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UN CORDIALE BENVENUTO NEL SALOTTO VIRTUALE DEI CULTORI DELL'ICONOFILIA, LO STUDIO ED IL COLLEZIONISMO DEI SANTINI E DELLE ANTICHE IMMAGINI DEVOZIONALI





martedì 18 maggio 2010

Le terminologie dell'Iconofilo : SANTINI MANUFATTI, SEMI-MANUFATTI E MECCANICI

Tipologie di Santini
in alto da sx.: Santino MANUFATTO Praghese sec.XIX, Santino SEMI-MANUFATTO, con pasta d'ostia acquarellata a mano e "collage" di raso e velluto, Santino SEMI-MANUFATTO con coloritura a mano, Santino MECCANICO-Francia, sec.XIX.
in basso da sx.:CANIVET MANUFATTO sec.XVIII, CANIVET MANUFATTO-Italia, prima metà sec.XX




Noti e familiari al Collezionista colto e competente, i termini specifici, ma ancor più i loro insiti significati, rappresentano strumento prezioso ed imprescindibile per il primo e giusto approccio del Collezionista neofita a tale affascinante ed articolato “mondo” popolato dai nostri Santi più amati.
I “vecchi” Collezionisti ben sanno infatti che, ad esempio, al di là della spettacolare elaborazione di una trina realizzata meccanicamente a punzone in bianco e nero nel sec.XIX, la stessa mai potrà competere- e per pregio estetico e per valore di quotazione- con un Santino o Immagine devozionale manufatti.
Ma cosa significa “manufatto” ? E qual’ è la differenza, l’elemento distintivo tra un Santino manufatto, un semi-manufatto ed un meccanico ?
Cerchiamo oggi, procedendo con ordine di chiarire tali punti fondamentali.
Iniziando dal primo, il Santino manufatto cosiddetto, come palesemente esplicativo del termine, ci indica senza equivoci che siamo qui di fronte ad un Santino (o Immagine devozionale) realizzato interamente a mano, nato cioè dalla creatività dell’uomo, che ne ha realizzato sin dall’ intervento diretto sulla base (altrimenti chiamata “fondo”) la forma così come qualunque altro dettaglio caratteristico e distintivo; è questo il caso, per fare un esempio chiaro, dei Gesù Bambini di Praga- autentici e preziosi Santini manufatti di provenienza conventuale praghese del secolo XIX-realizzati dal lavoro manuale amorevole, attento e paziente delle Suore su base in carta, più sovente in pergamena sottile (chiamata in Francese “velin” ed utilizzata anche per i Canivets manufatti) pazientemente ritagliata lungo i bordi e “puntinata”ad ago – nella tecnica specifica chiamata in Francese “picotage”- per creare una personalissima ed unica caratterizzazione del Santino a livello estetico-decorativo.
Una volta preparata appunto “la base”, e solo successivamente a tale fase, sempre “la mano dell’uomo”, procederà, quasi in un elaborato”rituale”, in una danza leggiadra di forbici su stoffe e rasi pregiati ad applicare gli stessi, congiuntamente a piccoli dettagli in siderografia -o cromolitografia per i più recenti- nella tecnica nota come “collage”al centro di tale base.
I piccoli dettagli citati, in siderografia-nel caso specifico del Miracoloso Gesù Bambino di Praga, saranno la testina, le manine ed i piedini- verranno infine impreziositi dal tocco discreto di un sottilissimo pennello che conferirà loro il colore nelle gote e il rosato dell’ incarnato.
Nei casi più “ricchi”non mancheranno, sempre applicati con la tecnica suddetta, preziose cornici in materiale metallizzato in oro ed argento, oltre a paillettes e lustrini di varie forme e colori.
I Santini manufatti, proprio per la loro distintiva, nota provenienza conventuale, sono sempre ANONIMI.
Oggi ricercatissimi dai Collezionisti di tutta Europa, allo stato attuale abitualmente quotati internazionalmente da una fino a diverse centinaia di euro,- naturalmente per i più elaborati ed esteticamente pregevoli- in condizioni di conservazione PERFETTE, i Santini manufatti rappresentano di fatto il “fiore all’occhiello” di qualunque Collezione, sia essa privata o museale.
Appartengono a questa specifica “nobile” ed assai preziosa tipologia di Immagine devozionale gli ancor più amati Canivets, ove però, rispetto ai summentovati, riscontriamo le fini tecniche artistiche del disegno e della pittura nelle meravigliose miniature dei Santi ospitate nell’ovale centrale, insieme naturalmente alla tecnica dell’ intaglio propriamente detto. E i Canivets, a differenza dei primi, vere e proprie “Opere d’Arte,”già da una decina d’anni a questa parte, in un crescendo costante e continuo anche per la sempre più rara reperibilità in seno al Mercato Antiquario cartaceo Internazionale, registrano e confermano alte ed altissime quotazioni: da due-trecento euro per quelli meno elaborati di dimensioni piccole e medie (cm. 4,5 x 10- 6,5-7 x 11,00 cm.) e pur sempre realizzati su pergamena, fino da una a diverse migliaia di euro per quelli di maestose dimensioni (18-20 cm. x 30-40 ed oltre), autentici straordinari Capolavori.
Dunque, ricapitolando: dicesi MANUFATTO il Santino o Immagine devozionale realizzato interamente dalla mano dell’ uomo, con intervento diretto sulla stessa materia alla base, avvalendosi dell’utilizzo di varie e distinte tecniche (ritaglio, intaglio, collage, miniatura (disegno e pittura), puntinatura).
Passiamo ora ad esaminare i Santini SEMI-MANUFATTI: qui, come dice la parola stessa, l’ intervento manuale dell’uomo e’ presente ma parziale e limitato.
