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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





mercoledì 4 maggio 2011

Iconofilia e Cultura: Joseph Martin Wagner: un Incisore Tedesco che parlava Veneziano tra le calli della Venezia del secolo XVIII


La Divina Pastora
Splendido Santino stampato su pergamena realizzato in Venezia presso la rinomata Bottega del Wagner magistralmente sposando le tecniche del bulino e dell'acquaforte.
La delicata coloritura è a mano con lumeggiatura dei dettagli in oro zecchino.
Italia, sec.XVIII

 Collezione privata Grandi

Nell'agosto 1739 giunse a Venezia dal nativo Thalendorf, un villaggio della Germania vicino a Lindau, sul lago di Costanza, appartenente alla circoscrizione parrocchiale di Gruenenbach, Joseph Martin Wagner. Aveva allora circa 33 anni. Dopo la sua partenza dal paese nativo era stato due anni a Bologna (dal dicembre 1729 all'ottobre 1732) e sette nelle vicinanze di Londra (nella strada Great Malborough). In Venezia era stato indirizzato a certo Felice Petricini q. Domenico, Veneto, Pittore, nato nel 1682 .

Aprì subito un negozio di vendita di stampe in Merceria di S.Giuliano e tre anni dopo, il 6 settembre 1742, si univa in matrimonio, nella Chiesa di S.Gregorio, con Camilla Cappellan.

Queste notizie risultano dalle dichiarazioni fatte dallo stesso Wagner alla Curia Patriarcale in occasione del suo matrimonio e dai documenti allora presentati.
Indubbiamente il Wagner costituisce una figura di primo piano nella storia dell'incisione a Venezia, non solo per la sua abilità di Artista, ma soprattutto per avervi introdotto il metodo usato dagli incisori francesi di accompagnare l'intaglio all'acquaforte con l'impiego del bulino, e per il vasto sviluppo che seppe dare alla produzione ed al commercio delle stampe- in particolar modo a carattere religioso- elevandone il tono con la scelta dei soggetti e con la cura posta nell'esecuzione dei rami.

Dieci anni dopo che Joseph Wagner aveva preso dimora in Venezia chiedeva, il 2 aprile 1749 un privilegio privativo per tutte le stampe che uscivano dal suo laboratorio d'intaglio.
Nella domanda egli ricorda di aver impiegata ogni cura, fin dai primi giorni che era a Venezia:




"onde perfettionare le stampe in rame che ritrovai,


- egli scrive-
in allora in qualche defetione"

e che il suo esempio era valso a far sì che alcuni confratelli di quest'Arte seguissero il suo esempio con nuove invenzioni e con più diligente lavoro.
Wagner come presso i Remondini, era eseguito in cooperazione da più Incisori, ognuno dei quali prestava la sua opera nella parte dove maggiormente era provetto. Ma da altri (leggi i Remondini di Bassano) invece si andavano copiando senza alcun scrupolo i suoi originali, recandogli grave danno.


La domanda a tutela delle sue stampe- per lo più a carattere religioso- venne trasmessa ai Riformatori dello Studio di Padova e alla Deputazione al Commercio.
Ma una copia si trova anche negli atti dell'Avogaria di Comune (Venezia) e reca a tergo questa annotazione:


"Die 30 xmbris 1749.

Presens pagina presentata fuit in Officio Advocatorie Comunis per D.Joseph Wagner in obbedientia precepti eidem facti



ad instantiam DD. Johannis Antonij et Johannis Baptiste fratrum Remondini q.m Ioseph


ad hoc:

promptus jurare nil aliud habere de negotio".


Cosa intendono dire queste parole ?

Non certamente che il Wagner rinunciava alla sua domanda di privilegio, per non offendere quello già ottenuto dai Remondini per le loro stampe, perchè la sua domanda veniva accolta, come vedremo, neanche un mese dopo.
È più probabile invece che prima di concedere il privilegio si sia chiesta ed ottenuta dal Wagner l'assicurazione che non avrebbe perseguita alcuna azione giudiziaria contro i Remondini per le stampe che questi, con ogni probabilità, gli avevano copiate.


Sulla domanda del Wagner ambedue i Magistrati che ne erano stati richiesti diedero parere favorevole.
Scrivono i Riformatori dello Studio di Padova il
20 gennaio 1750:

"Le stampe in rame non sono nuove in questa città.
Fiorirono esse per eccellenti Maestri, ma sentirono in progresso della decadenza.


Da questo trassero l'ingrandimento le forastiere e dalla Francia e dalla Germania una copia ben grande ne derivò et inondar venne tutto lo Stato con quelle conseguenze che da se si manifestano.

