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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





martedì 17 marzo 2015

Iconofilia e Cultura::i Santini e le Immagini devozionali anonime


S. Angela Merici
Insegnante e Protettrice della Gioventù
 
Pregevole incisione su carta a vergelle, colorata a mano e illuminata nei dettagli in oro
 
Artista-Incisore Anonimo
Area Bavarese, secolo XVIII
 
Collezione privata Michele Fortunato Damato- Barletta


Nell'oltre mezzo millennio della massiva produzione di Immagini a carattere sacro, stampate su carta e su pergamena, destinate alla pietà popolare, capitò non di rado che Artisti-Incisori- senza alcuna distinzione tra minori e Artisti di rilievo e di già consolidata fama internazionale-non firmassero la lastra, lasciando involontariamente in eredità ai posteri una vexata quaestio attributiva, il più delle volte, di tutt'altro che semplice soluzione.

Critici ed Esperti d'Arte si sono nei secoli confrontati sull'argomento, e spesso nondimeno vivacemente scontrati, avanzando ognuno di essi ipotesi e formulando teorie personali destinate a perdersi in fatui contraddittori paralleli, senza mai raggiungere un chiarificatore ed illuminante punto d'incontro. 

Questo apparentemente inspiegabile, strano fenomeno- se ci si pensa, a unico detrimento dell'Artista e del suo faticoso lavoro-fu comune e caratterizzante di un numero elevato di Immagini devozionali e Santini in xilografia del 1500 e del secolo successivo così come pure riguardò immagini sacre calcografiche dalla prima metà del 1600 sino e per tutto il secolo XVIII.

Non di rado capita anche oggi, all'Antiquario così come al Cultore di antichi Santini, di imbattersi con sorpresa in bellissime incisioni a soggetto sacro, incise a bulino su legno o su lastra in rame, di particolare pregio e rara definizione,
totalmente prive di indicazioni di paternità.

E' osservabile a tal riguardo che, tra la molteplice varietà di congetture possibili la prima e più elementare- e spesso la più comune ed attendibile- è quella che addebita ai due fattori dell'uso e del Tempo la patìta, graduale scoloritura, sino al completo dissolvimento, della firma originariamente presente.

Si noti altresì come la porzione in cui compare la firma dell'Incisore, nella maggior parte dei casi, nel margine inferiore, a destra, della stampa, corrisponda proprio al naturale ed istintivo primo punto di contatto con la mano.

Nel fattore "uso" sono da includere anche una certa disattenzione ed incuria nella conservazione: nell'esposizione, ad esempio, della stampa alla luce diretta o all'umidità, che, oltre ad essere i principali agenti causali, responsabili della formazione di spore fungine e muffe, ne segnano, talvolta, inevitabilmente l'alterazione dei colori presenti sino alla progressiva, totale decolorazione.

Altra supposizione, per quanto apparentemente bizzarra, assai verosimile, è da riferirsi alla naturale stravaganza degli Artisti di ogni tempo che, per la nota loro geniale capricciosità, non contenti del lavoro finito,  abbandonandolo, decisero volontariamente di consegnarlo orfano ai posteri.

Queste sono, dunque, alcune ipotesi.

In taluni casi, come ad esempio su molte Immagini a carattere religioso stampate e diffuse dalla da me ammirata e celebratissima Stamperia Remondini di Bassano del Grappa, dalla seconda metà del secolo XVII sino quasi alla fine del successivo, è noto come sia ricorrentemente non presente il nome dell'Incisore. 
A tal proposito si badi bene che il discorso non è riferito solo alle stampe cosiddette popolari, ritagliate grossolanamente a mano dai Tesini che le diffusero in tutte le Città e per i sentieri del Mondo, bensì alle stesse stampe definite fini nel Catalogo dei celebri Stampatori Veneti.

Una politica gestionale e commerciale dell'Azienda? Conoscendone la Storia sono personalmente portata a crederlo, senza escluderlo minimamente.

A suffragio di quest'ultima ipotesi sono i noti, non sempre idilliaci rapporti tra i Remondini ed il Personale alle loro dipendenze, nella fattispecie, Incisori e Tesini.

Lo stesso carteggio privato di Suor Isabella Piccini (1644-1734), Incisore per molti anni al servizio degli Stampatori Bassanesi, evoca chiaramente delle tensioni esistenti nel rapporto di collaborazione.

In Europa, nell'era della Prima Rivoluzione Industriale, tra l'ultimo ventennio del 1700 ed il 1830, con l'avvento della stampa di Santini in siderografia-incisione su lastra in acciaio- e cromolitografici, il raro fenomeno divenne consuetudine, stabilendo così dall'eccezione la regola.


 

Il dolce Bambino Gesù e la sua Croce
 
Raro e bellissimo Santino in siderografia "vestito" in raso e lustrini in oro e argento
Editore: Benzinger in Einsiedeln 
 
Epoca: seconda metà sec. XIX ca.
Collezione privata Galanzi


Difficilmente si leggerà infatti nella produzione di Santini di varie tipologie dell'epoca suddetta il nome dell'Incisore; solo quello dell'Editore, completo di indirizzo della Sede e, in alcuni casi specifici, con l'eventuale, distintivo titolo di Editore Pontificio, sarà citato.

 

Dettaglio evidenziante i nomi del Pittore dell'Opera- a sinistra-e quello dell'Incisore-a destra,
seguiti inferiormente dai dati della Casa Editrice



L'Editore Benzinger con sede in Einsiedeln (Svizzera) e rari altri, prevalentemente di area Austriaca e Tedesca, eccezionalmente, in alcuni Santini lo indicarono congiuntamente al nome dell'Artista che dipinse originariamente l'Opera Sacra riprodotta nell'incisione.


Paola Galanzi

3 commenti:

  1. Michele Fortunato Damato - Barletta - Socio AICIS18 marzo 2015 alle ore 08:54

    Grazie cara Paola per la tua generosità nel metterci a disposizione i tuoi interessanti articoli su argomenti del tutto inediti nel campo delle Immagini devozionali. Il tuo Blog è prezioso ! Continua così.

    Michele Fortunato Damato-Barletta-Socio AICIS

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  2. Ciao Paola! Ho letto attentamente questo articolo, è molto interessante!
    Nessuno ne aveva mai parlato sino ad ora... purtroppo molte volte erano soliti gli incisori a non firmarsi x rimanere anonimi e questo rende difficile capire chi ha creato l' opera e l' epoca in cui risale.
    Complimenti Paola!
    un fortissimo abbraccio!
    Federico

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  3. Collezionista milanese20 marzo 2015 alle ore 11:27

    Interessante.L'anonimato di opere artistiche datate è attualmente materia di studio e spunto di approfondimento per i critici e gli storici dell'Arte.
    La saluto con ammirazione ( presto mi paleserò.... )
    Alberto

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