Santino manufatto di provenienza conventuale "incollato" agli angoli su supporto postumo in leggero cartoncino-
Fine ricamo di fili bicromi di seta e d'oro su lino con particolari acquarellati a mano-Area Francese, prima metà sec.XVI.
Avvalora l' ipotesi della probabile datazione l' assenza dei segni delle "bruciature" causate dall' incendio del 1532 della "Sainte Chapelle"del Castello Savoia a Chambery, ove per la fusione parziale dell' urna d' argento che ripiegata la custodiva si vennero a creare le note "bruciature" più volte nel corso dei secoli restaurate ma ad oggi ancora visibili.
(da Collezione privata-per gentile concessione)
Giovanni, il Discepolo del Signore "sul cui petto si addormentò", nel suo Vangelo così ci parla della Passione e morte di N.S. Gesù Cristo:
….”Giuseppe d’Arimatea, (discepolo clandestino di Gesù, per timore degli Ebrei) chiese a Pilato di poter ritirare la Salma del Signore dalla Croce.
E Pilato lo permise.
Venne dunque e prese il Corpo di Gesù.
E anche Nicodemo, quello che da principio era andato di notte da Gesù, venne portando circa cento libbre di una miscela aromatica composta di mirra ed àloe.
Essi presero il Corpo di Gesù e lo avvolsero in lenzuoli di lino con aromi, com’era in uso allora.”
Gli altri tre Vangeli degli Evangelisti Matteo, Luca e Marco corali a Giovanni nel tramandarne a noi la Vita, la Passione, la Morte e la Resurrezione indiscutibilmente rappresentano la “Chiave” preziosissima ed unica lasciata in eredità a noi Cristiani e nata dall’ ispirazione Divina che essi ebbero nell’alto loro compito di tramandare il Sacro Messaggio di Dio all’uomo.
Duemila anni di Storia, con lacune temporali talvolta ime come abissi, silenzi misteriosi lunghi secoli interi, riferimenti “de relato” che ci giungono da ignoti personaggi, identificati tra l’umanità del V e VI secolo dal loro unico nome di Battesimo e talvolta nemmeno quello....
Verso la fine del sec. XI la presenza della Sacra Sindone è attestata a Costantinopoli, così come testimoniato dalla richiesta accorata di aiuto che arrivò ad Enrico IV Imperatore del Sacro Romano Impero dall’ Imperatore Alessio I di Bisanzio, che intendeva così proteggerla da un’eventuale trafugamento da parte dei Turchi.
Nell’articolo precedente dedicato all’Arte della Miniatura applicata ai Santini ed Immagini devozionali ho fatto riferimento ad una data precisa, l’anno 1204, che siglò storicamente l’ ignominia che caratterizzò la IV Crociata.
Aperta da Papa Innocenzo III con l’ intento di liberare dalla barbarie musulmana Gerusalemme e i territori della Terra Santa perse il suo originario obbiettivo a Venezia, dove gli enormi interessi economici e le smodate ambizioni del Doge Enrico Dandolo armarono i Crociati- Veneziani, Francesi e Tedeschi- di inaudita ferocia contro Costantinopoli portando all’ impietosa frammentazione e successiva spartizione tra gli stessi dell’ Impero Bizantino e alla conseguente imposizione nei territori sottomessi del cosiddetto Impero Latino d'Oriente.La risposta da Roma non tardò ad arrivare e la Chiesà solennemente condannò il terribile massacro con il provvedimento di scomunica dei Crociati.
Ma perché- vi chiederete- il riferimento all’evento storico della IV Crociata del 1204 ?
La risposta è semplice e ci è data da uno scrupoloso cronista Francese dell’ epoca, Robert de Clary, cavaliere originario della Piccardia, autore di un testo-resoconto della Crociata – cui lui stesso partecipò- “La Conquête de Constantinople” sul quale è riportata la fondamentale testimonianza della tradizione dell’ “Ostensione a Costantinopoli della Sacra Sindone ogni venerdì ” fino a quando non venne in seno a tale evento sottratta, insieme a molte altre importanti reliquie della Passione di Gesù Cristo, dai Crociati.
A conferma di ciò esiste una supplica datata dell’anno 1205, scritta da Teodoro Angelo Comneno, nipote del deposto Imperatore di Costantinopoli, rivolta a Papa Innocenzo III, ove si lamenta, a seguito del sacco della città messo in atto dai Crociati, la sparizione dalla città della Sacra Sindone.