Il privilegio concesso a fabricatore dello Stato Veneto (il Remondini) delle Carte miniate, o sia Francesine, et a fumo, o sian Tedesche, allon- tanò in gran parte l'afluenza delle Forastiere.


La delicatezza, l'esquisito lavoro, e l'industria, con cui s'affatticò il Wagner di promovere riputazione a propri lavori, ridotti leggiadri, ben intesi e ben travagliati, produssero li notabili vantaggi di allontanar da Venezia il concorso delle Forastiere e traere in questa Città le commissioni e quel denaro che prima passava a beneficio altrui.
Questi benefici derivanti dal ben operare conosciuti agevolmente da confratelli dell'Arte l'invogliarono a migliorare le proprie manifatture e con nuove inventioni e con più diligente lavoro si studiarono di più accrescere il capitale e il commercio.
Non tutti però eguali in così onorati sentimenti, alcuni d'essi diedero mano a più facile lavoro, e ponendosi avanti gli occhi le carte stesse del Wagner, senza impiego d'industria, senza affaticarsi nell'inventare, nella disposizione delle figure, nella proportione e leggiadria delle parti, e senza adoperare tutto l'impegno di riddurre ad esser buone copie di perfetto originale, come si siamo assicurati coll'occhio proprio, si contentano d'una mezzana somiglianza, e con inganno agl'imperiti esitandole a miglior mercato tolgono il preggio all'autore Wagner et alla di lui borsa il profitto.

La vera radice di tal scandalo consiste dal formarsi ad arbitrio e senza risserve e dipendenza da' confratelli di quest'Arte li lavori, e senza premio quelli che si distinguono, e senza ristrettive chi arbitra a danno altrui.

Se piacesse a V.S. che quest'Arte si provedesse da qui innanzi con maggior disciplina, potrebbe ella rimettersi secondo l'equità e la giustizia su d'un utile sistema
".

Concludevano i Riformatori proponendo di accordare al Wagner la Pubblica protezione, onde, riferivano:


"Sia con privilegio proibito a chi si sia il copiare per un dato tempo le sue carte e producendo ogni uno cose nuove o d'inventione o da pitture, e da altri originali godere habbia dello stesso vantaggio, ma vietato sia il copiare carta da carta; di tal modo prenderebbe ogn'uno coraggio, o cercarebbe distinguersi per la sicurezza che gliene ridonderà dal maggior vantaggio nel ben operare, e solo danno ridonderebbe all'infingardaggine, et alla malizia, sempre detestate dalla Pubblica pietà e giustizia "

Il Senato riconoscendo la fondatezza di tali proposte le approvava il 24 gennaio 1750:

"Utile e giusto in fatti essendo l'ampliar con questi mezzi un tal genere di commercio, si assente -dice il decreto - al Wagner il privileggio d'anni 15 per ogni e cadauna carta che di nuova invenzione o tratta da buoni originali piture et altro da nuovo verrà egli di formare cosicché per il detto tempo chi che sia non possa copiare carta da carta che dal Wagner verrà d'esser stampata e pubblicata purché sia eseguita con accuratezza e nel modo laudacibile che ha tenuto per il passato ".


Si ordinava pure ai Riformatori di studiare e suggerire nuove norme per meglio disciplinare l'Arte dell'intaglio, ma non risulta che ne siano seguite concrete proposte.

Un quarto di secolo dopo, il 13 settembre 1776, il Wagner presentava domanda per la rinnovazione del privilegio.
Il che gli veniva concesso dal Senato il 5 ottobre successivo.


Così avevano ormai preso grande sviluppo a Venezia ed a Bassano due centri di produzione e commercio delle stampe incise, quelli del Wagner e dei Remondini e ne era derivato un miglioramento della produzione generale, specialmente da parte dei Remondini che dovevano evitare di lasciarsi comunque superare da altre Ditte.
Non mancava il Wagner di giovarsi dell'opera dei più abili Incisori quali il
Berardi, il Volpato, il Flipart, lo Zucchi, il Leonardis, il Cappellan, il Baratti e tanti altri che qui troppo lungo sarebbe elencare.


Lavorarono per il Wagner anche il Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 4 Ottobre 1720- Roma, 9 Novembre 1778) e il Francesco Bartolozzi (Firenze, 25 Settembre 1727- Lisbona, 7 Marzo 1815).


Incisione su rame
Suggestivo e realistico ritratto dell'Artista con i mano gli immancabili "ferri del Mestiere": lente e bulino.

Non sempre le stampe che uscivano dalla sua bottega recavano il nome dell'Artista che le aveva intagliate. Spesso uno stesso rame, presso il Wagner come presso i Remondini, era eseguito in cooperazione da più Incisori, ognuno dei quali prestava la sua opera nella parte dove maggiormente era provetto.
Avveniva anche che qualche Artista dopo aver lavorato per qualche tempo presso il Wagner o presso i Remondini, e avervi acquistato una sufficiente capacità nella tecnica dell'intaglio, mettesse su ali proprie, ponendosi a lavorare nella propria casa per le varie tipografie e per i negozi di stampe del Wagner, del Remondini o di altri.

