

San Carlo Borromeo: la Santità nel sociale: è disponibile l'attesissima Opera-Capolavoro della Prof.Vincenza Musardo Talò

E' ora disponibile l'attesissima Opera-Capolavoro "San Carlo Borromeo: la santità nel sociale" della Prof.ssa Vincenza Musardo Talò edita congiuntamente al prezioso Catalogo realizzato grazie all'apporto iconografico di rari e preziosi Santini e Immagini devozionali celebranti il Santo della splendida privata Collezione del Professor Carluccio Frison.
L'importante Opera, pubblicata dalla Professoressa Musardo Talò con la collaborazione dell'Arcidiocesi di Taranto, la Parrocchia di San Carlo Borromeo di San Marzano di San Giuseppe ed il Centro Ricerche Studi e Catalogazione dei Beni Culturali di Puglia, ha con commozione e devozione sincera dell'Autrice ricevuto il plauso partecipe di S.E. l'Arcivescovo di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi e stà esponenzialmente riscuotendo ovunque in Italia un enorme consenso presso tutti gli Studiosi e Cultori Borromeiani.
L'Opera, da me precedentemente presentata in un mio articolo: http://ilcollezionismodeisantini.blogspot.com/2010/10/san-carlo-borromeo-la-santita-nel.html
è disponibile previa richiesta diretta all'Autrice Professoressa Vincenza Musardo Talò al seguente indirizzo e-mail: vincenza.musardo@libero.it
Alla Professoressa e al caro Amico Professor Carluccio Frison vanno i miei più sinceri complimenti per l' importanza dell' Opera e l'unicità del Catalogo iconografico dedicato al Santo.

Paola Galanzi

mercoledì 3 novembre 2010

Iconofilia e Tradizione: Il Sacro Vincolo del Matrimonio: la più preziosa Tradizione Cristiana incisa a bulino su una museale pergamena Fiamminga del sec.XVII


"Sia il Sacro Matrimonio di Maria e Giuseppe lo Specchio della tua Unione"

Museale bulino Fiammingo su spessa pergamena, con coloritura a mano e curata lumeggiatura dei dettagli in prezioso oro zecchino.
Artista-Inventore: Abraham van Diepenbeeck- Incisore: Gaspar Huberti
Anversa, prima metà sec.XVII

Collezione privata Dr.Theo Breugelmans
(immagine coperta da copyright in esclusiva concessione al presente Blog)




L’Immagine devozionale che presento oggi ai pochi, colti e veri Cultori di questo nobile genere di Collezionismo è Opera d'Arte estremamente rara e pregevole: un museale, autentico documento di alto valore artistico, storico, culturale e religioso.
E’ accessorio sottolineare all’attenzione dell’acuto Lettore che siamo lontani anni luce dalla montagna di santini dozzinali, ripetitivi e incessantemente reperibili in quantità industriali sul Mercato cartaceo dei vari siti-web di vendita, attualmente proposti per sconsiderata tendenza di taluni venditori a prezzi inconcepibili e assolutamente incongrui per il reale, oggettivo valore degli stessi in ambito dell’attuale Mercato collezionistico cartaceo a livello Europeo.
Nelle Fiandre, il raffinato Collezionista e caro Amico Dr.Theo Breugelmans che generosamente mette oggi a disposizione di noi tutti la splendida immagine corredata a questo mio articolo può ben esserne orgoglioso: neanche la splendida Collezione del Westfries Museum di Hoorn nei Paesi Bassi –vedi articolo qui sul Blog- vanta una meraviglia del genere ! Ed è -mi sia concesso- da ricercarsi proprio qui la sostanziale differenza tra sedicente “collezionista” che raccoglie ed accoglie di tutto nella propria collezione, da bei Santini d’epoca a ordinarie riproduzioni, autoadesivi e persino moderne deprecabili carte da gioco e/o calamite spregiudicatamente stampate oggi con effigi di Santi e il colto Studioso, autentico Cultore di Immagini devozionali: quest’ultimo spende l' intera vita nella ricerca, studia, approfondisce con passione ed autentico amore le antiche radici storiche, artistiche e religiose intimamente ed inscindibilmente connesse alla millenaria tradizione della sincera devozione popolare Cristiana, consapevolmente e giudiziosamente tutelandole e preservandole dalla scellerata distruzione e dall’oblio; nomi famosi e noti di questo distinto genere collezionistico quali il grande Collezionista di Stampe e appassionato Studioso Achille Bertarelli nel secolo scorso, cui si deve l’alto merito di aver salvato dal macero l’incommensurabile Patrimonio di Stampe del Fondo Remondini di Bassano, preziosissimo Bene culturale oggi da tutti fruibile a Milano presso la “Civica Raccolta Stampe” che prende il nome dal suo illuminato Donatore e, ancor più vicino a noi nel tempo, l’illustre Maestro Walther Mazzoni di Bologna, squisito Collezionista e Cultore di devote Stampe della Piétas Cristiana.
Bene, dopo questa doverosa premessa, cerchiamo ora di esaminare insieme questo autentico, museale Capolavoro, disegnato ed inciso a bulino su lastra di rame e magistralmente colorato a mano nelle Fiandre del secolo XVII.
L’assoluto pregio e rarità del pezzo- e qui potremmo senza errore obbiettivamente parlare di UNICITA’ - ’è immediatamente evidente dal Tema trattato: la raffigurazione del Sacro Vincolo del Matrimonio.
Recita la didascalia in lingua Latina: “Giuseppe, Figlio di Davide, non temere di prendere Maria quale tua legittima Sposa”: Maria e Giuseppe, ritratti radiosi di Amore nel rito culminante della millenaria “conjunctio dexeterarum”, con l’Angelo di Dio celebrante e benedicente la Sacra Unione nella fulgida Luce dello Spirito Santo e un giubilo di Angeli spargenti sui Sacri Sposi profumati fiori e fresche fronde di palma benedetta.
Alla destra della splendida scena anzidetta, sempre incisa sulla medesima lastra di rame e con cura eccellente e rispetto fin nei minimi dettagli della stessa punteggiatura, nell’affascinante lingua Fiamminga della prima metà del 1600 una breve dedica introduce superiormente la preghiera –GHEBEDT- preziosamente racchiusa nello scrigno di un’ elegante cornice tipicamente Barocca, ornata di fregi e bellissimi putti alati:

MARIA GIUSEPPE
SPECCHIO DEL SACRO VINCOLO DEL MATRIMONIO
-IMMAGINE OFFERTA PER UN MATRIMONIO NELL’ ANNO 1651-

PREGHIERA


Per intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe, suo devoto Sposo
Sia questo loro Matrimonio lo specchio per tutti gli Sposi
Oh Signore Gesù, tu che hai creato il Sacro Vincolo del Matrimonio noi preghiamo la tua Santa Maestà per intercessione dei tuoi Santi Genitori Maria e Giuseppe, Suo devotissimo Sposo.
Concedi anche a noi la Grazia benedetta di una lunga Vita insieme, nella Pace, nell’Unità e nella Fedeltà reciproca: in Armonia perfetta e in Letizia, così come nell’immagine qui celebrata, affinchè possiamo sperare nella nostra Salvezza Eterna.
Amen.