Ancor prima di tale evento risalendo alla fine del sec. XII- e più precisamente tra il 1292 ed il 1295- nella pagina in pergamena di un prezioso Codice miniato conservato alla Biblioteca Nazionale di Budapest- il Codice Pray- dal nome del Gesuita che per primo lo studiò- è raffigurata senza dubbio alcuno per i Sindonologi il Sacro Lino che avvolse il Corpo di Gesù.
Miracolosamente scampata sin dalle origini a persecuzioni legate al radicalismo intransigente di culti differenti, ad incendi e razzie di ogni genere, altrettanto “miracolosamente”-in circostanze storicamente poco chiare, ma senzaltro legate alla figura di un “qualche Anonimo Crociato”- dopo la sparizione da Costantinopoli riapparve nell’ anno 1349 in Francia, a Besançon, dove venne esposta alla venerazione dei Fedeli nella maestosa Cattedrale dedicata a Santo Stefano, per poi “sparire” nuovamente dalla stessa colpita da un grave incendio.
Sette anni dopo questa data la Sacra Sindone viene consegnata dal cavaliere crociato Geoffroy de Charny alle autorità ecclesiastiche di Lirey - ove verrà per la prima volta pubblicamente esposta nel 1355- nei pressi della città di Troyes nella Francia settentrionale e da qui giungerà quasi un secolo dopo, nel 1453, a Chambéry.
Il 4 di Maggio dell’anno 1506 Papa Giulio II con una Celebrazione solenne ne autorizza e promuove pubblicamente il Culto.
Nel 1532 a seguito di uno spaventoso incendio divampato all’interno della “Sainte Chapelle” del Castello dei Savoia che ospitava l’urna contenente il Sacro Lino, lo stesso subisce dei danni, cui verrà posto rimedio grazie alla paziente ed incantevole manualità delle Monache Clarisse del Monastero della città.
Successivamente, dopo anni di reiterate traslazioni, la Sacra Sindone giunge infine nel 1578 a Torino ove riceve la visita e la venerazione di San Carlo Borromeo (Arona, 1538-Milano, 1584).
Dal 1694 troverà la sua collocazione definitiva nella splendida Cappella realizzata dall’architetto G. Guarini annessa al Duomo della città.
A partire dall’anno 1898, con la prima fotografia scattata dall’Avvocato Secondo Pia inizia lo studio e l’ interminabile serie di “indagini” e dispute di Scienziati e Studiosi provenienti a Torino dal mondo intero.
Di “proprietà” della Santa Sede, così come statuito dalle disposizioni testamentarie del 1983 dettate da Umberto II di Savoia, dal Giubileo del 2000 verrà nuovamente esposta alla Venerazione dei Fedeli tra due giorni- dal 10 Aprile al 23 Maggio-dalle h. 07,30 fino alle h.20,30- nel Duomo di Torino.
Il Santo Padre Papa Benedetto XVI con grande preoccupazione costantemente richiama l’attenzione del mondo al vitale bisogno di ritorno alla Pace, all’Amore, all’emulazione delle Vite condotte da Santi e Beati sull’ Esempio sublime del Cristo morto sulla Croce per la salvezza di tutti gli uomini.
E mai come oggi, nel desolante scenario globale di amoralità e perdita dei più importanti Valori Cristiani – lungi da indagini e dispute scientifiche- il Signore ci mostra il Suo Sacro Volto ed il Suo Santo Corpo impressi indelebilmente sul Lino perché con occhi puri di bimbi e con la semplicità di una Fede autentica possiamo- alla luce della recente Celebrazione della Sua Resurrezione- sentire la Sua Presenza radiosa ed il Suo infinito Amore nella nostra Vita.
E Pilato lo permise.
Venne dunque e prese il Corpo di Gesù.
E anche Nicodemo, quello che da principio era andato di notte da Gesù, venne portando circa cento libbre di una miscela aromatica composta di mirra ed àloe.
Essi presero il Corpo di Gesù e lo avvolsero in lenzuoli di lino con aromi, com’era in uso allora.”
