SANTA ROSALIA - 1695- dettaglio
Una fredda e nebbiosa serata autunnale scandita dal ticchettio puntuale e discreto del vecchio pendolo, in sincronia perfetta con il battito leggero della pioggia sui grandi vetri rétro dell'antico salotto, la luce tenue di una candela accesa che rischiara appena la stanza e l'importante scoperta.
Qua e là antichi soprammobili, un quadro del '700 con cornice dorata dal grande vetro stanco e appannato, un vecchio cappellino démodé con piume di struzzo sbadatamente appoggiato su una pila traballante di libri d'epoca dal profumo antico di Gozzaniana memoria.
Amo immaginarlo così, custodito da tempo immemorabile nel cassetto più imo e nascosto di un antico scrittoio in stile, in pregiata piuma di mogano.
Di intenso impatto emotivo lo squarcio brutale nel Tempo aperto nel dispiegare la carta.
Un viaggio a ritroso nei secoli lungo 300 anni, con nomi di Uomini che rivestirono importanti incarichi, Uomini semplici che lavorarono la Terra, l'antica Storia di una delle Città più affascinanti della nostra Italia- Palermo- e Rosalia, la sua Santa Protettrice, amata e venerata, dispensatrice di straordinari Miracoli.
GIORNALE DI FORMENTI- Palermo, 1695
Collezione privata, per gentile concessione al Blog
E' un documento pesante di Storia, intriso del sangue delle Rivolte Popolari contro la tirannia Spagnola, infuocato dal coraggio e dall'eroico spirito d'indipendenza dell'antico Popolo di Trinacria, sofferente ancora della terribile pestilenza del 1624 e illuminato, infine, dal ritrovamento miracoloso delle ossa di Rosalia Sinibaldi, Vergine ed Eremita Palermitana di nobilissime origini vissuta nel secolo XII, che salvò la Città e i suoi abitanti dal mortifero flagello, divenendone nell'anno 1666 Somma Patrona e Protettrice.
E' l'Epoca in cui fiorisce nei Giardini di Sicilia, insieme alla zagara dal meraviglioso ed inimitabile profumo, lo Stile Barocco cosiddetto della Val di Noto, signorile espressione e reazione elevata di una Terra al mostruoso terremoto del gennaio 1693.
CARLO II di SPAGNA, Re di Sicilia
Di importanza storico-culturale estremamente rilevante quale Testimonianza scritta giunta sino a noi stigmatizzante il complesso ed odiato sistema vassallatico-beneficiario, ancora effettivo a livello politico e sociale per tutto il 1700 ed oltre- anche se ormai al tempo decaduto giurisdizionalmente - nel preoccupante scenario di crescente involuzione economica a livello Europeo ovunque dilagante, ecco che, manoscritti in inchiostro seppia in elegante grafia d'epoca dal Secretario, Gouernatore e Magazinero dell'Incaricato Amministratore del Consiglio e Senato di Sua Maestà - Carlo II di Spagna, Re di Sicilia (1661-+1700) - Don Antonino Maestre, compaiono i nomi dei due antichi contraenti: Giuseppe Mecatti e Piero Privitera, rispettivamente dominus e vassus.
Il suddetto Giuseppe Mecatti, di certa origine e provenienza Toscana, possiamo ragionevolmente ritenere esser stato un ricco possidente fondiario che, seguendo l'inclinazione generale in voga all'epoca, in fuga massiva dai commerci, investì nell'economia agraria.
La controparte, il già nominato Piero Privitera, Siciliano e forse Palermitano, prestò il suo lavoro nelle terre di cui all'oggetto del Libro.
Dunque, affitto, acconti e consegne (del grano prodotto), così come recita lo scritto, regolarono e scandirono il rapporto tra i due al crepuscolo del secolo XVII.
Figura particolarmente interessante quella dello scrivano, Autore ed Amministratore del Libro, Don Antonino Maestre; scomodando il celebre Nobiliario di Sicilia del Dott. A. Mango di Casalgerardo, alla voce Maestri o Maistri (de li) lo ritroviamo in esso citato quale Segretario Onorario del Re nel 1688 e forse egli stesso Senatore di Palermo nel 1693-94.
Splendida, seppur in evidenti condizioni di sofferenza, e per i tre secoli trascorsi e per l'umidità patita, la carta sulla quale venne il documento redatto: un meraviglioso, caratteristico, spesso foglio prodotto con l'impasto derivante dalla molitura degli stracci, materia prima così ricercata e preziosa all'epoca, tanto da determinare, per volere della potente Famiglia dei Farnese del Ducato di Parma e Piacenza, appena qualche anno prima del nostro documento, nell'anno 1681, addirittura la promulgazione di una Legge ad hoc con la quale si sanciva l'assoluto divieto di esportazione degli stessi al di fuori dei confini territoriali.
FILIGRANA- dettaglio
La bellissima, tradizionale filigrana o marca d'acqua altrimenti detta è altresì presente e ben visibile in trasparenza.
Un esperto in Araldica potrebbe fornirci fondamentali, interessanti notizie al riguardo.
In alto sul documento, realizzata in xilografia, (incisione su tavola di legno) campeggia, gloriosa di Luce e Santità, Santa Rosalia, a' Santuzza, coronata di rose che, a mani giunte e in preghiera, aleggia lieve sulla Città sul dorso dell'Aquila con corona, antico Simbolo Romano di Palermo.
Assai interessante, rappresentato in una realistica visione dall'alto, il nuovo piano urbanistico della Città, neanche un secolo prima inaugurato dal Viceré, il Duca di Maqueda, a forma di croce, secondo l'idea sì cara alla Controriforma.
Ringrazio l'Amico Mario Tasca per avermi rinnovato la sua stima e fiducia nell'avere a me indirizzato il detentore e proprietario di tale, prezioso Documento.
A quest'ultimo i miei più vivi complimenti per il pregevole, antico atto in suo possesso.
Paola Galanzi
C'è da rimanere a bocca aperta (anche se sono gli occhi che...lavorano) nel leggere questa accurata minuziosa e dotta esamina dell'antico documento: ma quanto sei brava Paola! I primi paragrafi poi, con quell'atmosfera d'altri tempi, sembrano il poetico incipit di un romanzo che...verrebbe voglia di leggere per intero!
RispondiEliminaGrazie. Non ho parole. Bellissimo articolo, coinvolgente e affascinante. La tua descrizione così accurata e piena di particolari ci fa immergere per qualche minuto nell'atmosfera di quei tempi tanto lontani negli anni, ma così vicini a noi grazie all'atmosfera che hai saputo ricreare.
RispondiEliminaQuasi vien voglia di ricreare nel mio studio gli ambienti che hai descritto nella tua narrazione.
Anch'io, come te, ringrazio l'amico Mario Tasca per il "suggerimento" di chiedere un tuo parere riguardo al documento e mi associo a lui nel dire che le tue parole "sembrano il poetico incipit di un romanzo che...verrebbe voglia di leggere per intero!".
Grazie ancora e a presto. Domenico.
El articulo de Santa Rosalia ,muy interesante ,como siempre,y el documento de Mario,fantastico
RispondiEliminaBellissima immagine della protettrice di Palermo, Santa Rosalia, in un documento del 1695 del quale Paola, con vena poetica, ci illustra provenienza e contenuti.
RispondiEliminaConsiglio la lettura dell'articolo che ci coinvolge immediatamente e ci permette di spaziare per qualche attimo negli usi e costumi di Sicilia della fine del 1600.
Grazie Paola.