La nitidezza dei dettagli è impressionante, quasi fa mancare il fiato nella perfetta esecuzione.
Sotto la didascalia il primo nome che leggiamo è quello dell’Artista-Inventore del disegno, allievo prediletto del grande
Rubens (1577-1640): Abraham van Diepenbeeck .
Originario di 's-Hertogenbosch, nei Paesi Bassi, dove nacque nell’anno 1596, sin da giovanissimo allievo presso la Bottega di Peter Paul Rubens nella città di Anversa, Padre incontrastato e venerato del Barocco Fiammingo ed Europeo, Abraham van Diepenbeeck riscuote grande stima e successo con meravigliose pitture eseguite su vetro, tra cui vanno menzionate le spettacolari raffigurazioni dei famosi “Atti di Pietà” e scene salienti della Vita di San Paolo Apostolo che magnificamente andarono ad ornare le vetrate dell’antica Cattedrale di Anversa così come quelle della Chiesa dei Domenicani sita nella città medesima.
Membro della
Corporazione dei Pittori sin dal 1638 dopo appena tre anni venne eletto Direttore dell’Accademia di San Luca- già da me citata in altri articoli qui sul Blog- sotto la cui egida illustremente rappresentativa si riunirono i più apprezzati e valenti Artisti Fiamminghi ed Europei.
Abile Ritrattista, autore geniale e poliedrico di soggetti sacri e profani della mitologia classica Latina e Greca, ebbe durante un suo viaggio il nostro Paese quale Musa ispiratrice per l’inizio di una ricca serie di meravigliose Opere d’Arte dipinte con i suoi caldi ed inconfondibili colori a olio su tela.
Sposatosi nel 1637 con
Catharina Heuvick, figlia di Luc Heuvick, il più ricco e famoso Notaio di Anversa dell’epoca, la loro unione, celebrata con Rito Cattolico, viene benedetta dall’arrivo di ben otto figli.
Prematuramente venuta a mancare la moglie, nel 1652 si sposa in seconde nozze con
Anne van der Dort dalla quale avrà altri quattro figli.
La figlia maggiore nata da questa seconda unione,
Jeanne-Marie, sappiamo che va in isposa il 25 di Luglio dell’anno 1681 a Joris van Bredael, stimato Pittore Fiammingo, dalla cui unione nascerà Jan Peter, geneticamente destinato a diventare uno dei più grandi Artisti Fiamminghi dei suoi tempi, prediletto del Principe Eugenio di Savoia, per il quale con raro e magistrale realismo dipinse splendide scene di caccia e di guerra.
Similmente ad altri casi segnalati nelle biografie dei più importanti
Artisti del Barocco Fiammingo, la scena disegnata da Abraham van Diepenbeeck venne riprodotta a bulino su lastra di rame su spessa pergamena e magistralmente colorata a mano e lumeggiata in prezioso oro zecchino da un altro famoso nome dell’antica Arte Fiamminga, caro e noto ai Cultori del Collezionismo delle antiche Immagini devote: Gaspar Huberti.
Nato ad Anversa il 12 Settembre dell’anno 1619, dal matrimonio di Peter e Katherine Casteels, viene ammesso alla famosa Accademia di San Luca nel 1650.Il 12 di Dicembre dell’anno 1648 sposa in prime nozze Anna Van Alderghoven, e, a seguito della prematura scomparsa di quest’ultima, si unisce nuovamente in matrimonio con Sara Voet, figlia maggiore e prediletta di un altro noto ed illustre Incisore Fiammingo: Alexander Voet. (vedi anche A.Spamer -Das kleine Andachtsbild von XIV bis zum XX Jahrhundert-Bruckmann, Munchen 1930)Allievi presso la sua Bottega in Anversa furono: Gérard e Jean Edelinck, E. van Ordoni, Jacobus Meeys e Franziskus Van Campenhout.
Incisore su rame di raro ed acuto talento e profondamente innamorato del proprio mestiere, Gaspar Huberti firmò lastre incise per splendide Immagini devozionali su carta e pergamena fino a tarda età.
Fu anche Editore e quindi commerciante delle stesse, che vennero durante tutti gli anni della sua lunga ed operosa attività esportate a grande richiesta e con notevole apprezzamento nelle
Fiandre, nei Paesi Bassi, in Boemia, Moravia, Austria, Spagna e Baviera.Muore ad Anversa nell’anno 1648.Forse alcuni tra voi si chiederanno: la Vedova Huberti continuò in Anversa dopo la morte del marito l’attività di stampa e commercio delle belle Immagini devozionali?La risposta è molto probabilmente sì; non poche tra quelle giunte sino a noi recano infatti sul margine inferiore dx. la scritta V.(Vidua-cioè Vedova) Gaspar Huberti e laddove risulta evidente l’aggiunta postuma di tale “V” fuori dalla lastra incisa, la probabilità diviene ragionevole certezza.Nata dai torchi della Stamperia di Gaspar Huberti,- magari colorata dallo stesso, chinato col torcicollo sulla pergamena con in mano colori e pennello, al pallido lume di una candela a respirare nerofumo per una notte intera- e verosimilmente a lui commissionata da un Nobile o forse da un Alto Prelato Fiammingo dell’epoca e da questi credibilmente donata quale prezioso e beneaugurante “Presente di Nozze” a due giovani sposi, ora che conosciamo i nomi e gli eventi salienti della sua antica storia ancor più con profondo incanto dobbiamo ammirarla, onorando il Sacro ed inscindibile Vincolo del Matrimonio, ricordando con Stima i grandi Artisti Fiamminghi che ben quattrocento anni fa l’ hanno creata e grati all’Amico Dr.Theo Breugelmans- anch’egli Fiammingo DOC- che oggi con tutti noi generosamente e splendidamente l’ha voluta condividere.


Harteliik tank Theo !

Paola Galanzi

sabato 23 ottobre 2010

Una giornata nella Venezia del sec.XVIII in compagnia di Incisori e Stampa-Santi: le ambigue regole e i privilegi della nobile Arte della calcografia


Beato Bernardo da Offida
Magistrale incisione a bulino su rame su bella carta vergellata.
Collezione privata Galanzi

(© copyright -All rights reserved)

Il Santino, attendibilmente databile degli inizi della seconda metà del sec.XVIII apre- sulla scia dei fatti di cronaca tramandati sul noto e aspro conflitto tra Incisori Asburgici e Remondini di Bassano del Grappa- un interessante e costruttivo DIBATTITO cui sono invitati a partecipare tutti i Collezionisti e gli Studiosi:

Siamo davanti a un autentico Busch, palesemente destinato al commercio concorrenziale con i Remondini in Italia, o siamo eccezionalmente di fronte a una delle famigerate copie Remondiniane che scatenarono il casus belli che aprì la causa degli Incisori Asburgici contro i Remondini in Baviera nell'anno 1766 ?


