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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





lunedì 4 febbraio 2013

5 Febbraio: la Chiesa, Catania e la Sicilia festeggiano solennemente SANT' AGATA Patrona, Vergine e Martire

 
Splendido Santino a incisione a bulino su rame stampata su carta vergellata
 Italia, sec. XVIII
 
Collezione privata Galanzi
 
La testimonianza autorevole ed entusiasta giunge dalla splendida Città di Catania che si prepara da giorni, insieme a tutti i centri abitati che sorgono ai piedi dell'Etna, ai grandi e solenni festeggiamenti in onore della Santa Patrona Agata: perchè a Catania dicono : "Semu tutti devoti, tutti "
 
E' quella del caro Amico e Socio A.I.C.I.S. Agostino Sangiorgio devotissimo e grande estimatore dell'iconografia della somma Patrona catanese.
 
Agata, il cui nome deriva dal Greco classico, dall'aggettivo agathòs, che racchiude tutte le sfumature del significato attuale di"buono" e che i Greci associavano al kalòs, il "bello", per indicare la perfezione interiore ed esteriore di un essere assolutamente virtuoso, è una Santa celebrata dalla più antica Tradizione Cristiana e Cattolica che val bene la pena di conoscere, per la sua Storia millenaria e per l'importante tradizione di Fede, Devozione e Folklore dal Popolo Catanese e Siciliano a lei tributato.
 
LA STORIA DI AGATHA, LA BUONA E VIRTUOSA
 
Secondo la leggenda, Agata nacque in una famiglia siciliana ricca e nobile, nell'anno 238, indicata come di origine catanese o palermitana
 
I documenti narrativi del martirio di S. Agata in tre punti indicano che la Santa potrebbe essere nata a Catania: il primo punto è quello relativo all'inizio del processo, secondo il testo fornito dalla redazione latina.
Tale redazione, infatti, esordisce rilevando nel vers. 1 che Agata fu martirizzata a Catania; nel vers. 24 la stessa redazione latina riferisce che Quinziano interpella Agata invitandola a dire di che condizione fosse; e nel vers. 25 riferisce che Agata rispose a Quinziano dicendo: "Io non solo sono libera di nascita, ma provengo anche da nobile famiglia, come lo attesta tutta la mia parentela": con queste parole Agata dichiara che tutta la sua parentela era presente e residente a Catania e quindi dà ad intendere che anch'essa era residente a Catania e vi era residente sin dal giorno della sua nascita.
 
Il secondo punto è quello relativo all'Apparizione dell'Angelo che, nel momento in cui il cadavere di S.Agata viene seppellito, depone dentro il suo sepolcro una lapide di marmo in cui era scolpito che S.Agata era "anima santa, onore di Dio e liberazione della sua Patria": a tale proposito i versetti 102-104 rilevano che, per dimostrare la verità di quanto espresso in quella lapide e cioè che Agata era la liberazione della sua Patria, Dio, ad un anno appena dalla morte di S. Agata, fa arrestare la lava dell'Etna, che stava invadendo Catania.
 
II terzo punto è quello relativo al fatto che il testo della redazione greca, riportato nel manoscritto del Senato di Messina, espressamente recita che "Catania è la patria della magnanima S. Agata" : tale testo è di assoluto valore storico perché risale all'epoca in cui in Catania ancora non era stato eretto alcun tempio a S. Agata .
 
Secondo la tradizione Cattolica Sant'Agata si consacrò a Dio all'età di 15 anni circa, ma studi storico-giuridici approfonditi rivelano un'età non inferiore ai 21 anni: non prima di questa età, infatti, una ragazza poteva essere consacrata diaconessa come effettivamente era Agata, cosa documentata dalla tradizione orale catanese, dai documenti scritti narranti il suo martirio e dalle raffigurazioni iconografiche ravennate, con particolare riferimento alla tunica bianca e al pallio rosso; possiamo quindi a ragione immaginarla, più che come una ragazzina, piuttosto come una donna con ruolo attivo nella sua comunità cristiana: una diaconessa aveva infatti il compito, fra gli altri, di istruire i nuovi adepti alla fede Cristiana -catechesi- e preparare i più giovani al Battesimo alla Prima Comunione e alla Cresima.
 
Rifiutatasi di cedere alle attenzioni di Quinziano, Proconsole Romano giunto in Catania con il proposito di far rispettare l'Editto dell'Imperatore Decio, che imponeva a tutti i Cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede, venne da questi processata e tradotta in carcere ove subì atroci martìri, tra i quali l'amputazione di un seno e i carboni ardenti.
 
La notte seguente all'ultima violenza, il 5 Febbraio 251 Agata spirò nella sua cella.
 
