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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





mercoledì 1 settembre 2010

Iconofilia e devozione Mariana: La storia e l’iconografia di Santa Maria Bambina nelle Immagini devozionali d’epoca

Santa Maria Bambina
Maria pargoletta in fasce riposa nella culla avvolta da fiocchi ed eleganti ghirlande floreali.
Pregevolissima Immagine devozionale di provenienza conventuale manufatta su carta vergellata, con delicata coloritura a mano.
Mirabile esempio di varie tecniche applicate alla materia base: intaglio, ritaglio, puntinatura ad ago e collage.
Si notino i fili d' oro utilizzati per impreziosire l' Immagine e i cinque piccoli fiori recanti le lettere del nome di Maria che le fanno da contorno.
Italia centrale (Area Toscana o Umbro-Marchigiana), sec.XVIII
Collezione privata, per gentile concessione
(tutti i diritti riservati)


L' Opera del Chiar.mo Prof. Giuseppe Cocchiara, curata dal Professor Antonino Buttitta ed edita dall'Editore Sellerio in Palermo, dedicata alle Immagini devozionali dell'antica Tradizione popolare di Sicilia



Nell’augurare a tutti gli Amici Collezionisti e ai Lettori del Blog un caloroso Bentrovati e buon rientro dalle vacanze riprendiamo con il consueto entusiasmo, oggi 1°di Settembre, il nostro affascinante viaggio insieme attraverso le mille e una meraviglie dell’iconografia religiosa popolare Cristiana ben soffermandoci sull’ importante excursus storico-culturale che ne determinò, sin dalle prime origini e con il lento trascorrere dei secoli, forme e peculiarità, talvolta, come in questo caso specifico, a seconda della latitudine geografica di provenienza delle Immagini devozionali, arricchendosi di importanti e tipici dettagli strettamente connessi all’ antica tradizione popolare regionale e locale.
Lo spunto per trattare l’argomento odierno dedicato al culto di Santa Maria Bambina - tra i molteplici culti Mariani uno tra i più antichi e dalla toccante e delicata bellezza iconografica -mi è stato dato da una preziosa Immagine devozionale databile del sec. XVIII facente parte del ricco ed interessantissimo repertorio illustrativo- ben 112 Immagini di devozione care nei secoli al religiosissimo Popolo della Trinacria- che correda ed esaurientemente completa l’importante Opera “Le Immagini devote del Popolo Siciliano” edito nel 1982 da Sellerio Editore in Palermo, tributo deferente e sincero del Professor Antonino Buttitta, Docente di Antropologia culturale e Antropologia storica nell'Università di Palermo, alla memoria del chiarissimo Professor Giuseppe Cocchiara (Mistretta, 1904- Palermo, 1965), Docente di Storia delle Tradizioni Popolari e Antropologia sociale presso lo stesso Ateneo.