Suor Isabella –al secolo Elisabetta- Piccini (Venezia,1648-1734),-vedi articolo a lei dedicato qui sul Blog- figlia maggiore del noto incisore Giacomo Piccini fu, alla morte del padre avvenuta nel 1660, la prima donna-incisore Veneziana a fare specifica e per i tempi ardita richiesta al Doge di privilegi esclusivi a protezione delle proprie incisioni realizzate con la tecnica del bulino su lastra di rame. E’ attestato dalle cronache che tale domanda venne dal Doge della Città di San Marco accolta e i richiesti privilegi nel rapido intervallo di appena giorni trenta concessi; non per tutti gli Artisti e gli Stampatori Veneziani dell’Arte calcografica fu tuttavia così semplice l’ottenimento di tali ambiti e -tra l'altro- costosi privilegi.
L’attività di Incisori e Stampatori di Immagini sacre destinate alla pietà popolare fu una realtà particolarmente diffusa e feconda in Venezia per tutto il secolo XVIII, così come documentato dalle copiose raccolte di stampe presenti ed esposte oggi presso Archivi e Musei delle più importanti città Italiane e come ancor prima autorevolmente testimoniato da studi e ricerche condotte singolarmente da insigni Critici dell’Arte e appassionati Studiosi, tra cui lo stesso grande Collezionista di stampe e Immagini devozionali Achille Bertarelli (Milano,1863- Roma,1938) che trattato interessantissimo e autentica pietra miliare ne tramandò nell’Opera “L’IMAGERIE POPULAIRE ITALIENNE” pubblicata in lingua Francese a Parigi nel 1929.
Dunque, l’incantevole Venezia fucina e culla ufficiale dell’Arte calcografica Italiana del secolo illuminista.
In questo nostro viaggio virtuale odierno, a ritroso nel tempo di ben tre secoli, oltre la laguna, addentrandoci nel cuore operoso e pulsante della città, calcando antichi ciottolati lungo storiche calli con Madonne di rara bellezza incastonate alle mura per la Pietà del viandante, percorrendo ponti incantevoli e unici al mondo, incontriamo un’infinità di Botteghe calcografiche quasi in sequenza come i chicchi di un rosario l’una a breve distanza dall’altra; se facciamo capolino dalle vecchie porte in legno socchiuse quasi ci assorda il tonfo costante e greve dei torchi che “giornalmente travagliano” –come orgogliosamente specificato dai Remondini sul frontespizio di un famoso Catalogo circa la vasta e differenziata loro produzione di Stampe devote pubblicato in Venezia nell’anno1772- ovunque instancabili nell’arco dell’intera giornata, proseguendo in talune circostanze- quando, caso non infrequente, si devono ad esempio evadere ingenti commissioni richieste per il giorno successivo- senza risparmio alcuno persino ben oltre il tramonto.
Gli Incisori e i Titolari delle Botteghe di Stampa veneziani, si conoscono bene tutti tra loro, alcuni si salutano chiamandosi per nome quando si incontrano a passo svelto per le vie con lucide lastre in rame sottobraccio, a volte accennano con il capo una breve riverenza, e a noi, virtuali Viaggiatori del Tempo, veder ciò ci entusiasma dandoci parvenza di un perfetto ed esemplare equilibrio sociale democraticamente scandito dal rispetto delle leggi e dei principi religiosi e morali di una Città ideale.
La realtà del clima sociale all’interno dell’ambiente calcografico in Venezia è tuttavia ben differente e per l’intero arco del 1700 si delinea apertamente più fitta e pesante della stessa nebbia che tradizionalmente da secoli sin già dai primi freddi avvolge col suo manto la città; sempre più alta è invero la competizione e innumerevoli le stizze -più o meno manifeste- tra i vari Artisti-Incisori e Stampatori del bulino su rame da sempre esistenti - quasi per genetica inclinazione- che sfociano in continue querele e- nei casi peggiori- in veri e propri duelli con spade sguainate improvvisati tra questi stessi vicoli e pubbliche piazze a gustoso e gratuito spettacolo per l’avido popolino. E’questo un problema concreto e assai gravoso per le Autorità cittadine che quasi quotidianamente alla luce dei fatti anzidetti e di fiumi di denunce e reiterate anonime delazioni, sono costretti a riunirsi in affannose consulte per dibattere ed approvare sempre più idonee misure che possano una volta per tutte porre fine - o quantomeno garantire un equilibrio stabile - a tali concorrenze sceleratissime et irrispettose degli altrui diritti et honori.

E tale situazione di esasperata ostilità la palesano gli Incisori e gli Stampa-Santi Veneziani, eccezionalmente uniti e compatti stavolta per la comune causa, contro i Bassanesi Giambattista (Bassano,1713-1773) e Giovanni Antonio Remondini (Bassano,1700-1769), figli del famoso Giuseppe- tra l’altro, lui stesso raffinato Collezionista di Immagini devozionali incise e firmate dai più grandi Artisti dei secc.XVI-XVII e XVIII- allorquando, nell’anno 1747, con un Patrimonio unico di ben cinque Cartiere, uno Stabilimento occupante buona parte della vasta area della piazza principale in Bassano, un numero incredibile di torchi e, in aggiunta a più di mille dipendenti nel suddetto, la famosa e fedelissima squadra di 1000 Tesini, approdano in Venezia con richiesta al Comitato per l’istruzione publica –l’organismo supremo che disciplina nella città l’Arte calcografica e il commercio delle stampe in generale – di essere anch’essi iscritti e riconosciuti quali addetti a tale nobile Arte, con aggiunta domanda di autorizzazione ad aprire in città un negozio specifico per la vendita di libri.
Il putiferio che tale legittima istanza dei Remondini scatenò possiamo facilmente immaginarlo, così come la capziosa bagarre legale che inevitabilmente ne sfociò; quest’ultima, dopo tre anni, nell’anno1750 si concluse infine nettamente a favore dei Remondini di Bassano che ottennero così i privilegi richiesti per le proprie stampe- a soggetti sacri così come profani- e aprirono di lì a poco nel cuore antico della città una Libreria che presto divenne il principale punto di riferimento per la commissione a livello Italiano ed Europeo di stampe di Testi sacri, Tomi dei Classici Latini con pregiate rilegature in pergamena decorata a pennello, e concorrenziali, aggiornatissimi Atlanti geografici.
Anche qui, come fu voto per i Santini e le colorate, bellissime Immagini devozionali, i Remondini costantemente detennero fino al tramonto del secolo il primato assoluto nella produzione e nelle vendite: la lungimiranza e la rara perspicacia avuta da Giuseppe Remondini nell’investire denari per l’acquisto di ben cinque Cartiere tra Bassano e dintorni dava oggi i suoi migliori risultati.
I libri stampati dagli illustri Bassanesi avevano per la materia prima impiegata,-la carta, appunto -essendone essi stessi produttori, quasi costo zero e ciò permise l’immissione sul mercato nazionale ed internazionale a costi nettamente più contenuti rispetto a quelli praticati da tutti gli altri Stampatori Veneziani.
Le cronache dell’epoca, oltre all’ormai nota a tutti i Cultori del Collezionismo dei Santini e delle Immagini devozionali causa che vide sui banchi del Tribunale di Augusta in Baviera i Tesini al soldo di Giuseppe Remondini accusati di plagio dagli Incisori locali, tramandano di una causa similare intentata contro gli stessi in Spagna; cambia dunque la latitudine geografica ma il copione interpretato dai Remondini pare il medesimo.
E fu proprio la spregiudicatezza dei Remondini di Bassano, sotto l’egida dell’ antico adagio latino FORTUNA IUVAT AUDACES (“La (Dea) Fortuna arride agli audaci”) coniato nel 79 d.C. dall’esimio Storico e Naturalista Latino Gaio Plinio Secondo –alias il Vecchio- il segreto del loro successo e della loro chiara fama internazionale per ben due secoli, fino- come abbiamo visto- all’anno1861.
Non fu ciò nonostante la sola benevolenza della Dea bendata o la buona sorte ad arridere ai grandi Stampatori Bassanesi: realisticamente favoriti da ingenti possibilità economiche per ottenere e pagare tali privilegiate licenze e dalla nota popolarità internazionale, nel 1738 ottengono dai Magistrati dei V Savi alla Mercanzia di Venezia il privilegio assolutamente esclusivo di libera commercializzazione delle proprie stampe religiose su tutto il territorio nazionale esente da dazi concesso loro sine die, cioè per l’intera durata della vita e- a totale privilegiato favore di queste ultime- l’aggravio delle imposte per quanto riguardava invece l’ingresso, il transito ed il commercio di stampe a carattere devoto provenienti da Augusta e dalla Germania in generale.
Per contro, sempre su esplicita richiesta dei Remondini, il Supremo Organismo concesse successivamente agli stessi il privilegio di commerciare liberamente in Venezia e per tutta l’Italia copie delle incisioni asburgiche, con ovvie motivazioni di enorme risparmio e convenienza per chi desiderava in Italia acquistarle senza doverle pagare- originali si ma a caro prezzo !- direttamente importate dai Produttori bavaresi.
Verso la fine del secolo, aumentate in misura esponenziale le Botteghe calcografiche presenti in città, in un panorama nel settore specifico caratterizzato dal crescendo costante della commercializzazione e diffusione di Santi provenienti da Stamperie forestiere d’oltralpe- in particolar modo originarie della Baviera e firmate dal noto Incisore e Stampatore asburgico Joseph Busch promotore di un’attività commerciale intenzionalmente bellicosa e aggressivamente concorrenziale nei confronti dei Remondini di Bassano - e sempre più palesi e scellerati gli abusi a livello locale nelle copie e riproduzioni non autorizzate delle stesse destinate al commercio territoriale e in particolar modo transalpino, imperiosa e particolarmente severa tuonò nell’anno1797 la voce espressa in tale contesto in un Decreto Straordinario dal Comitato per la publica istruzione della città, come già detto organismo supremo preposto alla regolamentazione in materia di commercio: in esso, a tutela dei diritti del Pittore, dell’Incisore e dello stesso Titolare della Bottega venne da quel momento imposto che i rispettivi nomi dei suddetti fossero obbligatoriamente incisi sulla lastra in rame, onde scoraggiare con l’artifizio delle copie e riproduzioni l’appropriazione indebita del lavoro eseguito da parte di terzi e di tutti gli onori da esso giustamente derivanti, con conseguente grave danno economico e morale per gli originari e legittimi ideatori.
E’altresì documentato che i Remondini , dopo un iniziale, brevissimo periodo in cui rispettarono tale superiore disposizione apponendo la propria firma inferiormente all’effige del Santo celebrato, successivamente- e non fu certo un' innocente dimenticanza !- mai più l’attesero nella produzione delle molteplici e varie tipologie di bellissime Immagini devote che, come noto ai Collezionisti, rimasero ambiguamente “anonime", intelligentemente in cerca di “adozione” in tutti i Paesi del mondo allora conosciuto.
Come ho detto all’inizio di questo mio articolo- non casualmente bensì volutamente a morale dei vari e molteplici accadimenti finora descritti in tale controverso scenario- non fu tuttavia ugualmente facile per tutti gli Incisori e Stampatori Veneziani l’ottenimento delle desiderate concessioni e privilegi per le proprie stampe e ancor più verosimilmente il riuscire con privati accordi o taciti e venali assensi a glissare ed eludere le varie disposizioni emanate a disciplina di tale attività : le cronache tramandano- tristemente emblematico- il caso dell’ Incisore,Stampatore e Commerciante di stampe devozionali e non incise su lastra di rame Teodoro Viero (1740-1821): su molteplici e ripetuti tentativi di ottenere il privilegio a tutela delle proprie incisioni mai nessuno di essi andò a buon fine restando tutti deludentemente- e non poco cinicamente, aggiungo - disattesi.