Alcuni intagliatori addirittura si trasferirono in altre città o in esteri Stati.

Morì Joseph Wagner il 29 giugno 1786 così come risulta dai Necrologi della Chiesa di S.Giuliano, Reg. XII, e.26 ora custoditi nell'Archivio della Basilica di S.Marco:


"Adi 29 Giugno 1786. Il Sig.Giuseppe q.Martin Wagner d'anni 81 ammalato già giorni 30 di abscesso di fegato mori oggi alle ore 16.
Medico Pellegrini.
Fa sepellir suo Figlio.
Sepolto in Chiesa.
Accompagnò il Rev.Capitolo e Giovani "


Il negozio di vendita delle stampe continuò a rimanere aperto, gestito dal figlio Angelo, fino al 1 giugno 1835.


Fonte: Biblioteca Universale
Rare, per non dire rarissime, stampe a carattere religioso, di bellezza e pregio particolari ed assolutamente inconfondibili, autentici Capolavori di bulino straordinariamente sposato con la tecnica dell'acquaforte, prerogativa originalissima e di gran successo nata in Venezia presso la rinomata Bottega del Wagner, vennero per poco più di un secolo impiegate per elegantemente illustrare importanti ed assai curati Testi Sacri scritti su pergamena in lingua Latina o, più semplicemente, per adornare piccoli altarini intimamente privati presso Conventi e Monasteri, oltre ad essere esposti, per la protezione dell'intera Comunità, presso Ospitali o private abitazioni.
Sicuramente esportate ed apprezzate oltralpe, conobbero tuttavia a Venezia l'acme del successo nel secolo XVIII, tanto da rappresentare un modello da copiare ed imitare.


APPO WAGNER VEN.(ETII)s C.P.E.S.


In Venezia presso la Bottega del Wagner- (Stampato) Con i privilegi (concessi) da Sua Eccellenza Serenissima-(il Doge).

Nella Storia, laddove mancano elementi comprovabili o testimonianze certe e documentate è - in mia opinione- salutare e positivo che subentri una moderata e creativa Fantasia; se partiamo da qui non verrà difficile al raffinato Cultore delle antiche, belle Immagini devote immaginare le alte pareti profumate d'antico del bellissimo Convento di Santa Croce a Venezia, adornate di Santi e Madonne firmate Joseph Wagner, quasi vive per il raro realismo espressivo che le distinse, salutate con devote genuflessioni e viva ammirazione da Isabella Piccini e dalle pie Suorine sue consorelle......
Paola Galanzi

3 commenti:

  1. Giovanni Anania-Collezionista e Socio A.I.C.I.S.-ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE4 maggio 2011 alle ore 21:55

    Ciao Paola,
    conosco molto bene i tuoi splendidi post sul gruppo AICIS.
    Ho avuto modo di ammirare, anche se solo da un monitor, le bellissime immagini che collezioni.
    Io Colleziono immagini sacre sia antiche sia moderne.
    Di antiche ne ho poche, circa un 300 e pochissimi doppioni. Invece di moderne ne ho alcune migliaia.
    Se qualche Amico Collezionista e Socio AICIS desidera fare qualche scambio con me mi faccia sapere.
    Ti auguro una buona continuazione.
    A presto,
    Giovanni

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  2. Grande e magistrale lavoro questa ricerca sul Wagner.
    E'sentito e doveroso rinnovare l'apprezzamento ed il plauso a te Paola per il tanto sacrificio che ha comportato certamente questa tua ricerca.
    Grande è stato lo stupore e tanta la soddisfazione nel ritrovare tra i miei Santini alcuni pezzi firmati Joseph Wagner, al quale già da tempo assegnavo un mio personale, elevato e qualificato giudizio di merito per la raffinata artistica Maestria, anche rispetto ad altri più nominati artisti (Verbruggen Huberti, V.Merlen).
    Ora per merito della tua recensione ne conosco la reale importanza storica e artistica-
    Mi sono arricchito e sono veramente felice. Saluti,
    Lucio

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  3. Ciao Paola,
    con questo "commento" mi ri-presento nel tuo sempre splendido "salotto" virtuale; ora che ho completato la procedura di riconoscimento, mi auguro di riuscire ad essere maggiormente partecipe e magari di riuscire -in qualche modo- a collaborare... Un cordialissimo saluto e tantissimi grazie per il tuo sempre preziosissimo lavoro di ricerca storica

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