Il Professor Cocchiara, allievo e continuatore dell'opera dell'esimio Dottor Giuseppe Pitrè (Palermo, 1841-1916), Medico ed entusiasta Studioso e Cultore delle tradizioni popolari di Sicilia, raccolse, successivamente alla morte di questi, l’ ingente Patrimonio di ricerca personalmente curando la catalogazione del ricco repertorio iconografico devozionale in esposizione permanente presso il Museo in Palermo da questi fondato e allo stesso dedicato dalla città con alto giudizio e riconoscenza.
Per chi tra Voi già possiede il libro, l’Immagine cui faccio riferimento è la numero 7 a pagina 77 della suddetta Opera, dal titolo ”TOTA PULCHRA ES SICUT AURORA CONSURGENS”, verosimilmente, per inavvertito ed involontario errore di trascrizione, descritta e riferita al Bambino Gesù, sebbene, a mio avviso, sin dalla stessa summentovata dicitura in Latino tratta dal Cantico dei Cantici di Salomone, innegabilmente celebrante l’ Immagine di Maria Bambina, “ TOTA PULCHRA”- ” Splendida e senza macchia, come il Sole che sorge”- “SICUT AURORA CONSURGENS” - secondo l’iconografia tradizionale, in più arricchita da delicati orecchini che ne ornano le orecchie, nel rispetto dell’antica tradizione popolare comune ancora oggi nell' Italia insulare, così come pure tipicamente diffusa in altre regioni dell’Italia meridionale, di adornare le orecchie alle bambine neonate, proprio in omaggio devoto al culto di Maria Bambina.
Tra i numerosi culti Cristiani dedicati alla Madonna l’origine della devozione popolare a Santa Maria Bambina affonda le sue radici nei Vangeli Apocrifi del sec. II d.C.
Dall’Oriente ed in particolare da Gerusalemme, città Santa che verosimilmente consacrò i natali di Maria, così come precedentemente li aveva dati ad Anna e Gioacchino, suoi Santi genitori, nel corso dei secoli il culto della Natività di Maria – così mirabilmente inciso a bulino sulle preziose Immagini devozionali in pergamena dai più grandi Artisti-Incisori fiamminghi nei secc. XVII e XVIII- dalle Fiandre alla Francia, dalla Baviera fino al Mezzogiorno d’Europa- Spagna e Portogallo- passando attraverso il nostro Paese, ebbe in Occidente una rapida e capillare diffusione nelle maggiori Capitali d’Europa, da sempre roccaforti tenaci ed inespugnabili del culto e della venerazione Mariana e Cristiana.
In Italia, e precisamente nella città di Milano, fu in concomitanza con l’ evento funesto della pestilenza che nell’anno 1386 decimò la popolazione mietendo specialmente vittime tra i bambini, che per volere del Duca Gian Galeazzo Visconti (1347-1402) venne consacrato un Tempio dedicato al culto della Natività di Maria, a voto e per protezione, in particolare, dei più piccoli ed indifesi, dal flagello della mortifera calamità.
Il Duomo dedicato nella città meneghina a “Santa Maria nascente” venne consacrato nell’ anno 1572 da San Carlo Borromeo.
Ma le vere origini del culto dedicato alla Natività della Madonna nel nostro Paese risalgono alla prima metà del sec. XVIII grazie all’abilità creativa e manuale di una Suora francescana di origini tudertine (dell’ antica città di Todi- nome originario Etrusco “Tutere”- in Umbria), Suor Isabella Chiara Fornari, che con amore e dedizione dava vita con la cera, mirabilmente plasmandola, colorandola e vestendola di scampoli di preziosi broccati intessuti di fili d’oro, a delicatissime rappresentazioni di Maria in fasce, Maria Bambina, appunto.
Dal Convento delle Suore Cappuccine in Milano, dove venne per un periodo custodito, il prezioso Simulacro, donato originariamente dalla Suora ad un alto Prelato, dopo alterne vicende e reiterate traslazioni legate al particolare periodo storico, scandito dalla severa abolizione da parte dell’autorità napoleonica delle comunità religiose e dall’ eliminazione dei vari ordini clericali, venne infine affidato nella prima metà del sec. XIX, e da esse gelosamente custodito, alle Suore di Carità del Convento di Lovere, in provincia di Bergamo, che proprio in virtù della profonda devozione ad esso resa muteranno successivamente il loro nome in “Suore di Maria Bambina”.
Portato dalle Suorine lungo le corsie di un antico Ospedale in Milano per donare sollievo e conforto religioso alle ammalate, il Santo Simulacro di Maria Bambina dallo sguardo dolcissimo e con le gote paffute color di rosa, viene baciato con profonda Fede da una giovanetta di nome Giulia Macario, profondamente prostrata dall’aggravarsi inesorabile della malattia che l’ affliggeva e le minava il giovane fisico.
E’ il giorno 9 di Settembre dell’anno 1884: Maria accoglie l’accorata preghiera rivoltale con Fede e devozione dalla giovane donandole la completa guarigione: è il primo Miracolo che si attribuisce a Santa Maria Bambina e da allora, ogni anno, il 9 di Settembre la devozione popolare celebra in Italia il ricordo di quel Miracolo.

Paola Galanzi

1 commento:

  1. Bentornata Paola! ...grande inizio!
    Post molto molto interessante!!!

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