Paola Galanzi

giovedì 14 ottobre 2010

“San Carlo Borromeo: la Santità nel sociale”: la nuova Opera della Professoressa Vincenza Musardo Talò con la partecipazione del Prof.Carluccio Frison

Sanctus Karolus Borromaeus
Raro e raffinatissimo Santino in xilografia con preziosa cornice litografata, acquarellato a mano e lumeggiato con la tipica ed inconfondibile "Lacca di Cina".
Incisore: Koppe - Praga, prima metà sec. XIX
Collezione privata Prof.Carluccio Frison


Quando il carissimo Amico Prof.Carluccio Frison, stimatissimo Medievalista e Docente, Socio e ProboViro A.I.C.I.S.-Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre- mi ha onorata della notizia in anteprima mi sono sinceramente commossa, e oggi è per me un autentico piacere condividerla insieme a lui con tutti gli Amici Collezionisti e Soci A.I.C.I.S. e i Lettori: a breve, in occasione dell’inizio, il prossimo mese di Novembre, delle Celebrazioni Borromeiane verrà pubblicata l’ importante Opera dedicata a San Carlo Borromeo della Professoressa Vincenza Musardo Talò, corredata da un raffinato ed esclusivo Catalogo presentato dal Professor Carluccio Frison con il prestigioso e privilegiato contributo iconografico delle più belle e rare Immagini devozionali celebranti il Santo prodotte in Europa nell’arco di due secoli, dal 1600 al 1800, facenti parte della sua privata Collezione- visibile parzialmente qui sul Blog alla sezione: LA MOSTRA ON LINE.

Collezione preziosissima- e, ritengo, davvero UNICA non solo in ambito Italiano ma anche Europeo- eccellente documento dell’iconografia sacra Borromaica, e amore sincero nella celebrazione privata, profondamente intima, dell’eterna impronta scolpita nel Tempo dalla fulgida Luce- autenticamente Cristiana- emanata per 46 anni e ventuno giorni dalla Vita del Santo, generoso ed instancabile fino alla sera del 3 di Novembre dell’anno1584, quando, poco prima di spirare, in risposta all’affettuoso rimprovero di un Monaco che mentre lo assisteva aveva posto accento sugli eccessivi strapazzi personalmente da lui patiti per prodigarsi al prossimo, lui serenamente rispose: “La candela fa luce solo consumandosi”…..

Luce sciente magistralmente profusa sulla Luce di una Vita così esemplare: nasce così la preziosa Opera di ricerca profonda e intensamente sentita della Professoressa Vincenza Musardo Talò: Storico e Critico d'Arte,

Presidente onorario dell'Accademia del Santino di Trepuzzi (Lecce)- http://www.accademiadelsantino.it/accademiadelsantino/Benvenuto.html,

già Docente presso la SSIS Puglia-Università di Lecce, già Segretaria generale del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia, è Socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia, dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e Presidente del Centro di Ricerca, Studio e Catalogazione dei Beni Culturali di Puglia. Come Relatore ufficiale, è presente a Congressi e Convegni di studio su problematiche e risultati delle sue ricerche, in special modo sul tema delle Confraternite e del Monachesimo femminile.
Autrice, tra le tante e apprezzatissime, di autorevoli Opere espressamente dedicate all’incantevole iconografia delle Immagini della devozione Cristiana- una di esse dal suggestivo titolo” Angeli di carta: i messaggeri celesti nella devozione popolare” è da me segnalato qui sul Blog alla sezione TESTI CONSIGLIATI SUL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE IMMAGINI DEVOZIONALI-
Titolare di un elegante Sito denominato “Studi e Ricerche di Vincenza Musardo Talò
http://www.musardotalo.it/index.htm, ricco di spunti unici e fondamentali riferimenti per l’approfondimento artistico, storico, etno-antropologico, agiografico e archeologico inerente alle più insigni Personalità che indelebilmente hanno firmato la Storia dell’Umanità, invita gli Studiosi, così come i Lettori appassionati del Sapere, a un interessantissimo collegamento virtuale con il Museo Etnografico di San Marzano di Puglia, fondato dal Centro Ricerca Studio e Catalogazione dei Beni Culturali di Puglia onlus, di cui la Professoressa è Presidente sin dalla sua costituzione.

Grata al meraviglioso Amico Carluccio Frison, per avere oggi con noi tutti generosamente - come nella sua solare natura- voluto condividere la Gioia di tale meritatissimo onore offerto ai suoi splendidi San Carlo dalla Professoressa Musardo Talò, in attesa di poter a breve leggere tale Opera- di grande interesse storico e religioso- ringrazio la Professoressa per avermi gentilmente autorizzato a pubblicare una parziale anteprima assoluta sul Blog:la Presentazione del Catalogo curata dal Prof.Frison: Presentazione magnifica e partecipe ad autentici Gioielli di carta dell’antica, ferventissima devozione popolare a San Carlo Borromeo.

