Scena dalla Vita di Gesù
Incisione in tecnica mista bulino/acquaforte, colorata a mano e stampata su pergamena.
Artista-Incisore: Johann Gottfried Böck
Baviera, prima metà secolo XVIII
Collezione privata Dr.Theo Breugelmans- per gentile concessione al Blog
Le antiche Immagini della devozione parlano.
Sono di carta o di pergamena ma, incredibilmente, parlano.
E parlano senza confusione, in tutte le Lingue del Mondo e, da sei, lunghi secoli, tramandano il Cristianesimo, i suoi fondamentali, preziosissimi Valori, ispirano la devozione e la Preghiera, sublimando il Dono divino della Fede e della Spiritualità dell'Uomo.
Il loro è un richiamo irresistibile per l'Animo, dall'impatto trascendente ed emotivo immediato e dirompente: nella familiarità delle Sacre Figure rappresentate, attraverso la suggestione antica di simbolismi Cristiani tradizionalmente attributivi,cromatici, geometrici e persino topografici, un linguaggio figurativo altamente eloquente, pur nel suo silenzio, comprensibile a qualsiasi latitudine geografica e culturale.
E mentre tutto ciò che è umano è congetturale e sottoposto in quanto tale ai bioritmi dell'umano umore, e pertanto transeunte e perituro, la celebrazione iconografica della Nascita, Vita, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Salvatore e della Sacra sua Famiglia, anche se proveniente da un Passato lontano e firmata da valenti Incisori caduti nell'oblìo, è, a distanza di duemila anni, ancora quanto mai viva ed attualissima.
Di Johann Gottfried Böck, Artista-Incisore, autore di questo autentico Capolavoro stampato su pergamena, realizzato in tecnica mista bulino/acquaforte in Augsburg intorno alla prima metà del 1700, la Cronaca è avara di notizie.
Sappiamo che fu particolarmente attivo nell'antica capitale Bavarese nel periodo suddetto e che, oltre ad essere un valente Incisore, fu anche Miniaturista ed Editore.
Collaborò per un lungo periodo- quasi un ventennio- con il celebre Incisore, Cartografo, Scenografo e Stampatore Bavarese Friedrich Bernhard Werner firmando, in qualità di Vedutista, alcuni tra i 32 rami totali facenti parte della fortunata serie di Prospettive e Celebrazioni di Residenze e Palazzi della Signoria e della Nobiltà della Città di Firenze, serie promossa per volere dello stesso Werner in omaggio al Granduca Gian Gastone de' Medici nel 1730, successivamente ad un suo viaggio nella Città- di cui si era letteralmente innamorato-
Johann Gottfried Böck morì nell'anno 1808.
Similmente ad altri valenti Artisti del Passato, morì in povertà e dimenticato da tutti.
A distanza di 207 anni dalla sua morte, la sua sublime Maestrìa artistica riacquista il lustro e la parola e, con estrema eleganza, ci regala questa bellissima istantanea commemorativa di un episodio sereno e familiare della Vita di Gesù e della Sacra sua Famiglia, quasi al completo.
Il pilastro che in parte si scorge alla sinistra della rappresentazione del Böck richiama immediatamente e con enorme potenza evocativa, pur nella modestia del parziale dettaglio, la Domus e l'antichissimo concetto di sacralità della Famiglia ad essa, da sempre, inscindibilmente associato.
Gesù Fanciullo, illuminato da un'aurea aureola raggiata è della scena la Figura centrale e quella più importante.
Mentre parla benedice con la mano destra San Giovanni il Battista, Figura simbolo del Sacramento del Battesimo, inginocchiato ai suoi piedi con l'umile agnello.
Maria, avvolta da ampie vesti matronali, evidenziate dall'Incisore con rapidi tratti in oro zecchino, è seduta alla destra di Gesù e maternamente pare sostenerlo con il braccio sinistro proteso in avanti.
Ai suoi piedi, sulla destra, un piccolo cesto ricolmo di frutti e di fiori, emblema di Rinascita.
Giuseppe, in piedi dietro Gesù, contempla, patriarcale, la scena.
Seduta, col capo chino coperto da un velo virtuoso, vestita di verde- colore simbolico della Speranza, della Carità e della Rigenerazione dello Spirito- Sant'Anna, Madre di Maria.
Il suo braccio destro morbidamente si solleva e, piegando con grazia la mano, come in un inchino, mostra, indossato a foggia di prezioso bracciale, il grande Cerchio dorato, simbolo Cristiano di Eternità e della Perfezione di Dio.
Sullo sfondo,- elemento assai raro nelle antiche Immagini devozionali- la raffigurazione della collina prossima alla Città di Betlemme e visibile anche da Gerusalemme, con l'Hérodion, la Fortezza fatta erigere da Erode il Grande.
Sullo sfondo l'Hérodion- dettaglio
Come è lontano dalla semplice, serena scena familiare e come stride la solitudine di quell'immenso Palazzo fortificato, protetto dalle sue torri robuste e inespugnabili, nella sua staticità evanescente e quasi irreale, con la schietta vitalità emanata dalle cinque Sante Figure!
Racchiusa e protetta da una cornice ottagonale, altamente simbolica del numero che da sempre per i Cristiani fu associato all'Infinito ma ancor più al Sacramento del Battesimo e alla Vita dopo la Morte, rappresentata dalla Santa Pasqua di Resurrezione, sorretta da un tripudio di Angeli vola leggera, infine, con il nome del suo valente Autore, tra le nuvole dell'infinito.
Paola Galanzi