Delicata Immagine devozionale manufatta di provenienza conventuale celebrante Maria Fanciulla.
Laborioso lavoro di intaglio, ritaglio, puntinatura ad ago e collage di carta velina plissettata con applicazione di piccoli elementi decorativi in oro su leggera pergamena.
Il viso e le manine di Maria sono in cromolitografia.
Italia, sec. XIX
Collezione privata Galanzi
E’ noto a tutti gli amanti e cultori di questa affascinante e specifica sfera collezionistica come molteplici ed innumerevoli possano essere in essa i “soggetti” e/o i temi collezionabili- la Santa Vergine, Gesù, la Sacra Famiglia, e a seguire Sante e Santi del vasto empireo Cristiano- così come, già ben note e care a tutti noi, le varie e numerose tipologie con le quali Santini e Immagini devozionali entrarono, silenziosi ed eleganti, nelle case e nei breviari dei devoti d’Italia e dell’intera Europa cattolica nell’arco temporale di quattro lunghi secoli, dal 1500 alla prima metà del secolo scorso.
Fenomeno recente nel nostro Paese, che aggiunge a tale anzidetto scenario un’ulteriore nuova sfumatura, è - elemento tipico del collezionismo cosiddetto seriale - la raccolta di quantità più o meno rilevanti di Santini numerati in cromolitografia prodotti da Case Editrici minori, operanti con diffusione in larga scala nazionale e, più limitatamente, internazionale durante la prima e la seconda metà del secolo scorso.
Assumendo come dato assolutamente degno di rispetto il gusto e le predilezioni tematiche e tipologiche personali di ogni singolo Collezionista o presunto tale, mi permetto di esprimere quello che ritengo un fondamentale punto di partenza per una Collezione di Santini e Immagini devote: la qualità, quale primario e imprescindibile criterio selettivo.
Ma cosa s’intende per “qualità”, con riferimento alle antiche Immagini della devozione popolare ?
Innanzitutto, come intrinsecamente indica lo stesso termine e come da me personalmente e da altri storici Collezionisti Italiani più volte e in diverse occasioni di discussione ribadito qui sul Blog, una Collezione di pregio non può assolutamente prescindere- indipendentemente dall’epoca- dallo stato di conservazione dei “pezzi” in essa ospitati.
Tale rilevante fattore infatti, non solo nobilita la Collezione conferendole immediato ed evidente pregio estetico, ma ne eleva, nell’indeclinabile confronto con il Mercato Antiquario cartaceo internazionale, un importante e non secondario valore aggiunto, traducibile in termini monetari con un’indubbia maggiore stima finale della stessa.
Un derivato della QUALITA' di una Collezione di Santini d’epoca è certamente identificabile nella RARITA' delle Immagini devote e, ancor di più, nell’UNICITA' che esse, vuoi per genere o tipologia, rappresentano.
Entrambi le caratteristiche- rarità e unicità- è evidente che sono immancabilmente presenti e da ricercarsi nelle Immagini devozionali manufatte, principalmente in ambito conventuale, realizzate sì, secondo un clichè, un’idea precostituita e precisa, ma ognuna, con seppur minime varianti e caratteristiche assolutamente proprie ed originali, attestante l’unicum peculiare ed esclusivo che le contraddistingue, sempre a mano dipinte con brillanti colori di origine naturale e impreziosite di eleganti dettagli in oro zecchino- qui mi riferisco chiaramente alle raffinate, bellissime miniature-
Rari, ma soprattutto UNICI sono i Canivets, intagliati a mano sulla carta o sulla nobile pergamena, i bellissimi ed assai ricercati Gesù Bambino o Gesù Fanciullo- realizzati au collage su carta abilmente ritagliata, intagliata e puntinata ad ago, vanto quasi esclusivamente Italiano nei secc. XVIII e XIX.
E’dunque indiscutibile che l’UNICITA' rappresentata dalle antiche Immagini devote manufatte sia caratteristica cardinale determinante il pregio dell’Immagine stessa.
Diverso e più flessibile è invece il concetto di RARITA', e ancor più tale concetto diviene opinabile e assume accezione differente se rapportato ad un ragionato rapporto “epoca – Casa Editrice- e, conseguentemente- quantità prodotta, immessa sul mercato e ancora oggi reperibile- tipologia- particolare bellezza” e la “rarità” con la quale si suole oggi comunemente definire il Santino cromolitografico seriale n° xy del secolo scorso, stampato e diffuso in milioni di copie e ricercato dal Collezionista per completare la serie.
Sicuramente imputabile all’epoca di grave recessione in cui viviamo, nel nostro Paese in particolare, il Collezionismo dei Santini sembra trovare oggi un soddisfacente coronamento della passione nella riscoperta e nel completamento delle svariate serie delle suddette cromolitografie, stampate da Editori minori ed essenzialmente sconosciuti ai Collezionisti storici d’Italia e d’Europa, decisamente di gran lunga più economiche dei “parenti nobili”- canivets, miniature, incisioni su pergamena e Immagini devozionali manufatte in senso lato-
Aldilà tuttavia della connotazione specifica che ogni Collezionista liberamente scelga di imprimere alla propria Collezione nella selezione della tipologia di Santini in essa accolti, un altro elemento di discussione e di confronto interessante è rappresentato dal fattore quantitativo, dal numero cioè di Santini presenti nella Collezione; molti Collezionisti attestano, con evidente orgoglio, la proprietà di una quantità esagerata, talvolta migliaia e- chissà se sempre realmente rispondente alla realtà – addirittura centinaia di migliaia di “pezzi”.
Ma è davvero il “fattore quantità” a determinare il pregio di una Collezione di Santini ?
A meno che i Santini non siano migliaia di pezzi UNICI- appunto, come anzidetto, Canivets, miniature, incisioni su rame e comunque MANUFATTI in generale- in perfetto stato di conservazione e di particolare bellezza, la mia personale risposta a tale domanda è un no netto ed inequivocabile.
Un amico carissimo, anziano Monsignore della Toscana, mi rese con gioia partecipe circa due anni fa della sua personale Collezione di Santini: appena 130, tutti databili tra il secolo XVI e la prima metà del secolo XIX, ma ognuno di essi UNICO, nella sua saliente peculiarità di MANUFATTO conventuale, in perfette condizioni di conservazione e di straordinaria e raffinata bellezza: una Collezione sì esigua, ma di inestimabile valore storico, religioso, culturale ed artistico, oltre che- per le correnti quotazioni dei Santini e delle Immagini devozionali manufatte in seno al Mercato Antiquario cartaceo internazionale- di altissimo valore economico.
Una contenuta “quantità” di Santini dunque, corrispondente ad un autentico, notevole capitale.
Paola Galanzi