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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





lunedì 3 ottobre 2011

La saliente importanza dell'integrità delle Immagini devote ospitate nelle Collezioni


SANTA CHIARA

Incisione a bulino su rame su carta vergellata.

Artista-Disegnatore: Luigi Agricola
Artista-Incisore: Pietro Fontana
Stampatore: Agapito Franzetti a Roma -Torsanguigna

Italia, fine secolo XVIII-primi inizi sec.XIX

Collezione privata Galanzi


Similmente all'Archeologia, meravigliosa Materia da me con autentico Amore studiata, anche l'Iconografia Sacra, palesata nelle antiche Immagini devote, necessita poter fornire allo Studioso ed al Cultore il maggior numero di elementi informativi circa le sue origini e molti altri elementi ad esse inerenti e di per sé assolutamente caratterizzanti; dell'Immagine in primis e, contemporaneamente, della stessa Devozione popolare, al cui contesto storico-culturale essa è ascrivibile.
Al di là, infatti, di elementi immediatamente apprezzabili, quali, ad esempio, la materia su cui la Sacra Immagine è stampata -carta, pergamena, seta, lino etc.- al fine di poter con attendibilità scientifica collocare il pezzo preso in esame in un contesto cronologico- e dunque, contestualmente storico-culturale- reale ed effettivamente probante, fondamentale sarà a tal uopo l'osservazione attenta di altri elementi d'informazione che la nostra Immagine sarà in grado di fornirci dopo il lungo suo iter devozionale attraverso i secoli, gli angoli del Mondo visitati e, talvolta e non di rado, i pii detentori che, tenendola stretta tra le mani, con essa hanno pregato.

Quali sono, dunque, queste importanti fonti di informazione con le quali lo Studioso ed il Cultore debbono rapportarsi ?
 
Ho citato per prima LA MATERIA.

Il primo elemento che possa infatti identificare, e rendere così classificabile la nostra Immagine devota è proprio il supporto materiale sul quale l'immagine nasce.
 
Similmente all'attendibilità informativa proveniente in Archeologia dal basilare concetto di STRATIFICAZIONE di un terreno oggetto di investigazione e sede di scavo, la struttura intima della carta alla base della nostra Immagine sarà in grado di fornirci risposta all'immediata nostra esigenza di collocarla temporalmente.

Dalla originaria, straordinaria carta ricavata dalla macerazione di cenci in fibra di lino e canapa sin dal secolo XIII prodotta ed ovunque esportata in Europa dall'operosa Fabriano, nelle Marche, mantenuta tale tecnica viva ed assai redditizia dagli stessi celebri Stampatori Remondini di Bassano del Grappa fino all'ultimo ventennio del secolo XVIII, giungiamo, alla fine del secolo suddetto, con l'inaugurazione dell'Era Industriale in Europa, all'abbandono graduale e definitivo di tale tecnica, che cede il posto alla ben più rapida ed economica procedura che contemplava per la prima volta l'utilizzo di pasta di legno ossia delle fibre vegetali provenienti dagli alberi, presenti abbondanti in natura.
 
Il non adeguamento al passo, con i tempi ormai mutati e, di conseguenza, le mutate e ben più esigenti richieste del mercato internazionale, furono motivo non secondario di chiusura e definitiva scomparsa di Stamperie di chiara fama e di lunga tradizione, tra cui, duole ricordarlo, la stessa Ditta Remondini, che chiuse definitivamente i battenti delle sue premiate officine, come ben ricorderanno gli Amici Cultori, nell'anno 1861.
Dunque, LA CARTA , come ben noto ai Collezionisti di Immagini devote, ci fornirà per prima un elemento fondamentale di identità dell'Immagine: la sua vera ETA'.

La presa in considerazione di tale primario elemento potrà contestualmente fornire in modo inequivocabile al Cultore il metro scientifico per chiaramente distinguere una Sacra Immagine incisa all'acquaforte dal grande Genio di Lorena Jacques Callot (Nancy, 1592 – Nancy, 1635) originale del secolo XVII da una ristampa postuma del secolo XVIII e, ancor più, da una volgare riproduzione contemporanea.

Altro dettaglio essenziale, al fine di un corretto completamento della "carta d'identità" della nostra Immagine , sarà poi rappresentato dalla presenza all'interno dell'area dell'incisione sul rame della firma dell'Artista-Incisore cui l'immagine è attribuita.

A tal proposito, è importante sottolineare l'assenza, pressochè costante, di tale inconfutabile elemento di attribuzione della paternità dell'incisione sul rame originario- in quasi tutte, o comunque nella grande maggioranza tra esse- delle ormai sempre più rare e ricercate incisioni Fiamminghe, stampate su carta o sulla più nobile pergamena.

La motivazione a tale oggettiva constatazione è da ricercarsi nell'uso consueto, consolidatosi sin dal secolo XVI presso le Stamperie Anversane dapprima, e, nei successivi secoli XVIII e XIX, nelle filiali delle stesse aperte dai titolari nelle celebri Vie degli Artisti- Rue Saint Jacques a Parigi, per citarne una-nei pressi dei Salotti culturali assai in voga nella Francia Romantica, di ri-utilizzare vecchi rami incisi in epoca antecedente, abilmente cancellandone dalla lastra l'originaria paternità, ed apponendovi, extra-bordo- generalmente sul margine inferiore destro della stampa- arbitrariamente il proprio nome.

Altro elemento fondamentale nella nostra ricerca dovrà altresì essere il nome dell'Artista Autore dell'originario disegno o dipinto da cui l'incisione sul rame trae origine ed ispirazione: tale nome è da ricercarsi inferiormente, al margine sx dell'Immagine; la formula ricorrente per indicare la Paternità dell'Opera originaria è espressa con il termine Latino INV (invenit o inventor), più raramente PINX (pinxit, ovvero DIPINSE) o DELIN (delineavit, cioè DISEGNO').

Alla luce di quanto sin qui esposto appare evidente l'importanza imprescindibile di un perfetto stato di conservazione della nostra Immagine devota.
Al di là, infatti, del -a tutti i Collezionisti noto- immediato deprezzamento di quotazione in ambito del Mercato Antiquario cartaceo internazionale e, volontariamente lungi, dunque, da un'ottica meramente di lucro che esula da fini di studio puramente culturali , di ricerca e tutela di questi preziosissimi Testimoni silenti dell'antica Devozione popolare, si ribadisce in questa sede, essenzialmente per una corretta classificazione del pezzo, l'enorme importanza della presenza di tutti gli elementi descrittivo-informativi fin qui citati.

Il verso
di una devota Immagine rappresenta, in finale, l'elemento biografico della stessa.
Brevi annotazioni autografe espresse con elegante grafia dei secoli passati, talvolta nomi e toccanti, deliziosi Pensieri testimoni della fugacità del Tempo e della Vita, Ricordi preziosi ad imperitura, affettuosa memoria di chi ha partecipato, seppur in punta di piedi, delicatamente, a scrivere l'antica e commuovente Storia della Devozione popolare.
Paola Galanzi


1 commento:

  1. Stefano Fasoli-Collezionista e titolare de "IL MUSEO DEL SANTINO" di Sommacampagna (VERONA)5 ottobre 2011 alle ore 15:54

    Carissima Paola

    Innanzitutto i miei complimenti per l’ultimo tuo articolo pubblicato “La saliente importanza dell’integrità delle Immagini devote ospitate nelle collezioni”.

    È una cosa magistrale, hai superato te stessa…veramenteil mio sincero apprezzamento per il contributo che ogni giorni doni al mondo del collezionismo di santini.
    Ti saluto affettuosamente,
    Stefano

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