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mercoledì 2 maggio 2012

Iconofilia e Cultura: il mistero affascinante della Santa Angelica cui venne dedicato un bellissimo Canivet manufatto conventuale nella Francia del secolo XVII, eccezionalmente firmato


Sainte Angélique

Prezioso Canivet manufatto di provenienza conventuale intagliato au canif su carta ed eccezionalmente recante inferiormente la firma dell'originaria Autrice: Henriette.
Francia, seconda metà secolo XVII

Collezione privata Professor Carluccio Frison


Un Capolavoro dell'intaglio manufatto au canif, realizzato su base in carta, con un assai elaborata incisione abbellita, oltre che dal consueto decoro floreale in omaggio devoto alla Santa celebrata, dalla presenza discreta ed aggraziata di due eleganti uccellini, posti simmetricamente l'uno di fronte all'altro, quale barocco completamento alla sofisticata scenografia che contorna l'elegante ovale.
Dettagliata e particolarmente accurata la miniatura con l'effigie della Santa, acquarellata a mano secondo la tradizione conventuale.
 
Attendibilmente databile del secolo XVII- verosimilmente della sua seconda metà- rappresenta, pur nell'ambito della nota ed assai diffusa all'epoca tipologia di Immagine devota manufatta di provenienza conventuale, un esemplare UNICO e di estremo interesse.
 
Questo, fondamentalmente, per due distinti motivi: l'evidente  extra-ordinarietà della presenza della firma - seppur, purtroppo, leggibile limitatamente al solo nome di battesimo della sua esecutrice- Henriette- ed il nome della Santa all'evocazione della quale venne destinato: Sainte Angélique.
 
Traducendolo in lingua Italiana nel corrispondente Santa Angelica, infatti, non trova immediata collocazione nell'immenso Empireo di Santi commemorati dalla tradizione Cattolica.
 
A noi devoti Italiani viene istintivo pensar subito, per assonanza di nome, a Santa Angela de Merici (1474- 1540), Terziaria Francescana e Fondatrice della Compagnia delle Dimesse di Sant'Orsola-l'Ordine delle Suore Orsoline-santificata da Papa Pio VII nell'anno 1807.
 
Chi tra noi vive nella bruna Isola di Sicilia penserà invece senza esitazione alla Beata Angelica da Milazzo, Terziaria del Terz'Ordine- detto dei Minimi- fondato da San Francesco di Paola, vissuta nel secolo XVI.
 
I lettori delle Marche, con orgoglio regionale, non avranno dubbi che la nostra Sainte Angélique ritratta nel Canivet sia la Beata Angelina da Monte Giove- detta "da Marsciano"- vedova di Giovanni da Termis, conte di Civitella del Tronto, morta a Foligno nel 1439; tutti questi, senza escluderne alcuno, sono riferimenti plausibili, naturalmente.
 
 
Se ci atteniamo, tuttavia, scrupolosamente ai preziosi dettagli evidenziati nella bella miniatura centrale, noteremo che la Santa porta sul capo una piccola corona e, dunque, un'ulteriore ipotesi attendibile diviene l'attribuzione a Santa Angela, Regina di Boemia, consacrata Monaca da San Brocardo e vissuta nell'alto Medioevo.
 
Altra teoria, infine, ipotizzabile è il riferimento ad una non meglio identificabile Santa Angelina, la cui statua lignea, mirabile opera scultorea di Artista anonimo databile del secolo XVIII, è stata di recente rinvenuta all'interno della antichissima e suggestiva Chiesa rurale di Notre Dame de Corral -Nostra Signora delle Greggi- sui Pirenei Orientali, nella regione Francese del Roussillon, al confine con la Spagna.
 
Le supposizioni formulabili, come vedete, sono dunque molteplici e tutte con un proprio, concreto fondamento.
 