E’ il caso specifico, per fare un esempio tra i tanti possibili, dei bellissimi “canivets meccanici”cosiddetti-alias Santini merlettati- con pasta d’ostia, “rarità” e vere “chicche” della produzione Francese del secolo XIX- con preciso riferimento temporale dal 1840 fin quasi al 1880 circa- cui diversi e tra i più celebri Editori Parigini si dedicarono con grande apprezzamento e successo: i Bouasse-Lebel di Rue Saint Sulpice, i Villemur di Rue de la Harpe, i Dopteur di Rue de Madame.
E fu la grande Collezionista e Studiosa Veneta Dolores Sella (1918-2006) a “scoprirli” nel panorama della vastissima produzione Francese del sec.XIX e per prima a classificarli nel suo libro-Capolavoro “SANTINI E IMMAGINI DEVOZIONALI IN EUROPA DAL SECOLO XVI AL SECOLO XX”, M.Pacini Fazzi Ed.,Lucca,1997.
In questa raffinata tipologia di Santino Francese di epoca Romantica, la siderografia su base trinata meccanicamente a punzone è infatti ricoperta da un sottilissimo strato di pasta d’ostia finemente colorata a mano e i vestiti dei Santi sono realizzati in eleganti rasi o velluti di vari colori con delicate sfumature ad acquarello, applicati nella nota tecnica “à collage”sulla siderografia stessa.
Abbiamo dunque ora capito anche il significato di “semi-manufatto” applicato ai nostri Santini: su una base stavolta interamente realizzata con mezzi e procedure meccaniche, è intervenuta “la mano dell’uomo”- e, nello specifico furono mani femminili a realizzare tali preziosi lavori, anonime Artiste impiegate presso gli Editori, o, verosimilmente le stesse Suore, cui venne dalle Case-Editrici affidata la realizzazione di tali raffinati dettagli- per la “messa a punto” decorativa.
Giungiamo infine ai Santini interamente ed esclusivamente realizzati “meccanicamente”: a partire dagli anni ’40 del sec.XIX, con l’avvento dell’ Era Industriale e di tecniche sempre più innovative anche in campo tipografico si assiste infatti ad un vero e proprio “boom” (con particolare riferimento originario sempre alla Francia restaurata così come anche, immediatamente dopo, alla Germania, Svizzera, Italia, Austria e Praga) della produzione di Santini incisi su lastra in acciaio (siderografia) su basi finemente “merlettate” a punzone che vanno definitivamente a sostituirsi alle famose ma ormai obsolete xilografie (incisioni su legno) e alle stesse - proprio in virtù di una più lunga vita della lastra in acciaio e dunque una resa altamente maggiore- lastre in rame (tipiche, come già abbiamo visto, della enorme produzione Europea caratteristica dei secc.XVII e XVIII).
Tali sono quelli oggi comunemente chiamati e conosciuti come “canivets meccanici” anche se, a mio avviso, tale definizione risulta quanto mai impropria e superficiale, ed anche qui, a onor del vero va fatta un’ulteriore distinzione, poiché se interamente MECCANICI sono i Santini in siderografia in bianco e nero con fondo trinato a punzone, invero non possono essere definiti tali gli stessi “colorati a mano” che rientrano nella precedente categoria di semi-manufatti.
Per scongiurare disorientamenti nei Collezionisti Vi invito personalmente ad osservare con attenzione gli esemplari del “Collage” in alto, ove, da sx. verso dx. si potranno visualizzare e memorizzare in sequenza tipologie tipiche e rappresentative di Santini “MANUFATTI”, “SEMI-MANUFATTI” e “MECCANICI” della produzione specifica del secolo XIX, insieme a due pregevoli Canivets -ossia “intagliati a mano “au canif ”- manufatti appunto - in basso nel Collage, il primo a sx. su pergamena con miniatura centrale del sec.XVIII ed il secondo, un raro esemplare Italiano su carta con piccola foto applicata “à collage” e reliquia “ex-indumentis ”del sec.XX (cui ho già precedentemente dedicato un ampio articolo qui sul Blog).
Concludendo, sempre appartenenti alla terza tipologia possiamo annoverare come già noto ai Collezionisti, la lunghissima schiera- tra gli altri- di tutti i Santini realizzati in cromolitografia a partire dalla fine del secolo XIX fino ai giorni nostri da note Case Editrici nazionali produttrici di Santini seriali, cui fra tutte, sicuramente- per bellezza iconografica, cromolitografica e design- spiccano senz’altro quelli della Santa Lega Eucaristica di Milano (S.L.E.), che riscuotono un vasto consenso tra molti Collezionisti Italiani, con attuali discrete e buone quotazioni riscontrabili presso i Mercatini nazionali e le stesse “aste on line".

Paola Galanzi

3 commenti:

  1. Grazie Paola! Sempre interessanti i tuoi post e anche molto esaustivi!

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  2. Cara Paola,
    complimenti sempre per le belle ed interessantissime presentazioni sul tuo blog!
    Anche i video della "Vita medioevale" sono molto interessanti e a proposito, mi sembra di capire che fan parte di una manifestazione annuale che si tiene ........dove?!
    Un caro saluto
    Mario

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  3. Carissimi Paola e Renato,
    come sempre riuscite a deliziarci con splendide immagini e contenuti, un autentico tripudio al Collezionismo in generale. Le GALLERIE di questi giorni mostrano la straordinaria produzione artistica che ha accompagnato la Fede e la devozione negli ultimi cinque secoli.
    E pensare che c'è chi lo considera, impropriamente, un Collezionismo minore !
    Con affetto e ammirazione,
    Ermanno.

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