....e, anche se in ritardo imperdonabile di un giorno: FELICISSIMO COMPLEANNO E "AD MAIORA" caro Amico !

(Tutti i diritti della suddetta Presentazione sono riservati agli Autori dell’Opera medesima).

Paola Galanzi

IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA:

Presentazione al Catalogo corredato all'Opera "San Carlo Borromeo": la Santità nel sociale"della Professoressa Vincenza Musardo Talò

Il Primo novembre di quest’anno – come ben sanno tutti coloro che leggeranno queste pagine – ricorre un importantissimo anniversario per la Storia della Chiesa: sono infatti 400 anni che San Carlo Borromeo (1538-1584), Vescovo di Milano, grande teologo e personalità di eccezionale rigore morale, nonché uno dei massimi interpreti dello spirito della Controriforma cattolica, è stato innalzato agli onori degli altari.
Molti anni sono ormai che colleziono, con particolare interesse e devozione, e ricercandoli in ogni dove, i Santini del Santo Vescovo milanese, tanto da poter dire (senza peccare -credo- di falsa modestia) di avere messo insieme una ricca e abbastanza completa collezione su San Carlo Borromeo, che va dalle produzioni più antiche: qualche stampa del Seicento, poche miniature settecentesche, i cosiddetti Santjes fiamminghi, fino alle numerose siderografie, ai “merlettati” francesi dell’Ottocento, e per finire alle più moderne calcografie tedesche, italiane, svizzere, ecc., per un insieme complessivo di più di un migliaia di pezzi (non ho mai pensato di contarli uno per uno, e credo che mai lo farò!), tutti raffiguranti San Carlo Borromeo, raffigurato da solo o insieme ad altri santi [invito senz’altro chi volesse ammirare una più ampia galleria dei miei Santini più “antichi” a consultare on line il bellissimo sito della carissima amica Paola Galanzi ricercandolo direttamente in rete: Le monde ravissant des images pieuses].
Non sto ovviamente a soffermarmi più di tanto sui motivi di questa mia scelta collezionistica: credo sia sufficiente ricordare che seppur il mio nome all’anagrafe sia Carluccio, da sempre, anche perché Carlo è il mio vero nome di battesimo, celebro il mio onomastico il 4 novembre, il giorno in cui sul calendario si commemora San Carlo Borromeo.
Premessa necessaria mi sembrava questa per comprendere la presenza delle mie Immaginette “borromee” in questa sede: con vivissimo entusiasmo ho aderito infatti all’invito della curatrice di questo splendido Catalogo quando mi chiese di metterle a disposizione alcuni dei miei Santini che Lei stessa aveva avuto occasione di vedere pubblicate in rete.
Ho pensato di inviare alcune delle immagini più rappresentative della mia Collezione, dalle più antiche e preziose (come il mio unico canivet) a quelle che io maggiormente preferisco (i Santjes fiamminghi e un’ampia scelta di Santini dei numerosi produttori che operarono a Praga nei primi decenni dell’Ottocento), fino alle realizzazioni più recenti: i Santini con il pizzo, i cosiddetti “merlettati”, soprattutto di area francese, ma non solo, e le multi-colorate calcografie del XX secolo, ovviamente tralasciando tutta la produzione più recente, sia di serie sia rappresentativa di culti locali.
Non potendo inviare tutto, ho dovuto giocoforza operare delle scelte, lasciando poi alla curatrice stessa del Catalogo la facoltà di inserire quello che più riteneva opportuno: così non saranno qui molto rappresentate le Case editrici italiane attive tra Otto e Novecento: nessuna Immaginetta della Santa Lega Eucaristica di Milano, per esempio, che però sono ben presenti nella mia collezione, così come non ci sono altre produzioni di editori più o meno noti e ricercati: il Callot tanto per citare una “assenza” famosa.
Non è ovviamente mia intenzione fare qui un elenco di ciò che manca, bensì, prima di concludere questa mia breve “presentazione”, ricordare soltanto i due criteri che, in linea con le esplicite intenzioni di questo Catalogo, ho tenuto presente nello scegliere le Immaginette: il primo storico e l’altro iconografico.
Criterio storico: tentare cioè di ripercorrere con pochi esempi, incentrati soltanto sulla figura di San Carlo Borromeo, la secolare storia del Santino, prendendo avvio dalle produzioni più antiche che si possono datare alla seconda metà del XVI secolo e cercando, nel contempo, di offrire “pezzi” che fossero anche diversi per caratteristiche tecniche e tipografiche.
Criterio iconografico: presentare alcune delle tematiche iconografiche che ricorrono più di sovente nelle Immaginette sacre di San Carlo Borromeo, che altro non sono che un riflesso delle sua ampia e più nota rappresentazione pittorica: quasi non c’è chiesa, dalle mie parti, che non abbia un quadro, un altare a Lui dedicato.
San Carlo Borromeo –come magistralmente ci ha spiegato la Prof.ssa Vincenza Musardo Talò–, nelle Immaginette sacre, a partire già dal XVII secolo viene raffigurato secondo canoni ben definiti: il solo ritratto a mezzo busto sempre rivestito con la mantellina cardinalizia rossa; mentre distribuisce la Comunione e la Cresima ad ammalati ed appestati, ma anche al giovane San Luigi Gonzaga (nel 1580) oppure mentre è intento a consumare un pasto molto frugale o quando è genuflesso in preghiera dinnanzi al Crocifisso. La fisionomia di San Carlo è poi quasi sempre caratterizzata da un naso aquilino assai pronunciato e i suoi attributi sono la genuflessione, l’adorazione, gli appestati, un’arma da fuoco.
Questi sono i temi che ritroverete nelle Immaginette presentate in queste pagine: e spero vivamente che la loro consultazione possa offrire anche a tutti voi che sfoglierete questo catalogo le stesse sensazioni da me provate nello scegliere le Immaginette che vi sono raffigurate.

Carluccio Frison

venerdì 8 ottobre 2010

Iconofilia e Cultura: Casa Vallardi: l’elegante Salotto culturale nel cuore antico di Milano nel controverso secolo “dei lumi”


Ecce Homo
Raffinata litografia acquarellata a mano.
Vedova Vallardi, Contrada Santa Margherita 1113 in Milano
Prima metà sec.XIX
Collezione privata Galanzi



















Mossa da stima grande e ammirazione sincera ho più volte postato qui sul Blog miei articoli dedicati all’illustre Stamperia Remondini di Bassano del Grappa; un’altra importante Famiglia Italiana tuttavia, rese grande Opera per la diffusione della Cultura, religiosa e non solo, del nostro Paese sin dal lontano secolo XVIII: la Famiglia Vallardi di Milano, antica stirpe di Editori ad oggi conosciuti e assai stimati in tutto il Mondo.
La bella Storia di Casa Vallardi nasce nell’anno 1750 ed ha come culla una delle zone più belle e preziosamente caratteristiche dell’antica Milano: il Cantoncello.

Milano, Città bellissima: signorile, colta, generosa e gioviale.