Gli altri tre Vangeli degli Evangelisti Matteo, Luca e Marco corali a Giovanni nel tramandarne a noi la Vita, la Passione, la Morte e la Resurrezione indiscutibilmente rappresentano la “Chiave” preziosissima ed unica lasciata in eredità a noi Cristiani e nata dall’ ispirazione Divina che essi ebbero nell’alto loro compito di tramandare il Sacro Messaggio di Dio all’uomo.
Duemila anni di Storia, con lacune temporali talvolta ime come abissi, silenzi misteriosi lunghi secoli interi, riferimenti “de relato” che ci giungono da ignoti personaggi, identificati tra l’umanità del V e VI secolo dal loro unico nome di Battesimo e talvolta nemmeno quello....
Verso la fine del sec. XI la presenza della Sacra Sindone è attestata a Costantinopoli, così come testimoniato dalla richiesta accorata di aiuto che arrivò ad Enrico IV Imperatore del Sacro Romano Impero dall’ Imperatore Alessio I di Bisanzio, che intendeva così proteggerla da un’eventuale trafugamento da parte dei Turchi.
Nell’articolo precedente dedicato all’Arte della Miniatura applicata ai Santini ed Immagini devozionali ho fatto riferimento ad una data precisa, l’anno 1204, che siglò storicamente l’ ignominia che caratterizzò la IV Crociata.
Aperta da Papa Innocenzo III con l’ intento di liberare dalla barbarie musulmana Gerusalemme e i territori della Terra Santa perse il suo originario obbiettivo a Venezia, dove gli enormi interessi economici e le smodate ambizioni del Doge Enrico Dandolo armarono i Crociati- Veneziani, Francesi e Tedeschi- di inaudita ferocia contro Costantinopoli portando all’ impietosa frammentazione e successiva spartizione tra gli stessi dell’ Impero Bizantino e alla conseguente imposizione nei territori sottomessi del cosiddetto Impero Latino d'Oriente.La risposta da Roma non tardò ad arrivare e la Chiesà solennemente condannò il terribile massacro con il provvedimento di scomunica dei Crociati.
Ma perché- vi chiederete- il riferimento all’evento storico della IV Crociata del 1204 ?
La risposta è semplice e ci è data da uno scrupoloso cronista Francese dell’ epoca, Robert de Clary, cavaliere originario della Piccardia, autore di un testo-resoconto della Crociata – cui lui stesso partecipò- “La Conquête de Constantinople” sul quale è riportata la fondamentale testimonianza della tradizione dell’ “Ostensione a Costantinopoli della Sacra Sindone ogni venerdì ” fino a quando non venne in seno a tale evento sottratta, insieme a molte altre importanti reliquie della Passione di Gesù Cristo, dai Crociati.
A conferma di ciò esiste una supplica datata dell’anno 1205, scritta da Teodoro Angelo Comneno, nipote del deposto Imperatore di Costantinopoli, rivolta a Papa Innocenzo III, ove si lamenta, a seguito del sacco della città messo in atto dai Crociati, la sparizione dalla città della Sacra Sindone.
Ancor prima di tale evento risalendo alla fine del sec. XII- e più precisamente tra il 1292 ed il 1295- nella pagina in pergamena di un prezioso Codice miniato conservato alla Biblioteca Nazionale di Budapest- il Codice Pray- dal nome del Gesuita che per primo lo studiò- è raffigurata senza dubbio alcuno per i Sindonologi il Sacro Lino che avvolse il Corpo di Gesù.
Miracolosamente scampata sin dalle origini a persecuzioni legate al radicalismo intransigente di culti differenti, ad incendi e razzie di ogni genere, altrettanto “miracolosamente”-in circostanze storicamente poco chiare, ma senzaltro legate alla figura di un “qualche Anonimo Crociato”- dopo la sparizione da Costantinopoli riapparve nell’ anno 1349 in Francia, a Besançon, dove venne esposta alla venerazione dei Fedeli nella maestosa Cattedrale dedicata a Santo Stefano, per poi “sparire” nuovamente dalla stessa colpita da un grave incendio.
Sette anni dopo questa data la Sacra Sindone viene consegnata dal cavaliere crociato Geoffroy de Charny alle autorità ecclesiastiche di Lirey - ove verrà per la prima volta pubblicamente esposta nel 1355- nei pressi della città di Troyes nella Francia settentrionale e da qui giungerà quasi un secolo dopo, nel 1453, a Chambéry.
