"O gran S. Antonio provvedeteci il Pane di Vita Eterna "
Nell'iconografia ricorrente dei bellissimi Santini cromolitografici di fine secolo XIX che raffigurano e celebrano l'eccelsa Figura di Sant'Antonio da Padova- il Santo dei Miracoli per eccellenza- il pane, per l'uomo alimento fondamentale insieme all'acqua, è contenuto abbondante, e quasi infinito nella sua quantità, in grandi ceste intrecciate a mano; talvolta, in alcune Immagini, il pane compare racchiuso nella stessa mano del Santo ritratto in procinto di donarlo ai Poveri, numerosi accanto a lui.
La storia bellissima del Pane di Sant'Antonio trae origine da un evento miracoloso attribuito al Santo poco dopo la sua morte, avvenuta a Padova nel 1231.
Si tramanda che un bimbo di poco più di un anno di nome Tommasino venne incautamente lasciato solo in casa dalla sua mamma che si era recata a pregare nella vicina Chiesina di Santa Maria Mater Domini in Padova.
Al suo rientro a casa aveva trovato Tommasino annegato dentro la grande pentola che, ricolma d'acqua, ella aveva posto a bollire sul fuoco del camino.
Disperata e affranta si era con Fede rivolta a Sant'Antonio affinché per sua intercessione Tommasino avesse salva la Vita promettendo come offerta tanto pane per i Poveri quanto era il peso del bambino.
Il Santo accolse le sue accorate suppliche e si narra che, dopo la mezzanotte dello stesso giorno del grave incidente, il bimbo si risvegliò.
I Miracoli di Sant'Antonio da Padova: la Resurrezione di Tommasino
Affresco del Pittore Padovano Girolamo Tessari (1524)
Sala Priorale della Basilica del Santo in Padova
A memoria imperitura ai posteri il Miracolo della Resurrezione di Tommasino venne mirabilmente affrescato dal Pittore Padovano Girolamo Tessari intorno all'anno 1524 e si può ancora oggi ammirare nel suo raro realismo pittorico e nella pregevole bellezza nella Sala Priorale della Basilica del Santo in Padova.
Il Miracolo avvenuto a Padova per intercessione di Sant'Antonio fece presto il giro dell'Europa intera e, ad iniziare dalle nazioni vicine, ad opera e per iniziativa dell'Ordine minoritico, si iniziò ad impastare e a cuocere dei pani benedetti da distribuire a tutti i Poveri, ai quali Sant'Antonio- così come Francesco d'Assisi- aveva con Amore dedicato l'intera sua Vita.
Il Pane, alimento semplice, che nasce con l'acqua e il grano macinato, diventa così un potente veicolo di evangelizzazione e trasmissione dei Valori Cristiani del Dono e della Condivisione, temi questi sì cari a Sant'Antonio e a Francesco d'Assisi.
Una bellissima testimonianza a tal proposito ci viene anche da Padre Annibale Maria di Francia (1851- +1927), oggi Santo, fondatore delle Congregazioni dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle figlie del Divino Zelo, che racconta come nell'anno 1887, appena terminata una terribile epidemia di colera, una pia donna devota al Santo di Padova gli fece un'offerta di 60 lire affinché lo stesso denaro venisse trasformato in pane per il sollievo dei Poveri e per i bimbi orfani da lui per l'intera sua esistenza amorevolmente assistiti e curati.
Seguendo l'antichissima tradizione ancora oggi, l'Arciconfraternita di Sant'Antonio trasforma le offerte dei devoti in Pane benedetto per i Poveri che provvede a distribuire ogni prima domenica del mese così come in occasione della Festa di Sant'Antonio, il 13 di Giugno.
Un Pane benedetto di Sant'Antonio non solo da sollievo alla fame dei Poveri ma invita essi alla Preghiera e dona loro il rassicurante calore della Speranza.
Paola Galanzi
Un santino cromolito, tra i tanti richiamati che rappresentano il Taumaturgo S.Antonio, portoghese di origine, ma vissuto a Padova, è l’occasione per Paola Galanzi per mettere a fuoco l’origine del “Pane benedetto” o “Pane di Sant’Antonio”.
RispondiEliminaIl santino rappresenta un papà, accompagnato dalla moglie e dal suo bambino, che sotto la statua del santo di Padova riceve da un sacerdote un pane benedetto.
Paola ci spiega le origini e gli sviluppi di questa bella tradizione, attuale ancora oggi, dell’offerta del pane per i poveri.
D’altronde dal miracolo della risurrezione di Tommasino è nata la tradizione chiamata «pondus pueri» (il peso del bambino) o , “pane di Sant’Antonio”: i genitori promettevano al Santo tanto pane quanto era il peso dei figli, in cambio della sua protezione. Con il tempo si è andata consolidando l'abitudine di offrire del pane in cambio di una grazia accordata.
La pratica è stata modificata verso fine Ottocento, quando è iniziato l'interesse per le questioni sociali e una maggiore sensibilità verso i poveri. Ecco allora sorgere opere che in giorni prestabiliti distribuiscono il pane e, in seguito, anche altri generi di prima necessità come la legna e il vestiario, fino alle mense cittadine in Italia, all’estero e nel terzo mondo. In alcune parrocchie troviamo in fondo alla chiesa un bussolotto per le offerte con la dicitura ”pane per i poveri”.
La stessa Caritas Diocesana ha fatto sua questa pratica che è un’evoluzione della solidarietà.
Ricordo l’affermazione del Santo di Padova (cfr.”Sermones”) che dice: “«Qui, in terra, l'occhio dell'anima è l'amore, il solo valido a superare ogni velo. Dove l'intelletto s'arresta, procede l'amore che con il suo calore porta all'unione con Dio».
Il santino che Paola ha postato, d’altronde, ci ricorda chiaramente anche il simbolo del pane benedetto che è l’Eucaristia. In calce all’immaginetta leggiamo la frase: “O gran Sant’Antonio, provvedeteci il pane della vita eterna”.
Grazie Paola di queste pillole di cultura e di meditazione.