Con lo spirito imprenditoriale e la serietà professionale che ancora oggi nitidamente caratterizza i Milanesi autentici, i Fratelli Giuseppe e Pietro Vallardi, alla morte del padre Francesco Cesare Vallardi, avvenuta al crepuscolo del secolo cosiddetto “dei lumi” nel lontano 1799, dall’elegante Salotto letterario da egli fondato- battezzato appunto Casa Vallardi- signorile meta e ritrovo della noblesse Milanese e Lombarda e di Geni della Letteratura Italiana quali il Brianzolo Giuseppe Parini (Bosisio,1729- Milano,1799) e l’ancor più illustre Cesare Bonesana Marchese di Beccaria (Milano,1738-1794), unendo insieme le distinte capacità ed attitudini ed i loro stessi nomi fondano la Ditta Pietro e Giuseppe Vallardi.
Operosi e produttivi di un ampio e variegato ventaglio di Opere autorevolmente spazianti dagli Atlanti geografici, all’edizione e diffusione di importanti Tomi scientifici, letterari e non per ultimo a carattere religioso, acquisendo la conoscenza e tosto sperimentandola delle più innovative per l’epoca tecniche dell’Arte grafica quali l’incisione su lastra di rame e la stessa litografia, diffondono ed esportano con grande successo ovunque in Italia e in Europa le loro belle creazioni, rifinite e rilegate con cura ed esclusiva eleganza.
Pietro Vallardi muore nell’anno 1919 lasciando in eredità alla moglie Giuseppina Radaelli il negozio già precedentemente aperto con il fratello Giuseppe al civico 1113 di Contrada Santa Margherita.
E fu proprio qui, nella pittoresca, antica Contrada Santa Margherita, che i torchi rumorosi e pesanti lavorarono instancabili sul rame nella produzione di bellissimi ed assai ricercati Santini, raffinati nei dettagli e rifiniti da diligenti pennellate di acquarelli policromi distribuite da personale serio e competente al servizio presso la Stamperia.
Di ben superiore entità, per metratura e per personale impiegato, fu il negozio originariamente inaugurato da Giuseppe Vallardi con il fratello Pietro e alla scomparsa di quest’ultimo da lui interamente rilevato e gestito.
Imprenditore dalle rare capacità, dotato di un antesignano senso del progresso e di un intuito negli affari decisamente non comune per quei tempi, grazie a un fine senso estetico e all’amore genuino che seppe nutrire per la grafica e l’Antiquariato in generale, Giuseppe dette un incredibile impulso accrescitivo all’antica Azienda calcografica, con l’aggiunta lungimirante di una Officina Litografica che accrebbe presto patrimonio e lustro alla Famiglia.
Alla morte, avvenuta nel 1843, di Giuseppina Radaelli, vedova di Pietro Vallardi, i figli di questi- Antonio e Fancesco Vallardi- ereditano un’avviata e stimata Bottega Tipografica, fonte forte e stabile di una consolidata, cospicua rendita annuale derivante dal fiorente commercio di belle Immagini devozionali, la cui gestione verrà tuttavia curata personalmente da Antonio.
I Santini e le fini Immagini devozionali prodotte dalla Antonio Vallardi Editore recano inferiormente sin da quell’anno la dicitura: Milano, presso A.Vallardi, C. S.Marg. N.80, ove l’ Editore , proveniente dal civico 9 della stessa famosa Contrada, aveva trasferito la propria attività.
A cavallo tra la fine del sec.XIX e gli inizi del successivo la stimata Casa Editrice Vallardi raggiunge l’acme della notorietà divenendo, con l’apertura di molteplici filiali nella stessa Milano e ovunque in Italia, il simbolo Italiano della sopraggiunta Era industriale, nella vitale rivoluzione socio-economica che sin dagli anni venti del secolo, in sequenza rapida ed esponenziale, andava ormai interessando i maggiori Paesi d’Europa.
Serietà e competenza furono- e continuano ad esserlo ancora oggi nel rispetto dell’antica tradizione grazie alla seria professionalità del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol che ha rilevato l'Azienda- alla base del successo di questa grande Famiglia di Editori Milanesi, che, similmente e non meno dei famosi Remondini di Bassano, riuscirono grazie alla costanza del loro impegno e con l’entusiasmo generoso e l’amore per la loro attività, a diffondere con ampi consensi e riscontri ovunque in Europa la Cultura e l’ingegno Italiano; insomma, possiamo ben affermare, aggiungendo un altro fondamentale tassello nel panorama del Collezionismo dei Santini e nel vanto della nostra amata Italia.
Incisi su bella carta vergellata di qualità controllatamente superiore o illuminati in oro nei ghirigori elaborati delle raffinate cornici litografate, i Santini provenienti dai torchi della celebre Tipografia Milanese dei Fratelli Vallardi, della Vedova Vallardi e successivamente da Antonio Vallardi Editore, vennero realizzati da esperti Incisori Bavaresi ed Italiani impiegati a tempo pieno presso le Botteghe; furono realizzati nei secc. XVIII e XIX con bellissime incisioni a bulino su lastra di rame e con l’innovativa ed assai remunerativa tecnica litografica, sempre con l’accurata e distintiva coloritura a mano e spesso, oltre al riferimento della data di celebrazione della Festa calendariale dedicata al Santo raffigurato, con l’originale peculiarità di belle e significative massime tradizionalmente attribuite ai Santi più popolari della Cristianità.
Poco presenti sul Mercato Antiquario cartaceo nazionale e dunque di pregevole valore collezionistico risultano, tristemente, praticamente sconosciuti ed irreperibili in ambito Antiquario cartaceo Internazionale, e contrariamente alla caratteristica saliente che contraddistingue i Santini e le Immagini devozionali Remondiniane- l’assenza praticamente costante della firma della Stamperia di produzione- le Immagini devote Vallardiane con orgoglio sottolineano, sempre attestandola nell’elegante didascalia in caratteri corsivi inferiore all’ Immagine del Santo celebrato, la loro chiara e fiera origine Meneghina.
Paola Galanzi

martedì 5 ottobre 2010

Sant’Antonio da Padova: l’Amore per la Verità e la Vita spesa meravigliosamente nell’aiuto ai poveri e ai più deboli

Antonio da Padova -Fernando Martim de Bulhões e Taveira Azevedo- nasce in Portogallo, a Lisbona, il15 Agosto1195 da una nobile famiglia di illustri tradizioni.
Ottenendo brillanti risultati e grandi soddisfazioni frequenta gli studi presso i Canonici Regolari di Sant’Agostino a San Vincenzo da Fora e successivamente al Monastero della Santa Croce di Coimbra ove, giovanissimo, viene ordinato Sacerdote.
Naufrago presso le coste Messinesi proveniente da un viaggio in Marocco, dove si era recato insieme a tre Frati Francescani e due fratelli laici per l’evangelizzazione e la conversione delle Genti musulmane del luogo, a seguito dell’uccisione cruenta e del martirio dei suoi compagni di viaggio fermamente si persuade ad abbracciare l’Ordine Francescano.
Fondamentale tappa nella formazione teologica e nella vita di Antonio fu altresì l’incontro con Francesco d’Assisi in occasione del Capitolo generale della primavera dell’anno 1221, radunato in un’ampia vallata poco distante dalla Porziuncola; qui Fernando viene accolto dai Frati Francescani dell’eremo di Montepaolo ricevendo il nome di Antonio.
Inviato da Francesco come predicatore in giro per l’Italia e la Francia, Antonio, grazie alle non comuni capacità oratorie e all’immensa cultura teologica, opera innumerevoli conversioni, fondando a Brive nel sud della Francia un Monastero, e continuando instancabile l’opera di dissuasione e conversione iniziata per volere di Francesco nei confronti di Albigesi (meglio noti col nome di Catari) e di altri Cristiani eterodossi, ossia eretici.
Custode di Limoges nel 1226, successivamente alla morte di Fancesco d’Assisi nel 1227 riceve la nomina a Ministro Provinciale per tutta l’Italia del nord, rinunziando tuttavia alla stessa appena tre anni dopo, nel 1230 in occasione del Capitolo, a causa delle sue precarie condizioni di salute. A Roma fu Consigliere di Papa Gregorio IX nella controversa disputa inerente la validità del Testamento di San Francesco.