Il 4 di Maggio dell’anno 1506 Papa Giulio II con una Celebrazione solenne ne autorizza e promuove pubblicamente il Culto.
Nel 1532 a seguito di uno spaventoso incendio divampato all’interno della “Sainte Chapelle” del Castello dei Savoia che ospitava l’urna contenente il Sacro Lino, lo stesso subisce dei danni, cui verrà posto rimedio grazie alla paziente ed incantevole manualità delle Monache Clarisse del Monastero della città.
Successivamente, dopo anni di reiterate traslazioni, la Sacra Sindone giunge infine nel 1578 a Torino ove riceve la visita e la venerazione di San Carlo Borromeo (Arona, 1538-Milano, 1584).
Dal 1694 troverà la sua collocazione definitiva nella splendida Cappella realizzata dall’architetto G. Guarini annessa al Duomo della città.
A partire dall’anno 1898, con la prima fotografia scattata dall’Avvocato Secondo Pia inizia lo studio e l’ interminabile serie di “indagini” e dispute di Scienziati e Studiosi provenienti a Torino dal mondo intero.
Di “proprietà” della Santa Sede, così come statuito dalle disposizioni testamentarie del 1983 dettate da Umberto II di Savoia, dal Giubileo del 2000 verrà nuovamente esposta alla Venerazione dei Fedeli tra due giorni- dal 10 Aprile al 23 Maggio-dalle h. 07,30 fino alle h.20,30- nel Duomo di Torino.
Il Santo Padre Papa Benedetto XVI con grande preoccupazione costantemente richiama l’attenzione del mondo al vitale bisogno di ritorno alla Pace, all’Amore, all’emulazione delle Vite condotte da Santi e Beati sull’ Esempio sublime del Cristo morto sulla Croce per la salvezza di tutti gli uomini.
E mai come oggi, nel desolante scenario globale di amoralità e perdita dei più importanti Valori Cristiani – lungi da indagini e dispute scientifiche- il Signore ci mostra il Suo Sacro Volto ed il Suo Santo Corpo impressi indelebilmente sul Lino perché con occhi puri di bimbi e con la semplicità di una Fede autentica possiamo- alla luce della recente Celebrazione della Sua Resurrezione- sentire la Sua Presenza radiosa ed il Suo infinito Amore nella nostra Vita.
Paola Galanzi
Invito gli Amici Collezionisti ed i Lettori a leggere il bellissimo articolo del giornalista Vittorio Stesuri dedicato, sulla Rivista " Madre di Dio" della Casa Editrice San Paolo, alla Collezione di Immagini devozionali di Umberto II di Savoia sul Tema della Sacra Sindone : http://www.sanpaolo.org/madre00/0008md/0008md16.htm
(Ringrazio il Dottor Mauro Broggi per la gentile concessione)
Cara Paola, anche questa volta mi ha deliziato con immagini e testi esemplari!!! La Chicca della Sindone mi mancava, ma soprattutto concordo con te che la raffigurazione in questo splendido santino è conforme alla datazione che tu citi...Cari saluti Antonio
RispondiEliminaCi preme innanzi tutto, per amore della Verità, fare una precisazione: le responsabilità per i misfatti della IV crociata vanno ripartite fra crociati e bizantini (e non addossate ai soli crociati), come ormai riconoscono anche gli studiosi non cattolici meno ideologizzati (si legga il recente libro del famoso sociologo Rodney Stark: Gli eserciti di Dio. Le vere ragioni delle crociate, Lindau). Ancora è l’amore per la Verità che ci spinge a sottolineare che la Sindone, come il Cristo, è “segno di contraddizione”; davanti ad essa gli uomini si dividono: i credenti (quasi tutti) ne ricavano gioia e fervore, i non cristiani la percepiscono come qualcosa che inquieta le loro coscienze. Ecco come si spiegano i numerosi (e fallimentari) tentativi di riprodurre la sindone in laboratorio, sono tentativi di neutralizzare questo “oggetto misterioso” che provoca la coscienza e sollecita a prendere posizione. Ben vengano i santini con la Sindone, alimento per tutte le anime umili, per le anime che ascoltano in silenzio il messaggio misterioso che promana da quell’immagine veramente unica.
RispondiEliminaSuore Domenicane dello Spirito Santo
Firenze