Al di là di quanto finora detto, la certa provenienza conventuale Francese del Canivet è nondimeno una preziosa indicazione imprescindibile per una esatta collocazione storica del manufatto e della Santa Angélique in esso con si tanta precisione, in signorile grafia, con l'oro zecchino nel cartiglio indicata.
 
A questo punto è proprio l'origine geografica e storica di genesi propria al Canivet ad aprire un orizzonte nuovo, alternativo alle ipotesi sinora formulate, senza per questo essere meno sostenibile rispetto alle precedenti, anzi: la misteriosa Santa Angelica è prossima ad essere rivelata nella sua più attendibile identità.
 
Il secolo XVII diede inizio e segnò nella Francia una lunga serie di importanti cambiamenti storici, politici, sociali e religiosi.
 
Dalla non lontana Regione dei Paesi Bassi giunse la nuova Dottrina Teologica del Giansenismo, teorizzata e promossa dal Teologo Olandese e Vescovo d'Ypres Cornelius Jansen, nome italianizzato nel più noto Giansenio.
 
Ispirandosi alla Dottrina originaria di Agostino D'Ippona, Dottore e Padre della Chiesa Cattolica, la nuova corrente filosofico-religiosa giansenista, inizialmente mantenendosi entro la Chiesa Romana Cattolica, sosteneva, in sintesi, l'originaria corruzione dell'Uomo, naturalmente destinato, senza l'intervento e la Grazia di Dio, a disobbedirgli e a peccare continuamente.
 
Molto seguito ottennero in Francia tali teorie neo-agostiniane, diffondendosi velocemente tra Religiose e Religiosi di Fede Cattolica.
 
In particolar modo esse trovarono humus ricettivo e fertile nell'antico Convento Cistercense di Port Royal a Parigi, grazie alla tenacia e alla combattività dell'allora Badessa: Madre Angélique de Saint Jean Arnauld d’Andilly.
 
 
Appartenente ad una delle più nobili Famiglie parigine, imparentata da parte di padre al Duca d’Orléans, fratello di Luigi XIII, nipote da parte materna del Vescovo di Angers, Henri Arnauld, secondo la più antica tradizione della noblesse di Francia, nel 1630, all'età di appena sei anni, viene dallo stesso autorevole zio mandata a studiare presso il Convitto per Educande interno all'Abbazia.
 
 
Qui, a venti anni, nel 1644, prende i Voti perpetui come Monaca.
 
La sua carriera, pur nella rigida gerarchia vigente all'interno dell'Abbazia, è rapida e folgorante, così come il suo tribolato declino, fino alla morte giunta il 29 Gennaio dell'anno 1694.
 
 
Additata con veemenza e duramente perseguitata dall'accesa intransigenza Gesuita, dal Pontefice in persona e dallo stesso Sovrano di Francia, la coraggiosa Madre Angélique, Badessa di Port Royal, difese strenuamente la buona fede delle sue idee filo-gianseniste, intrattenendo costanti carteggi, stilando di suo pugno suppliche accorate ad Arcivescovi, allo stesso Pontefice della Chiesa di Roma- l'allora Papa Innocenzo XI- e persino direttamente rivolgendosi a Sua Maestà il Re di Francia Luigi XIV.
 
 
Per le sue posizioni assai prossime al Protestantesimo, e, per la Chiesa di Pietro pericolosamente tendenti all'eresia, la Dottrina Giansenista venne ufficialmente condannata come tale, dapprima con un Decreto del Sant'Uffizio datato del 1641, quindi con la bolla In eminenti di Papa Urbano VIII del 1642 ed infine con la bolla di Papa Innocenzo X Cum Occasione del 1653.
 
 
Decretata con l'indiscutibile Auctoritas delle summentovate bolle papali l'inammissibilità della Dottrina neo-agostiniana di Giansenio e bandita per la sua non-aderenza alla Teologia Cattolica- fortemente sostenuta dall'Ordine dei Gesuiti- che concepiva la salvezza come sempre possibile per l'uomo dotato di buona volontà, l'Abbazia di Port Royal, ultima, fiera roccaforte dell'Idea Giansenista in Francia, venne contestualmente alla censura papale delle sue teorie, inesorabilmente condannata all'isolamento.
 