Nel 1231 viene inviato a Padova dove continua le sue Predicazioni durante il periodo di Quaresima. Antonio stà però male, afflitto da gravi crisi asmatiche e una forma avanzata di idropisia che ne debilitano sempre più rapidamente ed in modo irreversibile il fisico fiaccandone la resistenza.
Ospite nel piccolo romitorio presso il Castello a Camposanpiero, dove si era ritirato per un periodo di riposo e meditazione, sentendo la fine ormai prossima, Antonio chiede di essere riportato a Padova, dove desidera morire.

Viene esaudito e giunge a Padova trasportato per i venti chilometri dell’antica strada Romana oggi chiamata “La via del Santo”su un semplice carro di legno trainato da buoi; adagiato per terra dopo aver ricevuto l’estrema unzione all’Arcella presso il Convento delle Clarisse, a soli 36 anni, pronunziando le celebri parole ”Video Dominum meum” (“Vedo il mio Signore”) Antonio si addormenta per sempre nella Pace del Signore.

Dottore della Chiesa, Figura imponente e, come Francesco d’Assisi, Faro luminosissimo e splendente della Cristianità, il Santo Taumaturgo venne canonizzato da Papa Gregorio IX, appena un anno dopo la sua morte, il 30 di Maggio dell’anno1232.

Santo Patrono del Portogallo, sua Terra natia, Patrono dei marinai, dei naufraghi e dei carcerati.
Il culto di Sant’Antonio ebbe grande eco e diffusione soprattutto nei secoli XV e XVI.

A partire dal 1600 Sant’Antonio oltre che per chiedere guarigioni o Grazie in generale fu invocato anche per ritrovare oggetti smarriti; tale antica tradizione, che, ovunque nel Mondo, continua immutata ancora oggi, deriva dall’aneddoto che vuole che un ladro, dopo avere rubato al Santo il suo Breviario fosse colto da profondo e sincero rimorso, tale da fargli subito restituire il maltolto.

Numerosi sono i Prodigi e i Miracoli che gli sono ovunque sulla Terra attribuiti.

L’iconografia di Santini e Immagini care alla devozione popolare lo ritraggono tradizionalmente vestito del saio semplice Francescano con il cilicio stretto intorno alla vita, mentre predica alle folle o ai pesci, intento a dialogare con San Francesco, mentre compie miracolose guarigioni a malati, mentre fa inginocchiare una mula davanti al SS. Sacramento- miracolo che il Santo fece nel tentativo di convincere un Ebreo che dubitava della Sacra Presenza di Dio nella Santa Ostia- o ancora, adorante all’Apparizione del Bambino Gesù o della Santa Vergine Maria.

I suoi ricorrenti e tipici attributi iconografici, ben noti ai Collezionisti e Cultori di Santini e Immagini devozionali, sono: il Bambino Gesù, il saio Francescano, il giglio, il Cuore fiammeggiante, la mula, il libro, i pesci.

Sant’Antonio- Il Santo dei Miracoli- si festeggia a Padova solennemente il 13 di Giugno presso la splendida Basilica a lui dedicata, rhiamando ogni anno migliaia e migliaia di Fedeli provenienti da ogni parte del Mondo.

In occasione delle prossime Festività del Santo Natale, il caro Amico e Collezionista Mario Tasca- Socio A.I.C.I.S.- ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE- organizzerà a Follina (Treviso) un’interessante ed esclusiva MOSTRA di Santini e Immagini devozionali celebranti il Santo Taumaturgo, cui contribuirà con un personale contributo di Santini il bellissimo Sito CARTANTICA di Patrizia Fontana Roca e, seppur con un modestissimo apporto di immagini, anche il presente Blog.
Dettagli informativi inerenti la suddetta Mostra dedicata a Sant’Antonio da Padova verranno, congiuntamente con la locandina specifica, prossimamente da me inseriti sul Blog e saranno consultabili alla sezione: MOSTRE ED EVENTI.
Concludo questo mio essenziale excursus biografico del Santo, riportando la semplice eppur bellissima preghiera presente sul suggestivo VIDEO proveniente da Youtube che correda questo post odierno.
A tutti Voi, cari Amici e Lettori, auguro una Buona visione !

Paola Galanzi

Preghiera semplice a Sant'Antonio da Padova


Sant’Antonio,
tu che mai invano vieni invocato,
una volta ancora io mi volgo verso di te,
affinchè tu interceda presso il Signore, nostro Dio,
perch’io possa ricevere le Grazie di cui io ho grande bisogno,
e tutti coloro che mi sono particolarmente Cari,
(intenzione personale)
Tu che sempre sei stato il mio buono e fedele Protettore,
accogli, te ne prego, la mia preghiera,
affinchè, grazie alla tua intercessione,
Dio voglia esaudirmi, se questa è la Sua volontà.
Che il Signori aumenti la mia Fede e conservi il mio Cuore aperto e misericordioso!
Per Gesù Cristo, nostro Signore


Amen

giovedì 30 settembre 2010

Iconofilia e Cultura: Tra privilegi imperiali e reato di plagio: i Tesini dei Remondini di Bassano del Grappa sul banco degli imputati ad Augsburg nel sec.XVIII


Il TesinoSuggestiva acquaforte su carta di produzione di area Tedesca, sec.XVIII
La didascalia,in lingua Tedesca, recita:"
Compralo! Compralo!..o porto via tutto!"