 
 
Il Martirio di Sant'Agata-il Capolavoro-olio su tela- di Zuan Batista Tiepolo-secolo XVIII

 
Moltissimi i Miracoli avvenuti per intercessione della Santa sin dal giorno della sua morte ovunque nel Mondo ed in particolare nella sua amata Catania nell'antichissima e splendida Terra di Sicilia.
 
Solo per citarne alcuni tra i moltissimi avvenuti:
 
Appena un anno dopo la sua morte, nel  252, Catania venne colpita da una grave eruzione dell'Etna. L'eruzione ebbe inizio il giorno 1 di febbraio e aveva già distrutto alcuni villaggi alla periferia di Catania. Il popolo andò in cattedrale e preso il velo di sant'Agata lo portò in processione nei pressi della colata. Questa, secondo la tradizione, si arrestò dopo breve tempo. Era il giorno 5 di febbraio, la data del martirio della vergine catanese.

La Santa Lucia di Siracusa, quasi coetanea di Sant'Agata, andò con la madre gravemente ammalata a pregare sulla tomba di Agata per implorarne la guarigione.
Narra la leggenda che Lucia, mentre pregava, ebbe una visione nella quale sant'Agata le disse «Perché sei venuta qui quando ciò che mi chiedi puoi farlo anche tu? Così come Catania è protetta da me, la tua Siracusa lo sarà da te
La madre di Lucia guarì e Lucia dopo poco venne martirizzata.

Nel 1169 Catania fu scossa da un disastroso terremoto nel giorno 4 Febbraio alle ore 21 quando molti cittadini catanesi erano radunati nella cattedrale per pregare in onore della santa. Nel crollo della cattedrale morirono il vescovo Aiello e 44 monaci, oltre ad un numero imprecisato di fedeli.
Nei giorni seguenti altre scosse di terremoto e maremoto imperversarono sulla città.
La tradizione vuole che il terremoto sia cessato soltanto quando i cittadini presero il velo della santa e lo portarono in processione.

Secondo le leggende più di quindici volte, dal 252 al 1886 Catania è stata salvata dalla distruzione da parte della lava, ed è poi stata preservata nel 535 dagli Ostrogoti, nel 1231 dall'ira di Federico II nel 1575 e nel 1743 dalla peste.


 
5 FEBBRAIO A CATANIA: I FESTEGGIAMENTI SOLENNI A SANT'AGATA PATRONA
 

Video gentilmente segnalatomi dall'Amico Agostino Sangiorgio
 
 
LE RELIQUIE DI SANT'AGATHA
 
Le Reliquie della Santa furono trafugate a Costantinopoli nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace.
Nel 1126 due soldati dell'esercito Bizantino di nome Gilberto e Goselmo (uno di origine francese e l'altro calabrese), le rapirono per consegnarle al vescovo di Catania Maurizio nel Castello di Aci odierna Aci Castello.
Il 17 Agosto 1126 le Reliquie rientrarono nel Duomo di Catania.
Questi resti sono oggi conservati in parte all'interno del prezioso busto in argento (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni) e in parte dentro a Reliquiari posti in un grande scrigno, anch'esso d'argento (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo).
Altre Reliquie della Santa, come ad esempio piccoli frammenti di velo e singole ossa, sono custodite in Chiese e Monasteri di varie città italiane e estere.


Fonte: Wikipedia

Paola Galanzi

3 commenti:

  1. Agostino Sangiorgio-Collezionista e Socio A.I.C.I.S.5 febbraio 2013 alle ore 00:33

    Grazie Paola per avermi citato nel tuo bellissimo e completo articolo su Sant'Agata, non lo merito. Oggi ho postato solo due pezzi della mia collezione della 'Santuzza' (termine affettuoso con cui chiamiamo la Santa), per non ingolfare la Bacheca come tempo fa qualcuno ha protestato. Come già ti ho promesso appena raccolgo (ma quando?) tutti i pezzi che ho in collezione li manderò a te per uno di quegli articoli che solo tu riesci a fare e confezionare ad arte.
    Ancora grazie!!!

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  2. Rosina Llagarìa Vidal- Collezionista e Socia A.I.C.I.S.5 febbraio 2013 alle ore 10:18

    Estupendo,muy interesante !

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  3. Daniele Pennisi-Collezionista e Socio A.I.C.I.S.5 febbraio 2013 alle ore 12:23

    Complimenti Paola,
    ho letto con curiosità ed entusiasmo il tuo articolo, quasi che io non conoscessi nulla di ciò che vi racconti. La tua descrizione è talmente avvincente da rendere la lettura non solo piacevole, ma anche entusiasmante, collezionisti di immagini sacre e non. Ti ringrazio, da Siciliano, per aver dedicato tale omaggio alla Santuzza, donna martire di ieri e di oggi, figura importante nella Chiesa e nella società fin dai primi secoli, e fino ai nostri giorni.

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