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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





sabato 18 giugno 2016

ICONOFILIA-FEDE-STORIA-CULTURA E TRADIZIONE: S.MARIA DEL ROVO IN PASSIANO-CAVA DEI TIRRENI (SALERNO)


Il canonico e storico Giuseppe Trezza nel libro Inter rubeta lilium (Il giglio tra i roveti) racconta l’origine e la fondazione della chiesa di S. Maria del Rovo che è intessuta di fede, devozione e abnegazione nelle diverse tappe e vicende della costruzione. 
La zona rurale, a nord-ovest di Cava, in cui sorse il culto alla Vergine, nei primi decenni del XIX secolo, apparteneva alla frazione di Passiano, nella contrada dell’acqua della Cerza, i cui confini erano S. Martino, S. Giuseppe al Pozzo e il torrente Gargarallo. 
La giovane Teresa Senatore, modesta contadina, spinta da fervente zelo, viste le diverse difficoltà per raggiungere la chiesa di Passiano, radunò i bambini sotto la volta di una scala incorniciata da un rovo per insegnare loro i primi rudimenti religiosi. 
Lì pose un’ immagine di carta della Madonna, sotto il titolo di Mater Domini, che prese il nome di Madonna del Rosto e poi di Madonna del Rovo
Verso il 1840, aumentando il culto alla Madonna, si raccolsero offerte per realizzare un dipinto su tela che fu commissionata dal sacerdote Natale Senatore al pittore cavese Vincenzo Meccia secondo lo schema compositivo dei maestri bizantini. 
Costò 15 carlini, pari a 24,195 euro.
Nel 1849, Gelsomina, sorella di Teresa, soprannominata Santella, continuò l’opera di formazione con impegno coinvolgendo la comunità e nel 1853 riuscì a edificare una cappella rurale dove sistemò la tela della Madonna, ma subito risultò piccola per i numerosi fedeli che vi accorrevano. Perciò fu ampliata con la costruzione di un ambiente con volta a botte decorata da stucchi e di un altare e fu consacrata al culto il 7 maggio 1861. 
Anche questa chiesetta risultò insufficiente per cui il sacerdote Alfonso Apicella (1842- 1912) e Gelsomina (1821-1903) diedero inizio all’attuale chiesa, di dimensioni più grandi, fra il 1870 e il 1875. Ci fu una gara di laboriosità e di tenacia: i contadini, dopo i lavori dei campi, lavoravano senza sosta alla costruzione della chiesa, avvalendosi della collaborazione delle donne e a volte anche dei bambini. Il sacerdote li aiutava e li incoraggiava con la parola e con l’esempio. Erano tempi duri, ma tutti gli ostacoli si superavano con le offerte non solo dei filiani, ma anche delle comunità viciniori di Vietri, Maiori, Amalfi, Salerno. La chiesa fu realizzata su progetto e direzione dell’ingegnere Michele Accarino e fu consacrata il 14 giugno 1883
(tratto dal Sito Ufficiale-riassunta da Anna e Antonietta Apicella)



Paola Galanzi

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