da Collezione privata, per gentile concessione al Blog




Per meglio comprendere il clima di concorrenza agguerrita e spietata in cui operarono gli “Stampa-Santi” nel panorama Europeo caratterizzante il secolo XVIII, dobbiamo necessariamente prima ben conoscere lo “status operandi” delle grandi dinastie di Stampatori Asburgici, già da tempo in guerra dichiarata con i nostri Remondini di Bassano.
I loro nomi, noti e già familiari ai Collezionisti di Immagini devozionali, echeggiarono in Augusta- l’antica Avgvsta Vindelicorum, fondata dai Romani nel 15 a.C. in una florida area della Baviera sud-occidentale- autorevolmente sostenuti da facilitazioni e privilegi direttamente concessi loro per la loro attività di produttori di Santini e Immagini devozionali destinati al mercato locale ed Europeo, direttamente dalla Persona dell'Imperatore. La sigla presente sulle belle Immagini devozionali Asburgiche di quell'epoca giunte sino a noi " C.P.S.C.M."- stante in Lingua Latina per "Cum Privilegio Sacrae Cesareae Majestatis", ovvero "Con privilegio(concesso)dalla Sacra Maestà dell'Imperatore", indica inconfondibilmente tale superiore "protezione" e il derivante privilegio ad essa connesso conferito all'Incisore nella stampa delle proprie Immagini devozionali.
Già nell’anno1753, ad opera di Daniel Herz von Herzberg, venne fondata la Kayserlich Franciscische Akademie der Freyen Künste und Wissenschaften” –L’Accademia imperiale Francescana delle Libere Arti e delle Scienze” che per prima ricevette in Augusta, in data del 5 Luglio1755, la protezione incondizionata dell’Imperatore Leopoldo II d’Asburgo-Lorena per tutti i suoi affiliati.Fu dunque la creazione di una sorta di vera e propria “Corporazione” a tutela della propria attività l’esigenza che accomunò i principali Incisori e Stampatori di Immagini devozionali Tedeschi dell’epoca.Tra i tanti, i primi ad aderirvi furono i Klauber e i Göz, che, parimenti, furono sempre tra i primi e i più agguerriti a deporre al processo contro i nostri Remondini di Bassano.Falsarij”, falsari, cioè; così vennero con acri formule accusatorie qualificati i Remondini all’apertura del processo, che si tenne nelle aule del Tribunale di Augusta nell’anno 1766. Martin Engelbrecht, Johann Andreas Pfeffel furono già agli inizi del 1700 tra i primi Incisori Asburgici a ricevere privilegi imperiali per la stampa dei Santi di loro produzione.E acerrima- anche se condotta in sordina- tra autorizzazioni vergate dalla mano imperiale sventolate quasi a foggia di temibili armi di offesa e quantità enormi di carte varie prodotte, fu la lotta tra gli stessi Stampatori Asburgici, che-pare quantomeno divertente a dirsi !- si contendevano con astio reciproco l’esclusiva di "poter stampare Santi dipinti ad acquarello e magnificamente lumeggiati di brillante oro e d’argento"……caratteristiche queste, tutte già magnificamente presenti nelle apprezzatissime Immagini devote dei Remondini !.....Per tutto il secolo XVIII, dietro pressioni di singoli Stampatori e della stessa summentovata Corporazione, postille su postille furono aggiunte dai Legislatori Asburgici alla Legge che di fatto regolamentava tale attività, raggiungendo severissimi divieti di copiare da altri "i soggetti Sacri et loro peculiarità" rappresentati nelle Immagini devozionali, palesando, in caso di violazioni evidenti alla Legge suddetta (disciplinante sin dal secolo precedente tale controversa materia), l’eventualità di arrivare a comminare ai “falsari”, rei comprovati di tale delitto, pene pecuniarie di cospicua entità, la confisca e, nei casi più gravi, persino la reclusione.Le prime avvisaglie del velenoso conflitto tra Stampatori Asburgici e Giuseppe Remondini di Bassano del Grappa iniziarono già sin dalla prima metà del secolo XVIII; l’attività febbrile ed entusiasta dei “Kolporteur”o “Tesinern", (definizione con la quale erano noti all’epoca in area Tedesca) -i famosi e da me amatissimi Tesini- al soldo degli illustri Bassanesi, che con costanza, tenacia e duro lavoro fatto di sacrificio e privazioni, sin dalla seconda metà del secolo XVII si era ben guadagnata la più importante porzione territoriale a livello Europeo ed extra nella diffusione e nella vendita dei propri Santini, non solo era concorrenza malvista e invisa agli Incisori Bavaresi, ma iniziò ad essere da essi recepita quale una vera, pericolosa minaccia ai propri affari, peraltro tradizionalmente gelosamente esercitati nel proprio territorio di appartenenza da generazioni.Gli anni che vanno dal 1750 al 1790 di fatto rappresentarono l'età aurea per l’attività dei Tesini, provenienti dalle antiche Valli di Pieve, Cinte e Castello, nel Trentino, faticosamente dai luoghi originari di provenienza, passando attraverso il Sud-Tirolo, estesa in Baviera e per tutte le regioni di Germania, e da lì, come già detto, in giro per l’intera Europa ed oltre.
Inizialmente presenti, abitualmente, come Venditori a tutte le
Fiere e i Mercati annuali più importanti della Germania, si videro, successivamente al divieto sancito legalmente nella Regione, costretti a parteciparvi non più nella qualità suddetta, bensì come semplici ambulanti e ad effettuare faticose vendite porta-a-porta,o a stazionare penosamente sin dalle prime ore del mattino presso Chiese e Santuari mete di Pellegrinaggi, sempre con la pesante borsa a tracolla pronti ad ogni istante alla fuga….proprio come i moderni “vu cumprà”…. poveri Tesini !
Spregiudicata e “Skrupelfrei”-ossia, biasimevolmente priva del benchè minimo scrupolo- come la definisce lo Spamer- “irrispettosa delle Leggi regionali e locali, in gara sleale, sfacciata e disinvolta, con gli Incisori Asburgici -“e ancora, rincarando la dose:"...non solo accontendandosi di offuscare la fama dei più famosi Incisori e Disegnatori di Immagini devozionali di Augusta Vindelicorum, ma addirittura arrivando spudoratamente a copiarne, senza alcun riguardo ed integralmente, tutte le caratteristiche, cancellandone abilmente il nome legittimo dall’estremità inferiore e lasciando tuttavia inalterata la dicitura dei privilegi imperiali concessi, usurpandoli illegalmente e senza alcun diritto”: così venne
bollata all’epoca la celebre Stamperia Remondini Giuseppe di Bassano del Grappa.
Il 3 di Gennaio dell’anno1741 l’Artista-Incisore Asburgico Joseph Siech, formatosi presso la famosa Bottega di Philipp Jacob Rieg, che aveva, a causa di gravi difficoltà economiche firmato un accordo con i Remondini ricevendo da essi un prestito per metter su una piccola Tipografia ad Augusta, in segno di solidarietà agli insorti Incisori, suoi illustri concittadini, rescisse ipso facto il contratto appena sottoscritto.
Braccati per le stradine di Augsburg da un manipolo di gente, volutamente stanata e assoldata tra le frange infime del popolino, aizzatagli contro dal gran vociare degli Incisori inferociti e acciuffati da questi con tutt'altro che fini maniere, finirono in Tribunale con le loro cartelle piene di Santini sul banco degli imputati, davanti a severi ed impassibili Giudici,
i Tesini: Antonio Fabro, Carlo Zanna, i tre fratelli Giuseppe, Melchiorre e Giovanni Battista Fietta, Antonio, Bastiano e Zuanne Buffa.
Il 27 di agosto dell’anno 1766, a processo iniziato, il Tesino Giuseppe Fietta, fedele operaio da anni al servizio dei grandi Bassanesi, tra l’ilarità contenuta dei Giudici e l’esplosione violenta di rabbia degli Incisori-accusatori presenti all'udienza, dichiarò che: “I Santini Remondiniani avevano suscitato l’odio irriducibile degli Incisori Asburgici unicamente per il grandissimo successo che riscuotevano ovunque presso il popolo, sia per i costi assai contenuti e i bei colori brillanti impiegati, sia per le preziose lumeggiature dei dettagli in oro ed argento”.
Documentatamente, a poco servì tuttavia tale accorata deposizione di Giuseppe Fietta; i Giudici Asburgici solennemente e pesantemente bollandoli come falsari”, infami copiatori e “ignobili usurpatori degli altrui diritticondannarono i Remondini alla confisca di tutte le Immagini devozionali risultanti copiate dai vari Busch, Engelbrecht, Grueber, Klauber, Frehling,Will, etc. imponendo loro un'esemplare, pesantissima sanzione pecuniaria ed il divieto assoluto da quel momento di perpetrare qualunque loro attività di vendita nella città estendendo tale rigida proibizione financo all'intera Regione di Baviera.
In aggiunta alla preesistente Legge venne da quella data imposto severamente l'obbligo di indicare sempre sul Santino-stampandolo a chiare lettere- la città di produzione: Avgvsta Vindelicorum,Varsavia, etc.
I Remondini –ci informa sempre lo
Spamer- non sembrarono accusare il colpo subito più di tanto; di lì a poco, infatti, trasferirono la fedele squadra dei loro Tesini, ancor più carichi dei bellissimi Santini di loro produzione, nella fiorente città di Oberhausen, in Westfalia, dove da subito questi ultimi incontrarono il favore del popolo riscuotendo un grande e plateale consenso-cui peraltro già erano abituati ovunque in Europa- grazie soprattutto al loro fare spiritoso e malandrino, che in ogni luogo che calcarono ben seppe far loro attirare le simpatie della gente tutta con sincera benevolenza.

Paola Galanzi