 
Venne chiuso l'Educandato riservato alla formazione culturale e religiosa delle aristocratiche fanciulle, fu poi la volta del Noviziato e dello stesso Convento.
 
Pari destino fu con severità inflessibile riservato al Cappellano e ai Padri Confessori che vennero espulsi.
 
 
Nonostante la chiara condanna, il Giansenismo continuò a far discutere ed appassionò in accese dissertazioni filosofi, teologi, scrittori e letterati insigni della Francia, tra cui Blaise Pascal e Jean Racine.
 
 
In Italia la Dottrina Giansenista ebbe limitata diffusione nel corso dei secoli XVII, XVIII e XIX.
 
 
Il Convento di Port Royal fu destinato a Prigione durante la Rivoluzione Francese.
 
 
Dalle parole che la Storia Francese di Età Barocca dedica alla coraggiosa Madre Angélique, fiera Badessa del Convento di Port Royal, traspare non poca ammirazione: per il coraggio dimostrato nel palesare la propria Idea e per la coerente fermezza nel dichiarare la Buona Fede di tale Idea.
 
 
Ora che, seppur limitatamente alle notizie principali, abbiamo conosciuto l' "eroina" dell'antica Abbazia cistercense situata nel cuore di Parigi - ultimo baluardo Francese dell'Idea di Giansenio- partendo dalla certezza, storicamente documentata del suo nome -Angélique- e dalle acclarate notizie biografiche a lei riferibili, non sarà difficile immaginare il bellissimo Canivet, protagonista di questo articolo, Dono prezioso e originale (la sua autrice celebra affettuosamente in esso Madre Angélique quale "Santa"), a lei dedicato con sincera Stima ed Ammirazione ed espressamente per lei intagliato au canif da Henriette, forse una giovane novizia o forse una nobile fanciulla del Patriziato Parigino, sua allieva e devota ammiratrice e sostenitrice della sua Idea. Chissà.....
Ringrazio il caro Amico Medievista Professor Carluccio Frison, attento Cultore delle antiche Immagini devote, alla cui preziosa privata Collezione il Canivet appartiene, per averlo generosamente messo a disposizione di tutti noi.
 
Paola Galanzi
(Alcune notizie biografiche su Madre Angélique, nonchè altre inerenti l'Abbazia di Port Royal a Parigi sono frutto di studio ed approfondimenti da me condotti sull'Enciclopedia filosofico-storica del secolo XVII oltre ad altri testi generali di Storia Francese del secolo XVII)

6 commenti:

  1. Molto interessante,al solito ed erudito il dire
    della nostra cara amica Paola Galanzi,sul canivet della Santa Francese,anche se ci sono diverse teorie sui luoghi in cui operò con la Fede la Santa Angelique..

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  2. Paola,
    pensavo di avere un bel canivet, "prezioso" come tu l'hai definito, ora -dopo la tua splendida e mirabile ricerca- so di avere una piccola, rara "fonte storica": il che -come tu ben sai- me lo rende ancor più prezioso e caro... Grazie Paola per la tua magistrale indagine storica...

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  3. Rosina Llagarìa Vidal2 maggio 2012 alle ore 23:01

    Muchisimas gracias, por tan preciosa estampa al Profesor Frison y a Paola para los comentarios tan interesantes

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  4. Complimenti per il tuo lavoro Paola

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  5. Bella PAOLA sempre brava !

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  6. Mi vien da dire che sei "pazzesca" Paola nella tua ineguagliabile, dettagliata, precisa e...credo che più completa di così non sia possibile, ricerca ed esposizione su quel semplice, seppur splendido, "pezzettino di carta"!!

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